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BIGLIA e il sogno chiamato Mondiale: “Ho l’età giusta”. Poi spiega: “Sono un po’ PIRLO e un po’ BUSQUETS”
Il centrocampista della Lazio, un pò in ombra in questo inizio di stagione, si racconta in patria, dove è chiamato a sostituire Gago…
NOTIZIE SS LAZIO- La sua Argentina ha ottenuto il pass per il mondiale brasiliano del 2014 e Lucas Biglia è uno dei punti fermi dell’albiceleste guidata da Sabella. Nella Lazio però l’ex Anderlecht non ha ancora fatto vedere le sue qualità, con Petkovic che lo utilizza con il contagocce, complice anche un infortunio recente che lo ha tenuto fuori dal campo per qualche giorno. Ai microfoni del portale argentino clarin.com Lucas Biglia si racconta.
L’Argentina gioca in maniera diversa con te in campo?
“Per me no, cerco sempre di fare lo stesso gioco. Fernando (Gago, ndr) è più creatore di gioco e accompagna Messi nelle azioni. Ma io sto in qualsiasi posizione, cercando di fare bene. Quando giocavo in Belgio, accompagnavo centrocampisti e attaccanti nelle azioni, ora cerco di mantenere questa tattica e aggiungere delle cose. Qui sto imparando molto, ho Mascherano che è un giocatore di livello simile alle mie caratteristiche, ma anche Gago e Banega che sono diversi da me mi insegnano molto”
Sei un playmaker con una buona gestione della palla…
“Sì, distribuisco gioco direzionando sempre la palla, questo è quello che ho cercato di instillare in me fin dall’infanzia. Poi si continua a crescere e si cerca di non perdere quello che si è appreso”
Quali sono state le tue influenze da ragazzo?
“Il mio idolo nella mia posizione era Redondo. Non sto dicendo che sono come lui, perché siamo distanti anni luce, ma ho sempre cercato di imitarlo. E oggi mi sembro un po’ come Pirlo e Busquets”
Sono giocatori diversi per caratteristiche…
“Sono diversi è vero, ma mi piacciono come stile. Pirlo era un dieci tornato poi in mezzo al campo, mentre Busquets ha qualità molto speciali, che hanno in pochi”
Come stai prendendo il fatto di sostituire Gago in Nazionale?
“Si tratta di una responsabilità importante, ora Fernando è uno dei pilastri di questa squadra. Non voglio dire che farò lo stesso lavoro in campo, ma cercherò di fare bene”
Come vedi la squadra in vista del Mondiale?
“La squadra è forte. Vedo giocatori capaci, che hanno voglia di lavorare. Poi nel calcio c’è sempre da migliorare, ci sono errori che commettiamo sempre risolvibili”
Cosa significa per te giocare la Coppa del Mondo?
“Vuol dire realizzare un sogno. Ho 28 anni e se mi metto a pensare alla prossima competizione mondiale di anni ne avrò 32. Credo che questo sia il momento giusto, è un’eta divina. Cerco di lavorare, di crescere. Da qui a giugno devo fare del mio meglio per cercare di entrare in quella lista e partecipare al Mondiale in Brasile”
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