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BUCCIONI: “Vi svelo come festeggeremo i 114 anni il prossimo 9 gennaio…”
Il presidente della Polisportiva biancoceleste ha trattato anche il tema del museo: “Abbiamo un materiale tale da poter fare arrossire i più grandi club del mondo”…
NOTIZIE SS LAZIO – Il prossimo 9 gennaio la LAZIO festeggerà 114 anni di storia, e per sapere qualcosa di più sui futuri festeggiamenti lazialita.com ha contattato il presidente della Polisportiva, Antonio BUCCIONI. Ecco le sue parole:
Presidente, il prossimo 9 gennaio la Lazio festeggerà 114 anni di storia. Dalla Coppa Italia vinta dalla Lazio calcio fino ad arrivare allo scudetto del Beach Soccer, passando il primo titolo nazionale dello squash. C’è più di un motivo per festeggiare quest’anno?
“E’ un anno che a livello di vertice paga tanto: abbiamo conquistato il primo scudetto della nostra storia con la Lazio Squash, con il Beach Soccer e da qualche giorno il quinto scudetto della squadra di Flag Football,che sarebbe la versione senza contatto dell’American Football. C’è tanto da festeggiare e tanto da recriminare. L’organizzazione è forse troppo grossa, quando rasenti le 70 organizzazioni aderenti. Ovviamente, non manca nulla: c’è il buono, c’è il cattivo, c’è il difficile, c’è la povertà, ci sono problemi logistici… Insomma, un bel fritto misto all’italiana. Il momento storico non è dei migliori, senza fare della retorica, ma bisogna tenere conto della situazione generale del Paese e della società romana, in più si aggiungano i problemi che il territorio sta dando da un punto di vista idrogeologico. Non ho ancora esattamente chiaro come festeggeremo, però lo stile sarà quello degli ultimi anni: grandissima semplicità e spirito di famiglia. Non escludo anche un ritorno al circo: l’esperienza dell’anno scorso è stata molto felice e potrebbe ripetersi, perché ho visto tante famiglie, bambini e calciatori, ma io potrei essere di parte, presiedendo l’associazione dei circhi italiani (ride, ndr). E’ soltanto un’idea, ma ce ne possono essere delle altre. Lo stile sarà quello della sobrietà. Non abbiamo, non possiamo e non dobbiamo impiegare poste significative per il nostro compleanno, quelle poche che ci sono vanno messe a disposizione delle risorse umane e dell’attività sportiva che non in tutti i settori è agevole portare avanti”.
Nei giorni scorsi si è parlato della possibilità che anche la Lazio abbia un suo museo. E’ giunta il momento?
“Non si è andati oltre un’enunciazione di principio ripetuta, reiterata, sicuramente in buona fede, ma ci si è poi fermati. Noi non aspiriamo a una mostra, ma ad una struttura museale, a qualcosa di permanente, intesa in senso moderno. Oggi il supporto audiovisivo e tecnologico è indispensabile e caratterizza il museo stesso, poi c’è la ristorazione e il merchandising. Poi abbiamo un materiale tale da poter fare arrossire i più grandi club del mondo. Solo il tesoro della Lazio nuoto è tale da poter costituire un museo: un mare in cui si naufraga”.
Già il momento storico non è dei migliori e ci sono società che fanno molti sacrifici, come la Lazio Ginnastica Flaminio. Questa sezione ha più volte cambiato casa per esigenze legate alla Nazionale di Rugby, passando dalle palestre dello Stadio Flaminio a quelle dello Stadio Olimpico, impianto che viene utilizzato per numerosi eventi, sportivi e non. Tutto ciò comporta che, per esigenze organizzative, nei giorni in cui avvengono tali manifestazioni, vengano chiuse tutte le strutture adiacenti allo stadio, con conseguenti disagi per gli addetti ai lavori e per le stesse famiglie, che sempre più spesso decidono di non iscrivere il proprio figlio per problemi di questo genere. Come si può fare per aiutare sezioni come questa? Una soluzione possibile potrebbe essere quella di tornare alle palestre del Flaminio?
“Sullo Stadio Flaminio è in corso un nuovo dibattito. A questo punto, occorre affermare che l’ipotesi rugby è stata terribilmente negativa, perché ha impegnato per anni lo stadio in un progetto che, investendo delle risorse importanti, poi si è concretato, ma che alla fine ha portato a scoprire che anche lo stadio Olimpico possa ospitare delle partite internazionali ad alto livello, venendo riempito lo stesso. E trenta anni prima era già successo. La politica ogni tanto ci regala queste suggestioni, che alla fine hanno comportato un danno per tutta una serie di attività sportive, perché lo stadio Flaminio ha degli impianti indoor interessantissimi, come le piscine e un ring storico. Chi più, chi meno hanno subito questa situazione, la Lazio Ginnastica Flaminio in maniera traumatica, va reso onore al presidente Mario Tonucci e al direttore sportivo Guido Menchi per aver perseverato con tenacia, mantenendo un numero di iscritti ragguardevole, nonostante tutto. Mi auguro che si facciano scelte più serie e di essere in qualche modo coinvolti”.
Presidente, lei è stato sempre vicino alle sezioni che hanno fatto dei sacrifici. Si augura che un giorno la Lazio Ginnastica Flaminio possa tornare allo stadio Flaminio?
“Questo è ovvio, sono a completa disposizione della Lazio Ginnastica. Ho preso contatti con l’assessore Pancalli, un uomo sperimentato di sport al quale poter porre dei problemi concreti per aver la franchezza di una risposta, positiva o negativa che sia”.
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