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CRIBARI: “F.ANDERSON è un vero talento. La gara contro la Dinamo con la mascherina? Rischiai un occhio, ma per quella maglia avrei fatto tutto…”

L’ex difensore biancoceleste, oggi ai Rangers, aggiunge: “Il derby di Roma però non è paragonabile a quello di Glasgow”…

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NOTIZIE SS LAZIO – Ai microfoni di Radio Sei, Emilson CRIBARI, ex difensore della Lazio oggi in forza al Glasgow Rangers, rilascia una lunga intervista nella quale tocca diverse tematiche: da FELIPE ANDERSON, con il quale ha giocato assieme ieri nel corso della partita di ieri sera all’Olimpico tra vecchie glorie di Italia e Brasile, fino alla stagione appena conclusa della LAZIO:

Su Felipe Anderson
“È in prospettiva uno dei talenti più interessanti in circolazioneIl campionato italiano è difficile, poi anche l’ambiente al momento non è dei migliori e tutto questo sicuramente non aiuta il ragazzo. Ci ho parlato ieri alla partita e mi ha detto di aver voglia di rimanere a Roma e dimostrare il suo valore. Come personalità deve migliorare ma è giovane ancora quindi ci può stare. Problemi di saudade? È una questione di carattere che abbiamo noi. Siamo molto legati alla famiglia, al clima, alla nostra terra ed è quindi difficile mettere tutte queste cose da parte quando arrivi all’estero”. 

Sulla sua avventura in Scozia al Glasgow Rangers
“Lì è successo un po’ come qui in Italia con Napoli e Fiorentina. Dopo un fallimento siamo partiti dalla  Scottish Third Division, la quarta serie nazionale. Abbiamo battuto il record di spettatori in Serie C con una media di 40 mila presenze. Ora siamo abbiamo raggiunto la Scottish Championship che sarebbe la seconda divisione scozzese, con 35 punti di vantaggio sulla seconda. Il Campionato Italiano invece ha perso un po’ di appeal negli ultimi anni. È in dietro anche per quanto riguarda le strutture rispetto agli altri paesi”.

Sulla differenza tra i due derby: quello capitolino e quello di Glasgow
“Il derby di Roma però non è paragonabile a quello di Glasgow. Qui nella Capitale c’è una rivalità incredibile e io che li ho giocati entrambi posso confermarlo. Futuro? Chiuderò la mia carriera in Scozia. Mi trovo bene con la mia famiglia e vorrei rimanere nei cuori della gente. Mi sento più italiano che brasiliano visto che sono stato in Italia per 13 anni”.
 

Su Angelo Peruzzi
“Ci ha salvato tante volte. Ricordo ancora una grande parata che fece contro la Reggina in casa. Un vero e proprio miracolo, tant’è che mi chiesi più volte come avesse fatto”.

Il ricordo più bello nei derby
“Sicuramente quello del 10 dicembre 2006, vinto 3 a 0 con Ledesma, Oddo e Mutarelli, poi anche quello ‘testa e cuore’ di Behrami allo scadere. Quello del 3 a 0 fu importante anche perché riuscimmo a non subire gol. Prima del vantaggio di Ledesma presi anche una traversa di testa dopo un calcio d’angolo. Doni mi disse poi che fu la parata più importante della stagione. Peccato che fu proprio contro di me (ride, ndr). Ricordo che quell’anno fummo anche una delle difese meno battute, motivo per noi di grande soddisfazione”.

Sui  preliminari di Champions contro la Dinamo Bucarest
“All’andata a Roma presi una botta al naso che poteva compromettermi la gara di ritorno. Io ci tenevo molto a giocarla ma tutti mi consigliavano di evitare. Decisi lo stesso di scendere in campo anche perché non era disponibile nemmeno Diakite che si era fatto male al ginocchio contro il Torino alla prima di Campionato. Stare alla Lazio per me era una grande opportunità,  poi il fatto stesso di vestire quella maglia, ti fa sentire davvero  importante, diventando così un giocatore-tifoso, per questo non volevo mancare. Il medico mi disse che avrei rischiato molto perché le viti erano vicino all’occhio. Un’ulteriore botta avrebbe potuto comprometter l’occhi rischiando di perderlo. Se avessi sentito la mia famiglia forse non avrei giocato. Ho tenuto quella maschera per circa 10 giorni”.

Sul suo addio
“Perché sono andato via dalla Lazio? Hanno fatto del male a quello spogliatoio bellissimo che aveva creato Delio RossiIn campo non ero più me stesso e allora ho voluto cambiare. Non voglio fare polemica, ma scriverò presto un libro dove spiegherò tutto. No non ho mai avuto problemi con i compagni e neanche con Delio. Mi sento ancora con Rocchi con cui ho giocato anche ad Empoli”.  

Sui prossimi Mondiali
“Il Brasile è forte ma attenzione alla Spagna che è sempre la squadra favorita. Lo seguirò da casa però perché temo ci siano troppi disordini”.

Consigli per gli acquisti per la Lazio
“C’è un ragazzo Lucas Villa del Cruzeiro molto interessante. Ha 20 anni, non so quanto possa costare ma lo consiglio”.

Sulla sua Lazio
“Era una squadra battagliera e tosta, con due giocatori di qualità come Rocchi e Pandev lì davanti. Di Canio? Ci ho giocato un solo anno ma ho un buon ricordo di lui. Con Lotito ho avuto un buon rapporto nei primi due anni, perché era coerente con quello che diceva. Poi però con il suo atteggiamento non ha dato seguito alle cose buone create. Non siamo mai riusciti a fare il salto di qualità, questo suo modo di gestire e di fare non porta ai risultati che la gente si aspetta. Il compagno ideale? Con Siviglia abbiamo fatto dei buoni campionati, all’epoca avevo 26 anni e lui mi ha aiutato molto. Tare? Preferisco non rispondere”. 

Su Zarate
“Uno dei talenti più genuini con cui abbia mai giocato insieme. Mi dispiace che non sia riuscito a dare seguito alla prima stagione straordinaria che ha fatto. Il motivo? Non saprei. Ricordo che il primo anno aveva un allenatore personale che si era portato dall’Argentina. Anche per lui credo si sia trattato di un problema mentale. Un talento come lui se non gioca e va in panchina lo ammazzi. Mi dispiace per ingenuità che ho commesso l’ultimo anno, ma non ero più io. La Lazio mi ha dato tanto e io per questa maglia ho dato tutto quello che avevo”.

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