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ESCLUSIVA LN. FIORE: “I granata stanno meglio dei biancocelesti, ma peserà l’assenza di Cerci. La LAZIO è stata la squadra più importante della mia carriera”

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU– L’ex centrocampista aggiunge: “Mercato? Servono innesti in difesa e in attacco. Contestazione? È una situazione assurda e paradossale giocare in uno stadio semivuoto”…

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ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – 450 minuti al termine del campionato, cinque partite al termine della stagione, una annata che merita valutazioni accurate da parte della società, un 2013-14 non da ricordare, ma che può ancora riservare una “ciambella di salvataggio” che porta il nome di Europa League. L’ultimo posto utile per accedervi dista solo 3 punti e nelle prossime gare ci saranno molti scontri diretti tra le contendenti. Domenica sarà una giornata di fondamentale importanza perché il calendario riserva ben tre sfide fondamentali: Parma-Inter davanti, Atalanta-Verona alle spalle e soprattutto Lazio-Torino appaiate a 48 punti. L’altra in lotta, il Milan, se la vedrà  con il Livorno che necessita di punti salvezza. Per analizzare il match dell’Olimpico tra i biancocelesti e i granata e per analizzare questa volata per l’Europa, LAZIONEWS.EU HA CONTATTATO IN ESCLUSIVA STEFANO FIORE, doppio ex del match. Queste le sue parole.

Classifica cortissima e tre scontri diretti: sabato sarà una giornata decisiva per l’Europa League? Chi crede abbia maggiori possibilità di centrare questo obiettivo?
Chi ha punti in più a questo punto della stagione, visto che mancano poche partite da disputare, ha qualche chance in più. Però, essendoci tanti scontri diretti, può succedere di tutto. Quindi non esiste una strafavorita perché sono tutte lì molte vicine e hanno le stesse possibilità”

Che partita si aspetta tra Lazio e Torino? Chi ci arriva meglio?
Il Torino perché arriva da una vittoria contro il Genoa. È un risultato che ti galvanizza per il modo in cui è stato ottenuto: al 90’ erano sotto e hanno ribaltato la gara nel recupero. In generale è una squadra che sta facendo un campionato eccezionale, libera da pensieri e di testa. La Lazio, invece, ha alternato cose buone e cose negative. Il Toro ci arriva più libero, è una squadra che non pensava di fare questo tipo di campionato e ha tanti valori: se togliamo Cerci e Immobile è una squadra buona ma non da alta classifica. Quindi ha meno da perdere e giocherà con la testa più libera”

Peserà più l’assenza di Cerci o quella di Klose?
Quella di Cerci perché vive un momento particolare: si sta giocando il mondiale, è pieno di energia, di carica ed è molto più determinante lui per il Torino di quanto lo sia stata Klose per la LAZIO quest’anno”

Quindi l’attenzione si sposta su Immobile e Keita…
Sono due calciatori differenti, Keita è più duttile, ma entrambi hanno dimostrato di essere giocatori di sicuro avvenire. Immobile ha stupito un po’ tutti anche se credo sia nell’ambiente ideale, sia come società sia come allenatore per potersi esprimere a certi livelli. Poi bisognerà capire e vedere se, approdando in una piazza più esigente e grande, riuscirà a esprimersi a questi livelli”

Saranno loro gli uomini del match o qualcun altro?
Per il Toro, vista anche l’assenza di Cerci, l’uomo da tenere in maggiore considerazione è Immobile. La Lazio ha qualche arma in più. Candreva e Lulic sono giocatori che possono incidere anche se a questo punto la freschezza e la gioventù di Keita saranno un’arma in più”

Dove la LAZIO può fare più male al Torino e dove i granata possono mettere in difficoltà la Lazio? Quale sarà la chiave tattica del match?
Sarà una gara aperta, non vedo particolari tatticismi soprattutto da parte del Torino. Non verrà a fare le barricate, non l’ha mai fatto. Il Torino ha dimostrato di avere anche una buona personalità nel gioco, sono certo che si giocherà la partita a viso aperto costruendo le azioni da dietro, come sua consuetudine, cercando di colpire la Lazio in velocità. I biancocelesti dovranno fare altrettanto: il Toro è una squadra che gioca ma è molto equilibrata quindi dovrà sfruttare qualche ripartenza, qualche spazio”

E si giocherà in uno stadio ancora una volta semi-vuoto. Peserà l’assenza del pubblico o ormai la Lazio ci ha fatto l’abitudine?
Peserà sempre: è una situazione assurda e paradossale giocare in uno stadio semivuoto. Soprattutto per chi gioca in casa è un handicap: questa è un’ulteriore sconfitta non solo per la Lazio ma per il calcio in generale, speriamo termini presto”

All’andata la LAZIO subì un brutto stop a Torino giocando una delle peggiori partite del suo campionato. Oggi è decisamente un’altra Lazio. Cosa è cambiato?
Adesso hanno un’identità precisa, Reja ha portato serenità all’ambiente, ha ricompattato e stimolato i giocatori che forse non erano più motivati al massimo vista anche la situazione interna ed esterna al campo in cui si viveva precedentemente. Gli ha ridato un equilibrio anche senza troppo spettacolo ma badando al sodo. In questo momento la Lazio è una squadra molto più quadrata”

Non è ancora terminata la stagione e già si parla di mercato. Da diesse dove crede che Tare debba intervenire per migliorare la rosa?
Le squadre si cominciano a costruire dalla difesa, bisogna intervenire in quel settore per dare sicurezza e omogeneità al reparto. Quest’anno sono mancate anche le alternative in certi momenti, sono stati adattati giocatori fuori ruolo, quindi si deve partire da lì. Il centrocampo è il reparto più completo, meglio assortito, lì c’è bisogno di meno interventi ma servirebbe un po’ più di qualità vista la partenza di Hernanes. Sicuramente c’è da lavorare anche in attacco perché Klose non so se rinnoverà e ha una certa età. Postiga non si è visto, ci sono giovani interessanti ma è necessario intervenire con qualcuno che abbia esperienza e valore. Djordjevic non si può pensare che possa essere il solo acquisto: ogni reparto deve essere ben assortito ed è importante che ci sia tanta concorrenza. Lo dimostra la Juventus: laddove c’è abbondanza e tanta concorrenza per il posto da titolare i risultati positivi si vedono”.

Due fotografie, due ricordi che ha della sua esperienza a Torino e alla Lazio.
Esperienze imparagonabili. La Lazio è stata la squadra più importante della mia carriera, dove ho vissuto tre anni intensi ricci di momenti bellissimi e altri meno belli. È stata la parentesi più importante della mia vita. A Torino arrivai in un momento particolare, in una situazione difficile in cui c’era molta confusione. Furono sei mesi non da ricordare, infatti alla fine decisi di andare al Livorno perché mi ero accorto che il Toro non aveva quella dimensione che ha raggiunto negli ultimi due anni. Mancava un progetto tecnico che ora c’è. Sono state due esperienza diverse, mi è dispiaciuto andar via da Torino ma non c’erano i presupposti per un progetto importante”

Chiudiamo con lei: c’è qualcosa che bolle in pentola? Ha qualche proposta di lavoro che le è stata avanzata?
“Qualcosa si, vediamo nei prossimi giorni e mesi cosa accadrà. Ci sarà spazio per qualcosa di nuovo, sto valutando un po’ di situazioni e di proposte…”

Carmine Errico
Twitter: @carmineerrico

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