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Gomez vs Candreva: pane, gol e dribbling per una sfida d’alta quota
FACCIA A FACCIA – La sfida di Bergamo si giocherà soprattutto sugli esterni…
FACCIA A FACCIA – Corsa, dribbling, assist e gol. Un’ala deve saper fare soprattutto questo e mercoledì sera allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo si affrontano due specialisti del ruolo. Atalanta-Lazio è la gara di Gomez e Candreva, due esterni d’attacco pronti a risolvere un match fondamentale per la classifica di nerazzurri e biancocelesti. La qualità della loro prestazione determinerà vincitori e vinti: ve li presentiamo nel faccia a faccia di oggi.
FORGIATO DA SIMEONE – “Troppo piccolo per giocare a calcio”. Quante volte l’avrete sentito in vita vostra? Il compagno di scuola, l’avversario al campetto sotto casa, fino a sua maestà Lionel Messi. E’ la storia comune di chi non supera il metro e 70, ma a pallone per fortuna si gioca con i piedi e gente come Alejandro Dario Gomez, classe ’88, fa faville il Serie A. La Lazio lo sa bene: 4 novembre 2012, Petkovic e i suoi prendono 4 schiaffi a Catania, due dei quali li mette a segno proprio El Papu. Soprannome che in spagnolo vuol dire proprio “piccolo”, “basso”, ma a 19 anni Gomez vince già la coppa Sudamericana con l’Arsenal de Sarandì, nel 2007. Due anni dopo va al San Lorenzo e a 22 anni abbraccia Catania, colonia argentina in Italia. Arriva con tante aspettative e qualche dubbio, ma a volerlo fortemente è Diego Pablo Simeone, l’ex laziale che lo ha apprezzato da allenatore nella stagione a Buenos Aires. A suon di prestazioni lui e l’orchestra guidata dal carismatico argentino suonano a meraviglia, poi “El Cholo” a fine stagione lascerà la Sicilia. Gomez no: 3 stagioni, 111 presenze, 18 gol e 17 assist, sono solo alcuni dei suoi numeri straordinari di tre anni ad alto livello, prima del trasferimento al Metalist Charkiv. Gli ucraini lo pagano 7 milioni di euro, ma lui dopo una buona stagione scappa per paura della guerra e torna in Italia, sponda Atalanta. Buona la prima stagione, già ottima la seconda: El Papu ha segnato contro le neopromosse Frosinone e Carpi, mantenendo un’ottima statistica: quando segna lui l’Atalanta non perde mai.
CHE CARATTERE, ANTONIO! – Dall’altra parte del campo agirà Antonio Candreva, romano di Tor de Cenci, un anno più “vecchio” del collega argentino. Alla Lazio da gennaio 2012, l’esterno arriva nella Capitale con l’etichetta di “romanista”, un fardello in una città che vive il derby in maniera così viscerale. Candreva nega sempre e fa quello che gli riesce meglio: giocare, segnare e divertire, così i fischi iniziali si trasformano in abbracci e corse folli sotto la Nord e per tutti diventa Romoletto. Da Reja a Petkovic e poi ancora con Pioli: è lui il giocatore a cui gli allenatori non rinunciano mai, tanto da renderlo uno dei leader della Lazio ad un passo dalla fascia di capitano. Dopo l’addio di Mauri era lui il principale candidato, poi però la scelta è ricaduta su Biglia, ma Candreva ha sempre dato il massimo, nonostante un avvio di stagione in chiaroscuro. Cresciuto nell’Udinese, come tanti giovani prima di mettere radici fa il giro d’Italia: Ternana, Livorno, Juventus, Parma e Cesena, ma in Friuli non trova mai una maglia tanto che dal 2007 al 2012 vaga per il Paese ma gioca solo 8 partite in bianconero. “Voglio diventare una bandiera e chiudere la carriera qui” ha sostenuto più volte e la Lazio ha già rifiutato per lui avanches importanti, Juventus su tutte.
IL CONFRONTO – Candreva ha più confidenza con il gol e il suo percorso alla Lazio lo dimostra: 34 gol in 158 presenze, con il picco di 12 reti nel 2013-14 e i 10 centri nell’ultimo campionato. Ma attenzione, oltre al gol in Europa League non ha ancora fatto centro in questa Serie A. Gomez dal canto suo segna meno, ma a Catania e Bergamo sanno bene quanti assist vincenti ha regalato a bomber come Maxi Lopez, Bergessio, Denis e Pinilla. Reja e Pioli affideranno a Romoletto e Papu le chiavi per scardinare le difese avversarie. Atalanta-Lazio si infiammerà soprattutto sugli esterni.
Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota
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