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Gregucci: “Critiche a Pioli ingiuste, con i pareggi non si vincono gli scudetti”

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – L’ex laziale: “La Lazio non è ancora una grande squadra…”

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ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Cade la Lazio, un tonfo che fa rumore. Il mal di trasferta sembrava alle spalle, ci ha pensato l’ex Reja a far riaffiorare paure che sembravano dimenticate. L’autogol di Basta e il destro all’incrocio di Gomez suonano come una beffa per gli uomini di Pioli. Una squadra difficile da decifrare: rullo compressore in casa, fragile e discontinua fuori. Per analizzare meglio l’andamento dei biancocelesti la redazione di Lazionews.eu ha contatto il doppio ex Angelo Gregucci.

Esiste un mal di trasferta?

“I numeri non dicono la verità assoluta, ma possono essere l’indicazione di quello che è un dato oggettivo. La Lazio fuori casa fatica e questo è incontrovertibile. Il campionato mi sembra il più abbordabile degli ultimi vent’anni, è un campionato senza padrone con medie punti abbastanza basse. La Lazio ha i requisiti per andare lì davanti, ma ha ragione Pioli quando dice che non è una grande squadra”.

Cosa manca a questa Lazio per diventare grande?

“Manca una personalità eccelsa, un trascinatore vero, il profilo internazionale. Quando non ci sono Biglia, de Vrij e Klose si fatica troppo; Miro ha 36 anni, è un meraviglioso esempio, ma necessita di un fuoriclasse vicino. La Lazio aveva trovato un difensore di spessore internazionale come l’olandese, ma i problemi al ginocchio lo stanno frenando. Quando mancano questa spina dorsale siamo in difficoltà, mancano i giocatori di sostanza. Basta guardare la Juventus: non mancano Pirlo, Tevez e Vidal, manca la personalità, il carisma che questi giocatori mettevano in campo”.

Mancano anche i laziali, quei giocatori che scendono in campo con il coltello tra i denti per difendere la maglia?

“Chi va in campo è un professionista e dobbiamo rispettarli. Ma per trovare quel qualcosa in più bisogna fare un lavoro in casa, bisogna creare il senso di appartenenza al club. Il Barcellona vince non solo perchè è una squadra meravigliosa, ma anche perchè è formata da catalani: Puyol, Busquets, Iniesta solo per dirne alcuni. Quello si deve creare in casa, ma non è mai stato nel DNA della Lazio questo lavoro. La strategia della Lazio è sempre stata di prendere un campione cresciuto nella Primavera come Nesta, Di Canio, Manfredonia, Giordano, ha sempre vissuto di un solo fuoriclasse che venisse dalle giovanili”.

In questo momento la squadra di Pioli sembra soffrire in difesa…

“Non ci sono grandi difensori in questo momento in Italia. De Vrij è un difensore di primissimo livello, quando lui non c’è la Lazio soffre”.

Pioli ha dimostrato di non sapersi accontentare. Secondo lei è un pregio o un difetto?

“Se la Lazio vuole diventare una grande squadra deve seguire la strada tracciata da Pioli, se invece si vuole fare un campionato da provinciale è giusto accontentarsi del pareggio. Una squadra come la Lazio, a Bergamo, deve provare a vincere la partita. Il salto di qualità deve essere nella testa, non solo nelle gambe. Non sono certo i pareggi a consegnare gli scudetti”.

La Lazio ha mantenuto lo stesso blocco dello scorso anno. Si poteva fare di più in sede di calciomercato?

“Il calciomercato è stato in linea con gli anni precedenti. I ragazzi che abbiamo preso hanno talento, ma per la Champions si doveva fare qualcosa in più. Abbiamo perso un trofeo contro la Juventus peggiore degli ultimi dieci anni, serviva un fuoriclasse. Un attaccante del livello di Falcao o Jackson Martinez, uno che anche sforando il budget, avrebbe consentito di rientrare dell’investimento grazie alla qualificazione in Champions”.

Sta mancando il calore della piazza?

“Ll’Atalanta è una nobilissima provinciale, è nel DNA della città e il tifo è molto passionale. L’Olimpico con 23mila spettatori sembra vuoto, non è uno stadio fatto per il calcio. La passione non sta scemando, al preliminare ero presente e l’impianto era pieno, cosa che ha aiutato molto la squadra. Purtroppo ripeto che non è uno stadio costruito per il calcio”.

Giorgio Marota

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