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Infortunio DJORDJEVIC, il dott. CAPRIO prova a fare chiarezza: “Stop importante, ne avrà almeno per due mesi”

Il dottor Alessandro Caprio, uno dei membri dell’equipe che ha operato il giocatore, ha fatto il punto sulla situazione di Djordjevic…

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NOTIZIE LAZIO – Il pallone che rotola davanti la porta avversaria, la foga di buttarlo dentro per esultare ancora sotto la Nord. Invece, la caviglia si impianta a terra, il dolore esplode in tutto il corpo. Attimi bruttissimi quelli di cui è stato protagonista Filip Djordjevic, nella sfida contro il Milan. Un infortunio che costringerà il serbo a seguire i suoi compagni lontano dal campo, distante dal prato verde dell’Olimpico. Per fare il punto sulla situazione e per capire i reali tempi di recupero, è intervenuto sulle frequenze di RadioSei  il dott. Alessandro Caprio, uno dei membri dell’equipe che ha operato il giocatore.

Cosa ha avuto Djordjevic?

“Ha avuto un brutto trauma, si è procurato una frattura scomposta al malleolo peroneale che è stata sistemata con un placca e delle viti. L’infortunio ha coinvolto un legamento della caviglia che è stato curato”

Le sue sensazioni riguardo l’operazione?

“Sono fiducioso, sono felice del risultato dell’intervento. Le premesse sono più che buone per il recupero”

Quali sono i tempi tecnici per il recupero?

“Ci sono dei tempi tecnici che sono 2 mesi e ce li prenderemo tutti, credo che lui possa tornare rapidamente. E’ ovvio che verrà seguito costantemente sia da noi che dallo staff della Lazio”

Quindi ha avuto una frattura scomposta…c’è differenza rispetto a quelle composte?

“Se fosse stata composta non si sarebbe nemmeno operato. Generalmente le fratture non scomposte non richiedono intervento”.

Quanto dovrà stare fermo il giocatore?

“Lui starà fermo almeno due settimane. Deve stare abbastanza tranquillo nonostante possa camminare grazie alle stampelle. Più sta a riposo per queste due settimane e meglio è. Anche il mio anestesista, che ha partecipato all’intervento, gli ha consigliato di riposarsi. Abbiamo fatto un’anestesia mirata, in modo che possa recuperare e non risentirne nel lungo tempo. Una volta riportato in camera, muoveva già la gamba”

Come ha trovato il paziente al termine dell’operazione?

“E’ una persona molto piacevole, un gran signore. Al termine dell’intervento siamo andati tutti noi dell’equipe per parlare con lui. Abbiamo scherzato insieme”.

Le conseguenze dell’infortunio potevano essere più gravi?

“No, potevano essere anche più gravi, basta ricordare a quello che è successo a Totti. Djordjevic ha avuto una rottura di un piccolo legamento, che però ha la sua importanza. Tutto sommato è andata bene. Avrebbe potuto avere una doppia frattura ossea sia a livello del malleolo peroneale esterno che a quello tibiale”.

Qual è stata la dinamica dell’infortunio?

“Ha messo male il piede d’appoggio, quindi poi ha dovuto scaricare la forza sull’arto inferiore destro.  E’ sciovolato sul pallone ed ha avuto un movimento di rotazione della caviglia e la rottura del malleolo. Lui ci ha detto di aver sentito un dolore fortissimo”.

Sono fratture che possono avvenire anche per fattori esterni?

“Si possono provocare anche per traumi esterni, come ad esempio in un contrasto. Come accadde a Totti. E’ come se un motorino ti casca sulla caviglia”.

I tempi di recupero dipendono dall’atleta o bene o male sono quelli?

“Dipendono molto dalla volontà del paziente e dalla qualità dell’osso. In questo caso era perfetto. Sicuramente dipendono anche dall’età, in un paziente giovane ci si aspetta un recupero più veloce. Sarà nostra cura cercare di recuperarlo prima possibile”. 

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