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Lazio – Genoa dalla A alla…Z

Torna la rubrica che racconta il match dalla A alla…Z!

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LA PARTITA DALLA A ALLA…Z – Domani sera i biancocelesti affronteranno il Genoa sotto gli occhi del pubblico di casa. Entrambe le squadre dopo la sconfitta nella quarta di campionato vogliono riscattarsi e cercano i tre punti. LAZIONEWS.EU ritorna con “La partita dalla A alla… Z”, la rubrica che racconta le curiosità legate al match con tutte le lettere dell’alfabeto.

A di Autocritica. Partire dagli errori. Riconoscerli e soprattutto affrontarli: da qui Pioli dovrà ricostruire la squadra, sulle macerie di una figuraccia colossale rimediata contro i partenopei. Dopo la prestazione di ieri non si salva nessuno, incommentabile.

B di Bestia nera. Il Genoa rappresenta da ben 8 partite il vero demone dei biancocelesti: sarà una partita difficile, l’ultima vittoria contro i rossoblù risale a quattro anni fa. Tanta sfortuna per la Lazio contro i Grifoni, di anno in anno è sempre più forte il desiderio di riscatto dei padroni di casa ai quali non dispiacerebbe interrompere la maledizione proprio davanti al proprio pubblico.

C di Candreva. La caviglia fa ancora male, domani non ci sarà e probabilmente neanche a Verona contro l’Hellas: l’esterno biancoceleste si è già sottoposto agli esami clinici del caso e assisterà impotente, anche stavolta, alla prestazione dei compagni.

D di Difesa. 15 gol in 5 match: in difesa tutti insufficienti e inspiegabilmente senza reazioni. Il melodramma che si è consumato a Napoli ha visto un reparto difensivo spaesato, scomposto, preoccupato forse anche dall’assenza di De Vrij, che è il leader nelle retrovie. Questo, però, non pare di certo un motivo valido che giustificherebbe la cinquina in faccia al San Paolo: in questi due giorni Pioli dovrà trovare una soluzione per evitare il peggio contro i ragazzi di Gasperini.

E di Eurorivali. Quarta vittoria consecutiva del Saint-Étienne che mantiene il secondo posto in graduatoria nella Ligue One. Il Rosenborg cade sul campo del modesto Molde, ma resta primo a 8 punti dalla inseguitrice. Il Dnipro invece, dopo il pareggio in extremis sui biancocelesti, cade in casa sotto i colpi del Zorya Luhansk e resta fermo al terzo posto in classifica.

F di Figuraccia. Definirla una Caporetto non renderebbe l’idea. Autentica figuraccia quella che la Lazio ha rimediato nella quarta di campionato e dalla quale ci si augura esca velocemente: non c’è tempo per piangere sul latte versato, bisogna reagire subito e riorganizzare le idee.

G di Gasperini. Gasperini non ha tempo di recriminare alcuni episodi dopo la sconfitta contro la Juve che deve subito concentrarsi sul prossimo match: “Dobbiamo partire dalla buona prestazione odierna per affrontare le prossime gare contro Lazio e Milan”, ha commentato. Il tecnico è alla ricerca della 100ima vittoria della sua carriera da allenatore: per ora è fermo a 99 di cui 76 in Serie A, e 23 in altri campionati. Gian Piero, senza fretta però, il campionato è lungo…

H di Hoedt. Una prestazione ben al di sotto della sufficienza non conferma l’esordio col botto e la buona impressione che aveva fatto a Pioli e ai tifosi. Forse sarà anche perchè ieri davanti a lui c’era un certo Gonzalo Higuain…

I di Indegni. Una scritta sui muri del Fersini che parla da sè: “11 indegni”, questo il pensiero di un intero popolo. Si può accettare una sconfitta, con più o meno amaro in bocca, ma ieri è sembrato davvero troppo a tutti. I tifosi seduti davanti alla tv sono insorti, hanno urlato al sacrilegio per una sconfitta storica che non accadeva da 20 anni. E’ stato un colpo al cuore, anzi cinque, ed è sembrato come se a quei ragazzi in campo non importasse granché.

L di Licenza Uefa. Maledetta fu la licenza Uefa che negò al Genoa la gloria in Europa. L’anno scorso dopo una  grande stagione, i Grifoni hanno ottenuto un piazzamento per la “Euro-zona”, ma ben presto i rossoblù hanno visto infrangersi il sogno europeo a causa del ritardo nella presentazione della Licenza.

M di Manita. Un’escalation di gol….degli altri. Da Lazio – Juve 0-2, Bayer Leverkusen – Lazio 0-3, Chievo – Lazio 0-4 ecco servito dalla premiata ditta Insigne-Higuain anche il pokerissimo. Peggio di così non si può andare.

N di Nicola Rizzoli. Sarà l’emiliano ad arbitrare la partita di mercoledì sera tra Lazio e Genoa, assistito da Passeri e Peretti. Il quarto uomo sarà Musolino, mentre Fabbri e Abisso gli addizionali. Il fischietto non sorride ai biancocelesti, in virtù delle 8 vittorie, 6 pareggi e ben 13 sconfitte. Ultima quella nel derby dello scorso anno, perso dalla Lazio per 2-1.

O di Obiettivo vincere. O almeno evitare l’ennesima imbarcata: dimenticare Napoli al più presto e voltare pagina, mostrando una Lazio decisamente più convincente. La partita di domani potrebbe essere un’iniezione di fiducia contro i mal di pancia di tutti, compreso quello dell’ “indisponibile” Morrison.

P di Perin e Perotti. Le due perle dei genovesi: entrambi richiesti da molte squadre durante la sessione di calciomercato estivo, ed entrambi rimasti. Il primo non ci sarà, fra i pali al suo posto Lamanna, il secondo a comporre il tridente d’attacco con Ntcham e Capel e a preoccupare la difesa, non proprio organizzata, dei biancocelesti.

Q di Quattro Due Tre Uno. Questo il modulo scelto da Pioli, che vede in difesa la “novità” Gentiletti,  rientra dal primo minuto Keita ed il più apprezzato nelle ultime partite Milinkovic-Savic. Matri presente in campo sin dal fischio d’inizio riuscirà a ripetere l’impresa dell’esordio all’Olimpico?

S di Scontri diretti. Si registrano 22 vittorie per i padroni di casa, 6 sconfitte e 16 pareggi. Nelle ultime 4 sfide però la Lazio ha  incassato 6 gol, senza realizzarne nemmeno uno.

T di Turnover. Una scelta necessaria quella di Pioli, in vista delle tre partite consecutive a distanza di pochi giorni l’una dall’altra. Il tecnico biancoceleste ha dovuto  gestire tanti infortuni che inevitabilmente lo hanno portato a fare delle scelte obbligate. Scelte non sempre gradite ai tifosi…

U di Umiliazione. “Si può perdere, si, ma così è umiliante”. Oltre ogni più oscura aspettativa, un film horror, anzi una celebre serie televisiva, “The walking dead” riassumerebbe lo spettacolo che si è materializzato davanti agli occhi increduli dei laziali: la squadra non reagisce, resta inerme e finisce in balia di un ispirato Insigne ed un Higuain a cui quel rigore sbagliato della scorsa stagione proprio non è andato giù. Il Napoli avrà pure giocato la partita della vita, ma è pur vero che la Lazio si è scavata la fossa da sola. Ed ora bisogna rinascere dal proprio mucchietto di ceneri, l’aquila per una sera si può travestire da fenice.

V di Valori. Riprenderli in mano, tornare a farli propri: la squadra unita dello scorso anno, dentro e fuori lo spogliatoio, sembra essere scomparsa. Eppure gli elementi sono gli stessi, a parte qualche innesto. La squadra non ci crede più? E’ stanca? E’ tutta colpa della fascia da capitano? Ora non è più importante. Il popolo chiede una reazione, una qualsiasi, semplicemente tirare fuori gli attributi lottando. Come l’anno scorso, fino all’ultimo minuto.

Z di Zittire le critiche. Tutto intorno il delirio: la tifoseria arrabbiata, la squadra in confusione e la panchina di mister Pioli che traballa. La gara di domani sarà lo specchio di quello che è successo in questi giorni a Formello e fuori dai cancelli del Fersini: più importante di un big-match, lo spartiacque tra la ripresa e il totale annichilimento. Mai come mercoledì sera la curva nord canterà: “Daje aquilotti nun se po’ sbaja!”.

 

Michela Santoboni

Twitter: @micmarvic

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