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Tre trofei e tre “ere”: nove anni fa LOTITO saliva al comando della LAZIO…

Era il 19 luglio 2004 quando l’attuale patron biancoceleste acquistò circa il 27% del pacchetto azionario, salvando di fatto il club dal fallimento…

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Collage LOTITO

NUMERI E CURIOSITA’ – Esattamente nove anni fa l’inizio di una nuova era in casa LAZIO: l’era LOTITO. Una nuova epoca agli antipodi con la vecchia gestione, più all’insegna dell’austerity che l’economia dei nostri giorni impone ma non per questo meno ricca di successi e soddisfazioni. Un “mezzo miracolo” considerando lo stato di “coma irreversibile” nel quale versava la LAZIO al momento dell’avvento di LOTITO, che di fatto salvò il club dal fallimento. Il calendario mostrava lo stesso giorno di oggi ma l’anno era il 2004, le lancette dell’orologio invece segnavano le ore 15.09: questo è l’esatto momento nel quale l’imprenditore romano, attraverso la Lazio Events, acquista 18.268.506 nuove azioni della LAZIO (il 26,969% di tutte le azioni) per un corrispettivo pari a circa 18 milioni di euro, rilevando di fatto la società dall’allora presidente Giovanni GILARDONI, storica figura biancoceleste recentemente scomparsa.

GIOIE E DISSAPORI: NOVE ANNI INTENSI DI PRESIDENZA – Nel corso degli anni il presidente ha consolidato sempre di più la propria posizione, arrivando a controllare circa il 61,3% dell’intero pacchetto azionario. In contemporanea LOTITO ha anche conferito alla società una stabilità economica che al momento del suo insediamento appariva come un’autentica utopia. L’ingente debito Irpef accumulato dalle precedente gestioni viene rateizzato in ventitré anni, portando così a compimento l’opera di risanamento finanziario. Anche sotto il piano tecnico LOTITO riesce a sistemare le cose in tempi relativamente veloci: dopo la famosa stagione dei “nove in un giorno solo”, nella quale a luglio la rosa contava solamente 10 giocatori, la strada si è messa progressivamente in discesa. Nel primo anno, sotto la guida Caso-Papadopulo, i biancocelesti riescono ad ottenere una preziosa salvezza. Poi, con Delio Rossi in panchina, la LAZIO torna a risplendere: prima due piazzamenti europei (in Coppa Uefa, vanificato poi da “Calciopoli”, e una sorprendente qualificazione in Champions League), poi la COPPA ITALIA che ha sancito la fine della “prima era Lotito”, con l’addio del tecnico romagnolo. La seconda era parte con un colpo a vuoto: in panchina c’è BALLARDINI e, nonostante la SUPERCOPPA (secondo trofeo per LOTITO) conquistata contro l’INTER di Mourinho, la LAZIO rischia una clamorosa retrocessione prima che REJA salvi baracca e burattini, risollevando la squadra e gettando le basi per un nuovo ciclo che si concluderà con PETKOVIC in panchina e un’altra COPPA ITALIA alzata al cielo, stavolta però contro i nemici di sempre della ROMA. Se i successi sono le note positive della sua presidenza, il rapporto con le istituzioni e i sostenitori rappresentano invece le nuvole nere delle sua gestione: due accuse (una per aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza sui titoli del club biancoceleste, l’altra nell’ambito del processo penale relativo allo scandalo di Calciopoli) e un rapporto di amore-odio con la tifoseria, anche se l’ultimo trofeo conquistato potrebbe aver dato inizio ad una nuova alba della sua presidenza…

D.G.

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