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VENTURIN: “Mantenere un livello di risultati e di concentrazione alta su tutti i fronti è sempre difficile”

L’ex giocatore della Lazio, Giorgio Venturin, parla del momento della squadra e degli obiettivi stagionali…

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(Getty Images)

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NOTIZIE SS LAZIO – Ai microfoni di lalaziosiamonoi.it ha parlato l’ex giocatore della Lazio, Giorgio Venturin.

Sul momento della squadra
“Diciamo che è un momento di alti e bassi, quindi le buone prestazioni e i risultati ottenuti a livello europeo, condizionano l’andamento in campionato. Come si esce dalla crisi? Continuando a lavorare e con un pizzico di fortuna… La speranza è quella di recuperare dei calciatori importanti che al momento sono fuori, uno su tutti Klose, che quando c’è è un giocatore che si fa sentire molto. Di chi è la colpa? E’ difficile da dire… La cosa che mi viene da pensare è che comunque mantenere un livello di risultati e di concentrazione alta su tutti i fronti è sempre difficile, per tutti e anche per le grandi squadre. Credo che quest’anno la stagione della Lazio sia comunque più che soddisfacente. Si doveva fare di più in sede di mercato? Quelle sono situazioni che possono sapere il presidente e i dirigenti perché fare qualcosa in più vuol dire spendere dei soldi che forse in questo momento non ci sono. Probabilmente si era deciso, con l’allenatore, che questo gruppo potesse sopperire, andare avanti in questa maniera”.

Obiettivo Coppa o Campionato?
Più che alle spalle, bisogna guardare le gare che mancano, perché tutto dipenderà dai risultati della Lazio. Se continua ad incappare in qualche sconfitta, senza riuscire a mantenere il ruolino di marcia del girone di andata è chiaro che c’è da guardarsi indietro, dove alcune formazioni stanno risalendo la classifica o lo hanno già fatto come il Milan. A livello europeo gli stimoli vengono anche da soli e non c’è bisogno di caricare il gruppo. In Europa League, così come in ogni campionato europeo, la tensione è sempre massima, quindi bisognerà anche essere fortunati e guardare il cammino e gli accoppiamenti, perché sulla carta forse altre squadre sono più attrezzate”.

Sulla finale di Parigi del 1988
“Qual è il più grande rimpianto? Non aver vinto la Coppa Uefa… Abbiamo perso contro un’ottima squadra che a quei tempi aveva Ronaldo, ma quella sconfitta, a mio avviso, dipese più dalle motivazioni: loro arrivavano da un periodo di critiche e di polemiche, mentre noi avevamo vinto un trofeo dopo più di vent’anni che la Lazio non vinceva nulla, quindi la partita si è messa dalla parte dell’Inter per questo motivo. Erano due grandi squadre che si equivalevano molto, sulla carta forse avevamo qualcosa più noi… Però, ripeto, sulla carta è un conto, poi subentrano le motivazioni, la condizione atletica e quella psicologica che poi determinano i risultati e i momenti delle squadre”.

Ricordo più bello?
La vittoria della Coppa Italia contro il Milan! La Lazio non vinceva un trofeo da tanti anni, fu bellissimo”.

Il giocatore più forte della Lazio di quel periodo?
“C’era l’imbarazzo della scelta! Se devo fare un nome dico quello di Pavel Nedved, ma ce ne sono stati altri di livello mondiale”.

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