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Verso il derby, MAZZONE: “Complimenti a Petkovic e alla sua squadra. Chi vince? Spero la Roma…”

L’ex allenatore della Roma spiega dei retroscena su quando affrontava il derby …

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Foto: Getty Images

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NOTIZIE SS LAZIO – Mancano poco più di due giorni al derby della capitale e molti già pensano che sia una partita fondamentale per indirizzare la stagione . Uno di questi è Carletto Mazzone, indimenticabile allenatore anche della Roma, che ai microfoni di PaeseSera ha presentato al sfida di lunedì sera. Di seguito le sue dichiarazioni:

Quando si pensa ai derby della Roma di Mazzone non può non venire in mente quel 3-0, firmato da Balbo, Cappioli e Fonseca, che lei celebrò con una corsa sotto la Curva Sud. Cosa ricorda di quel giorno?
Ricordo che dopo la partita sono andato a festeggiare con i tifosi: forse è qualcosa che non andrebbe fatto, ma durante la settimana eravamo stati tra virgolette maltrattati, sottovalutati, e c’è stata quella reazione. Ma non fu niente di particolare. La tensione era tantissima, e io mi sono sentito di fare quello che ho fatto. Eravamo stati criticati ingiustamente, ma poi quel giorno stravolgemmo il pronostico con una partita bellissima. Non è stato il momento più importante della mia carriera: durante un derby Sambenedettese-Ascoli mi è morto un compagno di squadra, per me i derby erano tabù, in un altro mi sono rotto una gamba.

Aveva qualche rito particolare prima di sfidare la Lazio?
No, al contrario: quel che di solito cercavo di fare era sdrammatizzare l’evento perché c’era e c’è molta tensione. I giocatori vanno in campo tutt’altro che tranquilli e sereni. Il calcio va giocato senza eccessivi carichi di tensione, ma nei derby quasi sempre questi presupposti vengono a mancare.

Nella sua Roma muoveva i suoi primi passi Francesco Totti. Si aspettava che sarebbe diventato il simbolo della Roma?
Non posso arrivare a dire che avevo pronosticato una carriera così importante per Francesco, ma non mi si può negare di aver puntato forte su di lui facendolo giocare a 16-17 anni: mi si deve dare atto di averci visto giusto. Ho allenato tanti calciatori forti, ero un buon intenditore e sono felicissimo di non aver sbagliato. Era ed è un grande giocatore.

In un altro derby in cui lei era in panchina Giannini sbagliò un rigore e la Lazio vinse: come consolò il suo capitano dopo quell’errore?
Gli dissi che la vita continua e che non era un dramma. L’ho ringraziato di aver avuto la giusta determinazione per batterlo. Se si sbaglia un rigore in un derby la vita non finisce. Un allenatore deve sdrammatizzare, gli allenatori bravi non si vedono nelle vittorie ma nei momenti di difficoltà e quello per me e la Roma lo era. Poi ci sono stati risultati positivi con cui sia Giannini che la Roma si sono riscattati.

La sua Roma era all’inizio dell’era Sensi, vede delle analogie con quella di adesso in mano agli americani?
Non so, non conosco alla perfezione la situazione. Mi auguro che questa proprietà riesca a fare come la famiglia Sensi, che ha dato tanto a questa squadra: io sono rimasto molto legato a questa famiglia, ha dato tanto a me, alla Roma e al futuro della Roma.

 

 

La Lazio di Petkovic l’ha stupita?
Petkovic e la sua squadra stanno facendo un grande lavoro, e finora sono stati premiati. Gli dobbiamo fare i complimenti, anche se sono i nostri avversari storici.

A suo avviso chi vincerà il derby lunedì sera, e chi sarà il protagonista?
Non so chi vincerà, mi auguro che vinca la Roma e che Francesco Totti mi faccia sorridere ancora. Ma non credo che la Lazio vorrà rispettare il mio pronostico. Io sono stato tifoso, allenatore e giocatore della Roma, e ovviamente mi auguro il meglio per lunedì.

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