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KLOSE sveste i panni di bomber…e si infila quelli da professore! Poi sul futuro…

Il panzer laziale si è prestato alle domande degli alunni ed ha svelato quale sarebbe stato il suo mestiere se non avesse sfondato nel calcio…

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NOTIZIE LAZIO – Grande sorpresa quest’oggi per gli alunni della Scuola Germanica Roma di Via Aurelia Antica: in vista delle vacanze natalizie, l’istituto ha deciso di fare a tutti loro un regalo, ospitando Miro KLOSE. Iniziativa realizzata in segreto: a metà mattinata gli insegnanti hanno interrotto le lezioni annunciando l’arrivo del panzer biancoceleste in aula magna che si è prestato, poi, alle domande di tutti gli studenti. Un tripudio per il giocatore teutonico, che ha avuto modo di parlare della sua vita come sportivo, dei suoi continui viaggi per motivi lavorativi che lo tengono lontano dalla sua famiglia, ma anche di come il suo sia un mestiere stupendo. Inevitabile tornare sull’ultima esperienza vissuta in Brasile, che è terminata con la Coppa del Mondo alzata al cielo ed il record di Ronaldo frantumato: “Ero felice di giocare titolare col Brasile. Nel 2006 io e alcuni miei compagni abbiamo giocato la semifinale in casa con l’Italia, quindi sapevamo quanta pressione c’era sui brasiliani. Per questo abbiamo attaccato da subito. Sapevamo pure che avevano delle lacune difensive e le abbiamo sfruttate. Contro il Ghana avrei dovuto stare sul primo palo. Qualcosa però mi diceva che la posizione giusta era sul secondo e feci gol. Segnare al Brasile è stato bellissimo, ho aiutato la squadra a raggiungere la finale e ho superato Ronaldo“. Il bomber di Opole ritorna poi sui motivi che l’hanno spinto a scegliere la LAZIO: “Al Bayern non mi facevano un contratto lungo. Avevo bisogno di garanzie. Si fece avanti la Lazio: bella squadra, bella città e la possibilità di mandare i miei figli in questa scuola dove si incontrano culture e nazionalità diverse. Era perfetto”. Poi il futuro. “Giocare, cosa che a me quest’anno non capita spesso, è bello. Era il mio sogno. Solo Dio sa cosa succederà, ma ho casa a Monaco e prima o poi tornerò là. A Roma sto bene, ma non ho visitato molto il centro perché muovermi per me non è facile”. In conclusione ha svelato anche quale sarebbe stato il suo lavoro se non avesse sfondato nel calcio: il carpientiere, visto che aveva frequentato l’apprendistato professionale. Tra il pubblico erano presenti i suoi due figli, Noah e Luan, anche loro iscritti alla Scuola Germanica.

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