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Accadde oggi. 5 novembre: auguri a D’Amico, l’enfant prodige che salvò la Lazio

La rubrica che racconta giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…

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ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste ma non solo. Il 5 novembre 1954 vede la luce uno dei giocatori più importanti e soprattutto talentuosi che i tifosi laziali abbiano mai visto giocare. Parliamo di Vincenzo D’Amico, nato a Latina e bambino prodigio anche se un po’ indisciplinato. Genio e sregolatezza, molto legato ai piaceri della tavola e spesso fuori forma anche se in buona parte compensata dal talento cristallino. Palla al piede è spesso imprendibile, qualità ed eleganza incredibili. Esordisce a 17 anni in Serie B con la maglia biancoceleste ma due gravi infortuni ne mettono a repentaglio la carriera. D’Amico ne esce grazie alla sua tempra e ricomincia, Maestrelli lo osserva e punta su di lui facendolo debuttare in Serie A nell’ottobre del ’73. ‘Vincenzino’ si conquista la fiducia col passare del tempo e diventa una pedina importantissima in quella Lazio, fino al primo gol contro il Bologna che lo fa scoppiare in lacrime.

IL LEGAME CON LA LAZIO E MAESTRELLI – Quella biancoceleste ormai è la sua maglia, la sua casa, ha 19 anni ma il legame è già di quelli profondi. Dopo qualche inciampo trova la rete anche nel derby e alla fine della stagione è campione d’Italia, premiato anche come miglior giocatore esordiente della Serie A e miglior giovane. Inizia però la parabola discendente della Lazio, che coincide con la malattia di Maestrelli, Vincenzo ne risente ma comincia anche a responsabilizzarsi in maniera importante caricandosi la squadra sulle spalle. Tommaso era per lui un padre, che lo ha fatto crescere come atleta e come uomo. Curioso ma significativo come Maestrelli avesse preso letteralmente in custodia il ‘ragazzino’, sequestrandogli soldi e patente per controllarne le finanze ed evitare eccessi. Controllava in maniera certosina anche i suoi movimenti a tavola grazie anche a Wilson: “Mi sentivo un deficiente, ma gli devo la carriera”, disse D’Amico di lui.

D’AMICO E’ LA LAZIO, MA QUANTI TORMENTI – Quando la carriera del Golden Boy sta per decollare definitivamente arriva un altro grave infortunio che gli fa saltare un’altra stagione, dove stava facendo faville in coppia con un certo Giordano. Siamo nel 1977, Vincenzo ha la forza di rialzarsi, di rifiutare l’Inter per dedicarsi anima e corpo a quella che ormai è diventata la sua Lazio. Negli anni bui delle condanne per il calcioscommesse D’Amico è l’ancora di salvezza dell’Aquila, la classe sopraffina che praticamente da sola la riesce a salvare dal baratro della C. La stagione di lontananza a Torino non fa che rafforzare il legame con questi colori, perchè Vincenzino, nel frattempo diventato capitano, ormai non riesce a star lontano dalla Lazio. In una società che naviga in acque tormentatissime è lui la stella polare che tiene a gallo tutto quanto. Il simbolo di tutta la sua carriera biancazzurra è sicuramente il match contro il Varese di Fascetti, Serie B 1982, quando sotto 2-0 con il destino della Lazio praticamente segnato da una retrocessione ormai imminente, salì in cattedra segnando una tripletta storica. La sua classe era rimasta intatta, così come la capacità di risolvere le partite. Finirà poi la sua carriera con la Ternana ancora tormentato dagli infortuni, ma in tempo per essere inserito di diritto tra gli uomini più importanti della storia della Lazio.

SPORT – Il 5 novembre 1994 il quarantacinquenne George Foreman diventa il più vecchio campione mondiale di pugilato nei pesi massimi, mandando k.o. Michael Moorer.

STORIA – Il 5 novembre 2006 Saddam Hussein, ex dittatore iracheno, viene condannato a morte nel processo di primo grado.

MUSICA – Il 5 novembre 1989 muore a New York all’età di 85 anni Vladimir Horowitz, uno dei pianisti più celebri ed acclamati a livello mondiale.

CINEMA – Il 5 novembre 1913 nasce Vivien Leigh, attrice vincitrice del Premio Oscari per ‘Via col vento’ e ‘Un tram chiamato desiderio’.

Francesco Iucca
TWITTER: @francescoiucca

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