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BASTA: “Abbiamo urgenza di fare punti. Siamo un grande gruppo, ma dobbiamo essere più furbi”

L’esterno biancoceleste lancia poi un messaggio ai tifosi: “E’ molto importante che tornino, soprattutto quando giochiamo in casa: il loro supporto ci mette le ali ed è indispensabile”…

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NOTIZIE LAZIO – Al termine dell’allenamento mattutino, svolto sotto un intensa pioggia, Dusan BASTA si è presentato ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 per presentare la sfida di domenica contro il CESENA. Ecco le sue parole:

Oggi allenamento sotto la pioggia…
“Sono contento come stiamo lavorando. Sono tornati tutti i nazionali, manca solo Paorlo che ritorna domani, speriamo che porti buone notizie. Ci stiamo preparando per la partita di domenica: stiamo lavorando bene”.

Che gara ti aspetti?
“Noi abbiamo bisogno, direi urgenza di fare punti. Per noi è molto importante. Della gara col Milan possiamo anche trovare cose buone, ma quando si perde va a male e possiamo fare meglio”

Cosa è andato male?
Noi volevamo essere propositivi, forse dobbiamo mettere qualcosa in più sul piano della cattiveria ed evitare di prendere gol ‘facili’“.

Ti aspettavi un Milan così?
“Onestamente no…”

Pronti per la sfida col Cesena, la prima in casa?
“Prima della partita non si può sapere mai, ma sono contento come stiamo lavorando. E’ vero che abbiamo cambiato parecchi giocatori e non è facile, ma possiamo fare bene”.

Come sta andando il tuo ambientamento?
“Bene, sta andando molto bene. Posso dire che Roma è una delle città più del mondo e sono contento di essere qui. Ho trovato casa vicino a Formello così mi evito anche il traffico, che ho sentito che è terribile (ride)”.

Come è stato il tuo ambientamento in Italia?
“Il primo anno, all’ultimo giorno di mercato, sono andato in prestito al Lecce. Ma è andato molto bene in generale: anche prima di approdare qui, dicevo spesso che sarei voluto venire in Italia. Magari negli anni ’90 era un campionato al top, ora è un po’ calato. Speriamo possa tornare ad alti livelli”.

Differenze tra calcio serbo e quello italiano?
“Lì ci sono solo due squadre importanti: Partizan e Stella Rossa. Quindi sono sempre le stesse squadre che lottano per il vertice e partecipano alle competizioni internazionali. Il calcio italiano è molto più tattico. In patria sono stato allenato per due anni da Zenga e mi ha abituato allo stile italiano”.

Come procede l’ambientamento di Djordjevic?
“Sta andando bene, è un ragazzo sveglio e non lo vedo in difficoltà”

I tifosi?
“E’ molto importante che tornino, soprattutto quando giochiamo in casa: il loro supporto ci mette le ali ed è indispensabile”

Il derby?
“L’ho giocato contro il Partizan, ma qui mi dicono che è molto più acceso. Noi dobbiamo pensare al derby, ma anche pensare partita per partita e quando arriva lo prepareremo. Penso che quella settimana non ci sarà bisogno che il mister ci motivi, visto che saremo tutti a mille”.

Con Pioli come va?
“E’ un allenatore che parla molto con noi ed è una cosa fondamentale: se una cosa non va riesce a comunicarla e il giocatore comprende subito l’errore”.

E il rapporto con la squadra?
“Bene, appena sono arrivato ho visto subito che sono tutti bravi ragazzi. Anzi, forse dentro al campo dobbiamo essere più furbi perché l calcio è così”.

Passiamo alla nazionale: come procede con la Serbia?
“Stiamo vivendo una fase di ricambio generazionale. I tifosi si aspettano che ci qualifichiamo per gli Europei e un po’ di pressione c’è. Abbiamo cambiato ct, è arrivato Advocaat, un nome importante, ora avremo due partite ad ottobre e speriamo di fare bene”.

Anche in nazionale giochi da terzino in una difesa a quattro…
“E’ sempre meglio giocare sempre nello stesso posto. Io ho sempre giocato nella mia vita sulla fascia. La panchina con la Francia? In genere Ivanovic gioca al centro, stavolta ha giocato lui sulla fascia destra”.

Ivanovic è un giocatore col vizio del gol, ma anche tu ti sai far valere…
“Su quel ruolo, con la difesa a 4, bisogna pensare prima a difendere. Poi se c’è la possibilità di aiutare la squadra in avanti ben venga”.

Punto di forza?
“Il gruppo: vedo tutti bravi ragazzi, abbiamo fatto un bel lavoro. L’importante è che nessuno si senta un fenomeno, ma non c’è questo rischio. Con la compattezza possiamo fare bene”

Con i giovani come va?
Devono seguire come modello i più grandi e potranno fare bene”.

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