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BOLLINI: “Resto alla LAZIO per onorare lo SCUDETTO. Vogliamo migliorarci ulteriolmente”

Il tecnico della Primavera ritorna sulla vittoria di quest’anno: “Siamo cresciuti soprattutto a livello di mentalità, come abbiamo dimostrato vincendo da grande gruppo”…

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TROFEO BEPPE VIOLA BOLLINI 03

NOTIZIE SS LAZIO – Dopo alcuni rumors di mercato che lo vedevano lontano dalla LAZIO, Alberto BOLLINI è pronto a ripartire alla guida della PRIMAVERA biancoceleste più carico che mai. E’ quanto si evince dall’intervista che l’allenatore ha rilasciato a ‘lalaziosiamonoi.it‘:

Questo successo è più bello rispetto a quello del 2001?
“Quando vinci è sempre bello. Questo è stato un trionfo curato nei dettagli con il mio staff, che ci ha messo grandissima passione. Ma soprattutto è stato inaspettato, quindi ancora più bello. Il gruppo era formato da molti debuttanti: tre in pianta stabile dagli Allievi – Pollace, Filippini e Crecco, più Lombardi che ha fatto cose importanti – e giocatori come Keita e Tounkara che abbiamo avuto a disposizione solo a metà stagione. Mettere insieme tutte questi inserimenti non era preventivabile, ma c’è stata una crescita esponenziale. I risultati sono stati la fotografia del nostro lavoro. Abbiamo chiuso quarti il girone d’andata, quindi abbiamo disputato un ottimo Torneo di Viareggio, senza subire cali nel finale di stagione. Vincere a Napoli, vincere il derby a Trigoria sono state prove di grande carattere e fonti di autostima. Siamo cresciuti soprattutto a livello di mentalità, come abbiamo dimostrato vincendo da grande gruppo”.

Si è invertita la rotta nella Capitale? Ora è la Lazio e non più la Roma a essere punto di riferimento a livello giovanile?
“Il settore giovanile e la Primavera soprattutto vanno ad annate. Noi, lavorando su dei piccoli orticelli, siamo riusciti a ottenere grandissime piantagioni. Questo ha impreziosito il simbolo del nostro club, in un momento in cui è arrivato il grande successo della prima squadra in Coppa Italia. Non so se siamo diventati il riferimento del calcio romano o italiano, certo questo Scudetto pubblicizza in modo fantastico la nostra maglia. Abbiamo sempre grande rispetto per la Roma, in questi anni ha regalato tantissimi giocatori al professionismo, un risultato molto importante per il settore giovanile”.

Per alcuni dei suoi ragazzi immagina un futuro immediato in prima squadra – pensiamo a Keita, Tounkara o Cataldi – oppure il suo consiglio è quello di fargli fare esperienza altrove?
“Gli allenatori tante volte vivono della gratificazione legata alla crescita dei singoli. In questo mese mi sono arrivati tanti complimenti da altri club, dai miei ex giocatori. Ho ricevuto un premio bellissimo, il Beppe Viola, che mi ha gratificato molto perché è intitolato “Cultura e Sport”; adesso quest’ultimo riconoscimento di Tuttomercatoweb.com. Sul capitolo giocatori, non mi è stata fatta mai una domanda sulle stagioni passate o sulla crescita dei singoli. Nel 2007 ero sulla panchina della Fiorentina e arrivai in semifinale contro la Sampdoria, con cui l’anno prima ero giunto in finale: in campo c’erano diciotto giocatori su ventidue che io avevo allenato nell’anno solare. Per me fu una grande soddisfazione, tantissimi di quei diciotto giocatori ora sono diventati professionisti. Allora io mi chiedo sempre: è più importante la crescita del singolo o il risultato? Credo che sia un aspetto culturale. La Lazio sta facendo un lavoro straordinario, già l’anno scorso con l’inserimento di Rozzi e Onazi. Quest’anno saranno il direttore sportivo e l’allenatore a scegliere gli elementi che potranno far parte della prima squadra. Con i ragazzi non bisogna avere fretta, gli va data anche la possibilità di sbagliare. La Primavera ancora oggi è un grande laboratorio, dove si può far crescere il ragazzo in maniera più completa rispetto ad andare in giro a farsi le ossa in club dove poi magari i giovani vengono accantonati”.

Tra i ragazzi che si sono messi in mostra, Tounkara potrebbe rappresentare un futuro campione?
“Bisogna fare attenzione ad abbinare la parola “campione” a un giovane, Tounkara o non Tounkara: la parola “campione” può far rima con “illusione”. Bisogna stare attenti all’età e all’esperienza del ragazzo. Noi abbiamo dei ragazzi – Tounkara  compreso – che hanno ampi margini di miglioramento e possono diventare professionisti. Per diventare grandi campioni le componenti sono tante, soprattutto la cultura, l’educazione e il comportamento. Dobbiamo essere bravi  noi allenatori e dirigenti a creare queste basi. E’ chiaro poi che devi avere anche la cilindrata tecnica. Ragazzi come Tounkara, Keita o Cataldi hanno fatto benissimo in questa fase finale di stagione e hanno le caratteristiche per crescere. Ma questi sono solo esempi, senza voler fare distinzione”.

Petkovic ha già parlato con lei proprio riguardo a questi giovani?
“Con il mister ci siamo visti due giorni dopo la finale di Coppa Italia, abbiamo avuto una chiacchierata molto umana e professionale. Mi ha fatto un immenso piacere vedere lui, il direttore sportivo e il presidente alla nostra finale, in quell’occasione mi ha rivolto lui i complimenti. Non abbiamo parlato di dettagli tecnici, anche perché io ho un confronto diretto con il direttore sportivo e sarà lui con Petkovic a decidere chi portare in ritiro”.

Anche nei settori giovanili ci sono molti ragazzi stranieri: è un trend che lei appoggia o per lei sarebbe bello avere più giocatori provenienti dal territorio locale?
“Il calcio è cambiato e nel cambiamento c’è anche una componente di adattamento. Roma calcistica non ha nulla da invidiare a nessuna nazione al mondo. Il territorio e soprattutto questa città sarebbe in certi momenti fondamentali per poter creare squadre competitive. E’ chiaro che l’apertura delle frontiere, un concezione del calcio a livello globalizzato portano a impreziosire la valorizzazione del singolo e la gestione economica delle società”.

Lei ha avuto contatti con squadre professionistiche, ma alla fine ha scelto di rimanere alla Lazio. C’è qualcosa che lei vorrebbe migliorare in questo settore giovanile?
“Quando uno ha avuto tante richieste, vuol dire che ha fatto un ottimo lavoro, che condivido con la società e con il mio staff, dotato di grande passione e professionalità. Rimango alla Lazio perché ho ricevuto tanti attestati di stima, sono molto legato alla categoria Primavera e voglio onorare questo Scudetto. Si può sempre migliorare. La Lazio ha la possibilità di organizzarsi al meglio come settore giovanile, creando un dialogo aperto tra gli allenatori e le varie categorie. La dislocazione degli impianti non ci aiuta, il presidente ha detto che vuole essere attento al settore giovanile. Si cercherà di costruire le impiantistiche giuste, perché i settori giovanili compatti e uniti investono proprio su questo aspetto”.

 

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