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CANA: “Dobbiamo guardare al futuro con fiducia, ce la giocheremo fino alla fine. I risultati? Merito di Petkovic”

L’albanese parla anchedi come si trova nella difesa a tre: “Giocare con Biava e Ciani è facile: loro ti capiscono subito e tu li capisci subito”…

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LAZIO SIENA 2 Cana

NOTIZIE SS LAZIO – L’introduzione della difesa a tre e la definitiva presa di coscienza sul ruolo di difensore stanno facendo scoprire ai tifosi della Lazio un Cana decisivo: nelle ultime giornate si è finalmente quel “Guerriero” che tutti si attendevano dal suo sbarco nella Capitale. Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio il giocatore albanese racconta le sue sensazioni su questo cambio di ruolo e commenta il momento della squadra:

Com’è essere secondi, in lotta per lo Scudetto?
“E’ una bella cosa. Soprattutto la mentalità, l’ambiente, l’atmosfera dentro la squadra, tra la società e i tifosi sono la cosa più bella da vivere. Non abbiamo ancora fatto nulla, ma far sognare i tifosi e ricevere tutto questo sostegno è una grande cosa”.

Che aria si respira nello spogliatoio?
“C’è un’atmosfera positiva, siamo competitivi. Abbiamo tanti impegni, molti obiettivi ambiziosi e non possiamo certo essere soddisfatti e adagiarci. La gente è abituata a una Lazio che lotta in Europa. Dobbiamo guardare al futuro con fiducia”.

La Juventus?
“Guardavo il campionato italiano anche prima di arrivare a Roma, sicuramente in un anno e mezzo la Juve ha avuto una trasformazione straordinaria. Sono la squadra più forte del campionato e i favoriti per la vittoria finale: se giocano come sanno sono quasi intoccabili. Noi però possiamo competere con tutti, su tutti e tre i fronti. Giocheremo contro di loro in Coppa Italia, penso che ce la possiamo fare. Preferirei giocare la prima gara in casa, dove potremmo fare subito risultato. In campionato loro rimangono i favoriti, ma noi proseguiamo a testa alta”.

Quale sarà adesso la tappa più difficile per la Lazio?
“Nel calcio le cose possono cambiare con grande velocità. Se siamo a questo punto è merito nostro, nessuno ci ha regalato nulla. Sappiamo anche che in tre partite, se viene a mancare qualcosa, perdi terreno. Il difficile viene adesso, noi però ce la giocheremo fino alla fine”.

Come ti trovi a giocare centrale nella difesa a tre?
“Ci ho giocato un po’ in Nazionale. Poi sta all’intelligenza del giocatore, alle sue capacità fisiche e all’esperienza: quando hai questo puoi fare tutto. Giocare con Beppe (Biava ndr) e con Mika (Ciani ndr) è facile, loro ti capiscono subito e tu li capisci subito quando ti parlano. Come esempio per questo ruolo, mi viene in mente Marcel Desailly. Alla Lazio mi hanno preso anche per questa mia adattabilità. Se giochi di meno, inoltre, è più facile rientrare in campo e giocare da centrale difensivo. Personalmente sono molto felice quando gioco, mi trovo molto bene anche dietro. Il prossimo anno vorrei continuare a giocare in difesa, spero alla Lazio o – se dovrò andare via – da un’altra parte. In questi ultimi due-tre anni ho giocato di più dietro, ma io mi diverto anche solo stando in campo. Al PSG ho giocato le mie prime partite con gente come Ronaldinho, Okocha, Anelka e lì ho capito di voler dare al massimo per giocare fino a quando la salute lo permette. Poi ho molte partite alle spalle, quasi 450 match ufficiali, quindi in futuro mi concentrerò più a giocare in difesa”.

Che partita ti aspetti contro il Palermo?
“Una partita molto dura. E’ una società che ha fatto bene nel campionato italiano, arrivata anche nella parte alta della classifica. C’è anche Ujkani, il portiere della nostra nazionale, con cui mi sento ogni tanto. Ora hanno molta pressione, vincere contro di noi sarebbe una spinta in più per loro. Tra le prossime gare, è una delle partite più difficili per noi”.

Che difficoltà c’è nell’incontrare squadre che devono salvarsi e che sul mercato stanno cambiando molto?
“Dipende anche dalla nostra mentalità. Le difficoltà arrivano perché queste squadre non hanno nulla da perdere. La nostra qualità può fare la differenza, ma se ci mettiamo anche solo il 3% in meno del carattere rispetto a queste squadre, le cose diventano difficili. Dobbiamo essere sempre preparati mentalmente e pronti nei contrasti”.

Quanto c’è di Petkovic in questa Lazio?
“Quando una squadra va bene, il merito è anche dell’allenatore. Il mister conosce sempre di più i giocatori, noi abbiamo un grande rapporto con lui, c’è grande rispetto reciproco. Inoltre ci fa sentire tutti importanti. A livello di gioco, vuole che giochiamo in maniera offensiva, ma senza essere squilibrati. I risultati sono merito suo”.

Cosa hai pensato quando Denis ha salvato il tuo gol sulla linea?
“E’ stato bravo, perché era di spalle, ha fatto un gran gesto tecnico. Mi è dispiaciuto, eravamo sullo 0-0 e quest’anno ancora non ho segnato”.

E quando Ciani ha preso per il collo De Luca? Sei corso in sostegno di Michael…
Ero più in difesa di De Luca (ride ndr). Quando gioco io dò tutto, non mi fermo mai nei contrasti, senza voler far male a qualcuno. Ma a gioco fermo non serve fare queste cose, rischiare il cartellino. Mika è un bravissimo ragazzo, non si comporta così in modo gratuito; neanche De Luca ha agito in maniera cattiva, era meglio finirla subito lì”.

Giocando a centrocampo, però avresti più possibilità di provare la conclusione?
“L’ho fatto lo scorso anno qui, provando a inserirmi. Poi io adoro tirare da lontano. A questo punto per segnare sono fondamentali per me i calci piazzati”.

A parte la Juventus, chi temi delle altre avversari?
“Penso che Napoli e Inter siano le più forti, con un piccolo vantaggio per i partenopei”.

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