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Galatasaray, la Lazio all’esame di turco col professor Yilmaz

Alla scoperta del prossimo avversario dei biancocelesti in Europa League…

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LAZIONEWS.EU – La Lazio conosce il proprio destino, l’urna non è stata benevola. Sulla strada per Basilea i biancocelesti dovranno superare l’ostacolo turco. Evitato lo spauracchio Fenerbahce, che costò l’eliminazione a Vladimir Petkovic, c’è un’altra squadra del Bosforo per la truppa di mister Pioli: è il Galatasaray. 

LA STORIA – Il Galatasary nasce nel 1905 quando cinque ragazzi decidono di fondare una polisportiva. Vengono inizialmente scelti come colori sociali il bianco e il rosso (dalla bandiera turca) poi, nel 1906, si passa al giallo e al nero, sino al 1908. La prima sede è il negozio di un lattaio bulgaro del quartiere di Galata Sarayı, che in turco significa palazzo di Galata e deriva dal fatto che la scuola degli studenti fondatori si trova nel quartiere di Galata, la cittadella medievale genovese allora esistente a nord del Corno d’Oro. Nel 1912 la squadra viene registrata ufficialmente: è l’inizio della storia del club turco. I primi successi arrivano negli anni ’60: nel 1962 il primo scudetto al quale ne seguiranno altri 4 consecutivi che fecero nascere la rivalità con gli altri club della città, Fenerbahce e Besiktas. La gloria europea arriva nel 2000, l’anno magico della società. Il Galatasaray affronta l’Arsenal nella finale di Coppa Uefa: è un trionfo, i rigori premiano i turchi, accolti al ritorno in patria come eroi nazionali: nessun club della penisola anatolica aveva mai vinto un trofeo internazionale. Passano pochi mesi ed è l’apoteosi: il Galatasaray batte anche il Real Madrid, i supplementari premiano gli uomini allora allenati dall’imperatore Terim.

LA STAGIONEI giallorossi sono retrocessi dalla Champions League, giustiziati da Atletico Madrid e Benfica. Cinque punti per loro, una vittoria contro i portoghesi e due pareggi racimolati al cospetto della non irresistibile Astana. I Leoni di Istanbul non sono più quella corazzata che faceva paura all’Europa intera, ma tradizione e blasone non si perdono certo con una stagione disgraziata. Anche in campionato la squadra di Denizli non entusiasma: quarto posto dopo 14 giornate, meno 8 dal Fenerbahce capolista, ma con una partita in meno. Venti scudetti in Turchia, 16 coppe di Turchia, 14 Supercoppe nazionali, una Coppa Uefa e una Supercoppa Europea, la polisportiva più grande del paese, proprio come la Lazio: pochi i punti di contatto con i biancocelesti, due mondi agli antipodi che si incontrano grazie allo sport. Un precedente tra le due squadre: era la stagione 2001/02, fase a gironi della Champions League: finì 1-0 per i capitolini all’Olimpico, sconfitti poi nel ritorno con lo stesso punteggio. C’è anche un altro precedente, nel 2008, ma era un’amichevole.

TANTI INCROCI – Italia e Turchia, due paesi molto diversi tra loro, ma unite da un filo comune: quello del calciomercato. Dici Galatasaray, pensi Burak Yilmaz: la telenovela più seguita del mercato laziale recente. Prima vicini, poi lontani, la Lazio e l’attaccante si sono sfiorati in più occasioni. Quattro anni di ammiccamenti, la prima volta nel 2012: Yilmaz giocava ancora nel Trabzonspor, l’affare era praticamente chiuso, ma sfumò sul più bello. L’anno dopo il ritorno di fiamma, Petkovic in panchina: sembrava la stagione buona, ma così non fu. Poi un ritorno di fiamma, qualche tempo dopo, ma anche stavolta non ci furono margini per trattare. Un matrimonio che non s’ha da fare. Dall’attacco al più estremo difensore, tra i pali turchi c’è Muslera, ex mai troppo rimpianto dalle parti della Capitale. Altre vecchie conoscenze del calcio popolano la squadra turca: Sneijder e Podolski. Il primo vincitore del triplete nerazzurro, il secondo meteora a Milano; due soggetti da tenere sicuramente sott’occhio.

L’AMBIENTE – I giallorossi si muovono con un 4-2-3-1 tutta fantasia: alle spalle dell’unica punta Burak Yilmaz c’è un trio da far invidia a molti: Podolski, Sneijder e Oztekin. A difendere i pali Muslera, in difesa spiccano i muscoli di Chedjou, affiancati dall’esperienza di Balta e Sarloglu. Attacco spaziale e fragilità difensiva, una caratteristica tipica del calcio turco degli ultimi anni. Squadra esperta quella turca – l’eta media si aggira sui 30 anni – che fa della fisicità la sua principale forza. Da brividi l’atmosfera della Turk Telekom Arena, vera arma segreta dei turchi: in casa, il Galatasaray, ha perso due sole volte tra campionato e Champions League. 

Matteo Vana

 

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