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GAZZETTA DELLO SPORT. Livorno piange il suo MORO

Una sintesi dell’articolo de La Gazzetta Dello Sport. In 10.000 al Picchi per l’ultimo saluto: gli sarà dedicato un settore. Domani funerali a Bergamo…

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GAZZETTA DELLO SPORT. Livorno piange il suo MORO

Una sintesi dell’articolo de La Gazzetta Dello Sport. In 10.000 al Picchi per l’ultimo saluto: gli sarà dedicato un settore. Domani funerali a Bergamo…

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Commozione ieri al Picchi di Livorno, quando il Moro è tornato, per salutare i suoi tifosi, prima di tornare definitivamente nella sua Bergamo. Urlando contro il cielo suonava ieri pomeriggio allo stadio, mentre PierMario faceva il giro di campo. Alle quattordici e cinquantatré Mario è sotto la curva Nord, davanti allo striscione «Avevi la nostra maglia, ciao Moro», e tra i cori mischiati alla note degli altoparlanti: «Uno di noi, o Moro uno di noi»; Ligabue spara una delle canzoni preferite da Piermario. Allo stadio Picchi, quartiere Ardenza, sono arrivati in diecimila, appoggiati in tribuna e sulla Nord. Sull’altra curva è appeso uno striscione «Hai combattuto per la nostra fede, assenti per legge, presenti con il cuore», lo hanno fatto portare i detenuti del carcere Le Sughere. Dalla gradinata esce invece il Moro, la foto incorniciata fissata al parabrezza del carro funebre. Sul feretro, passato da Roma e scortato dall’arrivo a Firenze, le sciarpe di Livorno, Vicenza, Pescara. Il lento giro dello stadio, coperto dai fittissimi applausi, poi dal grido «Morosini alé», porta Piermario sotto la tribuna e di fronte ai compagni in lacrime; Luci e Vono appoggiano la corona di fiori gialli, si avvicinano Mazzoni e Madonna, l’allenatore. Il gruppo è schierato spalle alla tribuna con la maglia venticinque e si stringe forte quando il Moro, pochi attimi dopo, riparte e non tornerà più. Il vescovo, Monsignor Giusti, nel silenzio, benedice l’ultimo viaggio: «Continuerai a vivere in coloro che ti hanno amato, supererai le barriere della morte per essere vicino ai tuoi cari». Ci sono carabinieri in alta uniforme, campioni del passato livornese, da Eto Soldani, vice scudettato del 1942-’43, a Igor Protti, poi una rappresentanza di giovani del Pisa (in mattinata quattro giocatori della prima squadra avevano lasciato fiori davanti al cancello). Ci sono (commossi) i calciatori dell’Empoli (Tavano assente per una colica renale). Parla Maccarone: «E’ stato il gruppo a scegliere di esserci, credo che ognuno di noi abbia un destino scritto. Paura? Forse all’inizio, ma pensate che in Inghilterra io ho fatto un solo controllo in quattro anni».

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