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GREGUCCI su PETKOVIC: “Progetto tattico poco chiaro”. Poi lancia messaggi d’amore alla LAZIO…
L’ex biancoceleste aggiunge: “I calciatori si sveglino! Non deve servire un traghettatore per finire degnamente la stagione, sarebbe indice di scarlo livello morale…”
NOTIZIE SS LAZIO- E’ uno dei calciatori più amati della storia biancoceleste, in uno dei periodi più bui. Ora è allenatore, è stato il collaboratore di Mancini al Manchester City, ma è sempre ricordato con affetto dai tifosi della Lazio. Angelo Adamo Gregucci ha voluto dire la sua sua sul momento molto difficile dei capitolini e del suo allenatore Petkovic, con un occhio sul suo futuro in panchina. “Non conoscendo fino in fondo la realtà delle cose rischierei di essere approssimativo e superficiale nel commentare il lavoro quotidiano di un collega. Per questo, posso solo limitarmi a commentare quello che vedo in campo. La squadra sta vivendo un periodo di difficoltà, inutile negarlo, ma Petkovic ha mostrato anche diverse cose buone da quando è arrivato a Roma. Il suo punto di forza è sempre stato l’equilibrio, ora invece si trova sotto bombardamento. L’unica cosa che posso imputare al tecnico è la scarsa chiarezza del progetto tattico. Ho visto molti cambiamenti nelle ultime partite e bisogna capire a cosa sono dovuti. Gli infortuni, certamente, sono una variabile importante. La Lazio ha perso molto con l’assenza di Biava- prosegue a ‘calciomercato.it’- che, pur essendo piuttosto avanti con l’età, è uno dei migliori difensori a disposizione di Petkovic. A Genova non ho visto identità tattica e il primo passo da fare è ricostruirla. Anche i calciatori, però, devono darsi una mossa. Sarebbe umiliante sapere che serve un cambio di allenatore per rialzarsi, che c’è bisogno di un traghettatore per finire degnamente la stagione; questo sarebbe indice di calciatori di basso livello morale. I calciatori devono rappresentare in modo prestigioso la maglia che, tra le altre cose, reca anche il loro cognome. Il mio futuro? Recentemente non ho avuto alcun tipo di contatto. Ho un gran desiderio di tornare a fare quello che ho sempre fatto con estrema professionalità, cioè allenare. Voglio dimostrare quanto valgo. Io alla Lazio? Non dipende da me, ma dalla società. Io sarei disposto ad allenare qualsiasi squadra, ma non ho mai nascosto i miei sentimenti e il mio senso di appartenenza per questa società. Se dovesse arrivare una chiamata di Mancini ed io, nel frattempo, non avessi trovato una sistemazione, sarei disposto a raggiungerlo in Turchia”.
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