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L’appello accorato di DE MARTINO: “Ripartiamo insieme, amiamo tutti la stessa donna. Mercato? Lavoriamo 24 ore al giorno”

Il responsabile della comunicazione biancoceleste aggiunge: “Lotito è un capoccione, non riesce a esternare i suoi sentimenti. Il percorso della Laizo così difficile lo ha indurito…”

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NOTIZIE SS LAZIO- Il primo passo verso un futuro più roseo e sereno è sicuramente quello di riavvicinarsi alla tifoseria. Lo sa Lotito, lo sa la società e la presentazione dell’Academy è un primo tassello verso questo obiettivo. Alle parole del presidente Lotito pronunciate lunedì, si aggiungono quelle del responsabile della comunicazione biancoceleste Stefano De Martino, intervenuto ai microfoni di ‘Radio Radio’, che inizia a parlare proprio del patron Lotito. “Il giudizio è peggiore rispetto alla persona. Il suo carattere risulta in maniera negativa rispetto al sentimento che ha, lunedì ha parlato col cuore, lo fa di solito solo all’interno. Io so il suo pensiero e quanto ama questi colori. Lo ha fatto lunedì, momento fuori dalle telecamere, ed è emerso il suo reale pensiero, che non traspare mai. I giudizi sono condizionati dall’antipatia per il carattere e non dal lavoro e dai numeri, che parlano per lui dal momento che abbiamo alzato più trofei di Roma, Fiorentina e Napoli. La Lazio riflette quotidianamente e dove può migliorare nel rapporto lo deve fare. Mi dispiace che ci siano i ‘pro’ e i ‘contro’; la Lazio ora è meno forte perchè manca di unione ed è il pensiero della società. Quello biancoceleste è il tifo più bello, mentre spesso è etichettato in certi modi e va cambiato anche questo anche nell’ambito della comunicazione. Quello di lunedì è un piccolo passo di un lungo percorso. Non c’era Reja? Era in programma che partisse per le vacanze con la famiglia, il resto non è di mia competenza”. Quella con la tifoseria laziale è un rapporto però sempre più logoro, una spaccatura molto difficile da colmare. “C’è grande disaffezione, ma tutti abbiamo in comune l’amore per questi colori. Con questa base si può ripartire insieme, è qualcosa che ci unisce, una cosa talmente forte che possiamo unirci in maniera più forte di prima. La tifoseria è il collante e la società lo sa. Ripartiamo con spirito ed energia nuova, ripartiamo insieme. Il presidente lo ha detto lunedì, ‘aiutatemi a uscire da questo ruolo di padre che deve battere i pugni sul tavolo’; io conosco l’azione quotidiana, la voglia di crescere, ecco facciamolo insieme”. Perchè il presidente non ha voluto partecipare alla festa del 12 maggio? “Dovete chiedere a lui, io penso che sia stata una giornata fantastica, abbiamo fatto quello che potevamo, la disponibilità della Lazio c’è stata e ci sarà. Speriamo di vivere tante altre di quelle giornate. Non esiste nessun muro contro muro, aiutiamoci a ripartire a che con chi la Lazio la racconta tutti i giorni, parlando da dirigente e da tifoso. Dal 2008, quando sono entrato in società, sono state fatte tante cose, ma ora c’è un sentimento di disaffezione e ne siamo consapevoli. L’invito è quello di cercare di accorciare le distanze, c’è la voglia da parte nostra; il primo passo è ovvio che spetti alla società e la prima riflessione è stata fatta già lunedì. Lotito è un capoccione, non riesce a esternare i suoi sentimenti. Il percorso della Laizo così difficile ha indurito un po’ l’uomo Lotito, ma il suo limite è stato quello di non far vedere i suoi sentimenti. Il mercato? Ci sono idee chiare e grande volontà per riscattare questa stagione, si lavora h24 poi il campo sarà giudice. Recuperando insieme il rapporto passo dopo passo ricordandoci l’amore per la stessa donna, la Lazio”.

 

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