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Maximiano: “Sono cresciuto molto. Arrivare in Italia è difficile”

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Luis Maximiano in azione durante Lazio - Bologna di Coppa Italia

LAZIO MAXIMIANO INTERVISTA – Quella di Luis Maximiano in biancoceleste è stata un’avventura, fin qui, non molto felice. Arrivato per fare il titolare, dopo un esordio horror contro il Bologna, terminato dopo appena 4 minuti con un’espulsione, l’estremo difensore è stato relegato al ruolo di secondo portiere alle spalle di Provedel, non trovando più spazio con Sarri. Il portiere classe 1999, al termine della seduta mattutina di allenamento ad Auronzo, ha parlato ai microfoni ufficiali della Lazio dei primi giorni di ritiro e della sua esperienza in Italia.

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Lazio, le parole di Maximiano

“I primi giorni c’è stata un po’ di pioggia, oggi fa più caldo e ci sono le condizioni per fare un ottimo lavoro. Il ritiro sta andando bene, penso che il mister sta già allenando forte, noi stiamo bene e siamo arrivati qua in ottima forma. Sono solo 5 giorni che siamo ad Auronzo, ma sono contento del lavoro che stiamo facendo. Arrivare in Italia è sempre difficile, ho vissuto esperienze diverse rispetto a quelle che avevo vissuto negli anni passati. Non capivo quello che mi dicevano e mentalmente era difficile, oggi è cambiato tutto, non mi sono mai sentito così bene. Mi sto trovando bene con il nuovo metodo di allenamento per i portieri, anche con Grigioni si lavorava bene, ma sono felice di come ci stiamo allenando. Io e Provedel cerchiamo di lavorare al meglio, parliamo molto, se non capisco qualcosa glielo chiede, mi piace lavorare con lui”.

Cambiamenti e futuro

“Come sono cambiato? Il modo di fare il portiere in Italia è diverso rispetto ai paesi dove ho giocato, ci sono cose che nella mia carriera non avevo mai fatto, cambia il modo di attaccare la palla, l’uno contro uno e non sono. Sono contento di vivere queste esperienze, anche se ho passato anche cose brutte. Mentalmente sono cresciuto molto, sono pronto per quello che mi riserverà il futuro. È difficile quando arrivi e ti chiedono cose diverse, ti prova mentalmente, pensi che tutto ciò che facevi prima non era giusto. Fisicamente sto bene, qua si lavora più sul campo rispetto a casa e quindi è normale che qualche dolore ci sia. La vita da padre? È difficile stare lontano da mio figlio, mi manca. Vederlo crescere e non esserci mi dispiace, ma fa parte del mio lavoro. Sono uno che valorizza molto i momenti a casa con la famiglia. Siamo calciatori per 15/20 anni, poi per il resto della vita potrò stare con lui”.

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