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LOTITO: “Obiettivi? Non sono abituato a fare previsioni. Perchè Petkovic e non Zeman? Lo gradivo di più”

Il presidente biancoceleste, ospite del programma Globo, risponde alle numerose domande…

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Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è stato ospite di Blogo in diretta, la trasmissione web condotta da Antonello Piroso, dove ha parlato di numerosi argomenti, sottolineando le situazioni di alcuni giocatori della rosa. Vediamo quello che ha detto:

Sul caso Diakité e le parole di Moratti: “Normalmente si arrabbiano i cani. Non penso che Massimo abbia esternato nei termini letti le sue idee. Le mie parole sono arrivate dopo la mia opinione sul Caso Sneijder. Ho detto che bisogna porsi il problema se i contratti possono essere visti, anzi rivisti. Come mai i calciatori che hanno dei legami di una certa durata, chiedono il ritocco in caso di buone prestazione, e non accade il contrario? Ora sono intervenuti una serie di parametri, come il fair play, che io ho applicato da 9 anni a questa parte, per cui bisogna riflettere se è giusto salvaguardare il collettivo per il singolo. Alla luce di questi fattori l’interlocutore mi disse ‘Ma come difende Moratti che le ha portato via Pandev ed ora Diakité’. E sulla scorta di questa io ho risposto che non ho prova di questo. Nel caso questo caso fosse poi appurato, ci saremmo fatti valere nelle sedi opportune. Il giorno dopo i giornali hanno scritto che Moratti ha replicato, ma non è così. Sono i famosi giochetti giornalistici per mettere le mine e fare inciampiare. Io non ho neanche chiamato Massimo, ho sentito un suo collaboratore. L’interessamento di una squadra di Nord è una dichiarazione di qualche mese fa, dopo la quale mi sono solo preoccupato di fare una telefonata di cortesia. Oggi non ci sono problemi. Moratti non è interessato”.

Quando giocherà Zarate?: “Gioca se l’allenatore lo ritiene giusto. Ora è infortunato. Nel mio cuore? Non c’è una classifica, perché metterei a repentaglio l’equilibrio del gruppo. Io posso solo essere più o meno soddisfatto delle prestazioni. E’ chiaro che l’allenatore sceglie i titolari in funzione delle potenzialità del giocatore in quel momento, e della forza dell’avversario. Cedibile? Io ritengo che tenere un giocatore a forza non sia giusta. Le prerogative per venire alla Lazio sono 3, e tutti le conoscono. E’ chiaro che tutti i calciatori devono rispettarle. Se avremo una proposta indecente, rapportata al contesto in cui versa la società, alla necessità di reinvestire i soldi e alla condizioni attuali dell’atleta. Io ora vedo la clausola di Cavani, 95 milioni di euro. Io capisco che se arriva un’offerta del genere, anche su quelli che io ritengo incedibile, farei lo stesso, per poi rinforzare la rosa”.

Obiettivi della Lazio: “Non sono abituato a fare previsioni. I risultati dipendono da fattori imponderabili. L’arbitraggio di Lazio-Parma? Non ne parlo mai, neanche dopo il match di Firenze. I fattori imponderabili sono infortuni, concentrazione, tensione agonistiche. Una squadra che gioca ogni tre giorni, e al momento siamo in 5, necessitano di avere una tensione sempre al top per esprimere le potenzialità. Poi sono fattori anche il palo, la traversa. Li subentra anche la visione fatalistica della fortuna. Io ho una concezione escapologica della vita, io sono un cristiano praticante e vedo la divina provvidenza. Io penso che ci sia qualcuno che ti consente di fare delle cose”.

Rapporto con i tifosi: “Quando la Lazio è stata tirata in ballo io ho ritenuto giusto e doveroso difenderla. Io ho rapporti con i vari ambasciatori di Israele, ed ho sempre predicato il rispetto di questi valori. Dopo una serie d’iniziative, messe in campo per cercare di far capire ai tifosi che serve un atteggiamento di rispetto, dove c’è una critica costruttiva sugli sbagli, e un plauso per le cose fatte bene, da Gascoigne a Sandri, anche la Curva ha cambiato un po’. Paura? Mai avuta, non la provo. Non perché sia pazzo, ma perché ho la mentalità del combattente e non del reduce. Sono indomito, con l’atteggiamento pugnace. Non posso avere paura. Quando tu stai in guerra sai di rischiare. Questo avviene nella mia vita quotidiana. Mi piacciono le sfide, e la Lazio è stata una di queste. Quando presi la società in quelle condizioni venni considerato un matto, aldilà delle strumentalizzazioni di carattere politico. Si crearono delle contrapposizioni, dissero che ero amico di Storace. In realtà tutto nacque tutto perché presi la Lazio. Io ho un’estrazione umanistica, dove c’è un’appartenenza esaltata della collettività. Io sono sempre stato tifoso della Lazio, sin da bambino. Da quando ho 6 anni penso solo ai biancocelesti. Quando assumo un impegno, lo onoro. Sono coerente, non assumo mai posizioni per interessi. Tutto questo, unito, riunisce quanto accadde. Io, espressione imprenditoriale territoriale della Provincia di Roma, con un senso di appartenenza alla Lazio, difensore della polis, ebbi l’occasione di esprimere le mie potenzialità. Presi quella come una sfida estrema. In quel momento io risposi alla gente che chiedeva aiuto”.

Sul tifoso del Tottenham ferito: “ Era giusto e doveroso andare dal ragazzo che era venuto a Roma per una partita fra Lazio e Tottenham, colto da una situazione spiacevole. Volevo testimoniare la nostra presenza materiale e il nostro affetto, con supporto alla famiglia che non avevano la possibilità di rimanere nella Capitale. Noi ci siamo fatti carichi dei problemi alberghieri, e non per trovare una scusa, un’attenuante, ma per dimostrare la totale estraneità confermata dall’interessato all’evento delittuoso nella concezione criminale. Campo de’ Fiori purtroppo è una zona dove per motivi non politici o razziali accadono queste cose. Lo confermano anche le indagini al momento. Di fronte a questi problemi abbiamo anche disputato una partita con una scritta ‘NO RACISM’. Poi l’iniziativa di Gascoigne, che io sono riuscito a portare a Roma. Il fanciulluno dentro di noi vive sempre. Il bacio sulla mia fronte mi ha commosso, quasi per dimostrarmi il suo ringraziamento per una giornata dove migliaia di tifosi gli hanno dato la forza di proseguire su un cammino di cambiamento”.

Come ha risollevato il destino del calcio?“Nel contesto dell’intervista a Formello, lanciai per il processo di risanamento tre tematiche. Il calcio stava morendo, e dovevamo rivisitare tutto, attraverso il salary cap e la defiscalizzazione con stipendi più bassi. Il precedente Mister al mio arrivo, prendeva 4 milioni di euro. A Mimmo Caso, il mio primo allenatore, diedi 50 mila euro. Servivano poi gli stadi polifunzionali. Tutto questo ha avuto un trascinamento. Io sono determinato nel portare avanti la cosa, e dopo il processo di risanamento avuto all’inizio, il sindaco Veltroni mi fece capire che non c’erano le condizioni. M’imputava l’ubicazione dello stadio non consona a livello urbanistico. Li si sono create delle leggende e stupidaggini come le polemiche sull’esondazione. Il terreno ha due composizioni, a valle e a monte. Sulla scorta di questa lanciai strumentalmente lo Stadio a Valmontone, dove c’è il parco giochi. La tifoseria ha assunto qui una posizione dura nei miei confronti. Il tifo organizzato gradiva che io lasciassi Lazio, con una serie di strascichi giudiziari.

Petkovic si e Zeman no. Perchè?: “Se io ho scelto Petkovic invece di Zeman e lui era sul mercato, vuol dire che gradivo più Petkovic. Dopo la vittoria della Supercoppa Italiana abbiamo avuto il superamento dei preliminari di Europa League. La squadra ha poi avuto dei problemi di spogliatoio, con Pandev,Ledesma,ecc che hanno inciso sulla serenità del gruppo. Ballardini mi chiese a quel punto di essere esonerato. In quel contesto decisi, compatibilimente con le esigenze del momento. L’allenatore doveva essere libero, e andai a prendere Reja che incarnava quella persona di carattere ed esperienza su cui volevo puntare. Dopo due partite mi chiese anche lui di andare via, perché a Roma non si poteva vivere. Io li portai a Norcia, gli dissi che doveva restare perché credevo in lui e ci avevo messo la faccia. Mandai il motivatore, che fu importante, perché fece scattare l’orgoglio della squadra che disse ‘E che abbiamo bisogno dello psicologo’. La squadra ritrovò l’equilibrio. Lo psicologo per me? Io ho una laurea in pedagogia e una certa esperienza nel settore. Feci tesoro di quanto dissero i Greci: ‘Conosci te stesso’. La psicologia è fare un’introspezione dentro se stesso. Oggi pochi lo fanno. Tutti pensano di poter fare il Presidente della Repubblica, l’allenatore di calcio, ma alla fine tutti devono essere coscienti dei propri mezzi.”

Su Maribor-Lazio: “E’ un impegno importante, al quale noi teniamo. Ci consentirà di arrivare primi nel girone. Non gioca la seconda linea, si parla di calciatori indisponibili come Klose, Konko, Marchetti che sono sostituiti validamente da altri titolari. Noi abbiamo una rosa di titolari che vengono impiegati in base alle potenzialità del calciatore e dell’avversario”.

Sull’arrivo alla Lazio: Con il mio linguaggio dicastico dissi di voler portare la Lazio dal coma irreversibile alla guarigione. Quando sono arrivato la Lazio fatturava 84 milioni e perdeva 86,5 milioni di euro, ed aveva un debito strutturato di 550 milioni di euro.”

Rapporto con De Laurentiis: “Spesso, sovente, i miei comportamenti possono risultare non graditi. I nostri sono stati scontri solo verbali. Io sono un fautore della democrazia, anche nella mia società. La mia società, dove è stata volutamente accorciata la catena di comando, vive delle mie scelte, ma io faccio tesoro delle considerazioni. Con Aurelio abbiamo un rapporto cordiale dal punto di vista personale. Può capitare che ci siano opinioni divergenti, e con un carattere simile al mio, forte e determinato. Fumantino? Comportamentale è diverso. Io ho una coerenza, mantengo sempre la posizione che ho assunto. Ognuno adatta il suo carattere a quello che ritiene più giusto. Lui è uno che vuole cambiare il sistema in meglio, come me. E’ uno di quelli che ha capito che il calcio è un business che non può produrre debiti”.

Sulla Salernitana: “Contento della rosa, dove militano 11 giocatori della Lazio. Volevo creare una sinergia. Ora vorrei che i tifosi fossero un pò più presenti allo stadio, per ripagare la società degli sforzi. La squadra sta facendo bene. Obiettivi? Vogliamo riportare la Salernitana nel calcio che conta. (compare poi una foto di Mezzaroma al mare. Lotito scherza: “E noi no…Io falso magro? Magari, troppo buono. -Ride- ndr). Credo sia giusto che i supporter rispondano nell’impianto. Sono il 12 uomo che da forza alla squadra, e forza alla società. Vedere uno stadio in C2 con 12 mila persone da forza, con 5 mila no. Abbiamo riacquistato la storia con i colori granata. E’ stata una bella sfida su una società ex novo, in cui abbiamo inventato tutto, dall’alfa all’omega.”

Giraudo, ridotta pene. Lotito ha avuto due condanne. Ha fatto appello, a che punto è: “Per quel che riguarda calciopoli, mi si era contestata l’associazione a delinquere. Io ero appena entrato nel calcio e far parte di un sistema mi fa sorridere. Io entrai nel 2004 e la vicenda è del Febbraio del 2005. E’ un sistema che non mi appartiene. Io sono abituato a conquistarmi le cose in modo corretto e leale. Mi pare di capire che per quanto riguarda l’aspetto dello Stato, questo processo si è esaurito. E’ un reato in prescrizione, già estinto. Io comunque rinuncierò, perché voglio che emerga che ero totalmente estraneo. Frode sportiva su fatti su cui non avevo riscontro. L’altro è aggiotaggio: “Cosa che non è avvenuta. Voglio chiarirlo. Questo nacque nel 2005 quando ci fu l’aggressione nei mio confronti per togliermi la Lazio, attraverso la presenza di Chinaglia, dietro cui c’erano gruppi organizzati malavitosi. Chinaglia fece un esposto alla Consob circa un patto segreto con Mezzaroma. Un patto che non esisteva. Tenete poi presente che queste azioni le ho realmente comprate al mercato. La tesi era che avessi dato i soldi a Mezzaroma per comprare le azioni e a questo punto sussisteva un patto di sindacato. Io le pagai l’anno dopo al mercato invece. Confusero un’operazione immobiliare, dove il socio era mia moglie, con le azioni della Lazio. Io sono l’unico che ha messo i soldi sul mercato, la Consob ha archiviato il fatto come amministrativo. Io ho vinto al Tar, da tutte le parti. Tenga poi presente che io non ho mai venduto un’azione, non ho mai lucrato un euro. Non ci sono stati movimenti anomali.”

Calcioscommesse, il caso Mauri: “Confermo quanto dissi. Non voglio entrare nel merito per rispetto alla magistratura. Io non conosco i fatti, conosco la persona. Ha grandi qualità morali nei comportamenti personali. Con Floccari andarono a Medjugorie in pellegrinaggio.Mi sembra difficile che sia come Dr. Jekyll e Mr.Hyde. Non mi sembra che coltivi interessi materiali. “

Lotito candidato in politica: “Sorrido. Io ho sempre detto che sono un imprenditore. E’ chiaro che in un contesto come questo, dove il paese sta soffrendo dal punto di vista economico e strutturale, se dovesse essere richiesto un apporto per sostenere il sistema paese o il cambiamento, io valuterei l’opportunità. Le considerazioni devono essere fatte su una progettualità. Io ho uno spiccato senso della polis. Non m’interessa l’aspetto ideologico. Come per la Lazio mi sono reso disponibile…farei lo stesso. Il paese sta languendo. Io ho un minimo di esperienza personale.

Lotito qualche volta si vede a Montecitorio: “Ci sono stato per fatti finalizzati all’approvazione della legge sugli stadi. Sono un rappresentante del Consiglio di Lega e come tale ho avuto audizioni ufficiali.”

Chiusura con appello ai tifosi della Lazio: “Io chiudo il cerchio. Questa società va progredendo con una crescita esponenziale. Quando l’ho presa aveva 9 giocatori ed era in crisi. Oggi era una società che compete alla pari con te. Il Sole 24 Ore ha detto che è l’unica società che ha già i requisiti del fair play. Abbiamo il canale su Sky, siamo gli unici con una radio ufficiale. Tifosi, stateci vicino. Con il vostro supporto, potremo raggiungere grandi obiettivi e toglierci grandi soddisfazioni. Abbiamo interesse a cambiare questo sistema, per farlo diventare competitivo a livello internazionale”.

 

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