SERBIA-ALBANIA. C’era una bomba allo stadio ‘Partizan’ di Belgrado?

NON SOLO LAZIO – La UEFA scende in campo. A poco più di 24 dalla sospensione di SERBIA-ALBANIA, il massimo organismo continentale dirama un comunicato ufficiale riguardo ai provvedimenti disciplinari che verranno presi nei confronti delle due federazioni coinvolte: “Sono stati aperti procedimenti disciplinari nei confronti della Federcalcio serba per l’accensione/lancio di fumogeni e petardi, disordini pubblici, invasione di campo dei tifosi, organizzazione insufficiente e uso di puntatori laser. Sono stati aperti procedimenti disciplinari anche nei confronti della Federcalcio albanese per il rifiuto di giocare e l’esposizione di uno striscione illecito. Il caso verrà esaminato dall’Organo di Controllo, Etica e Disciplina UEFA il 23 ottobre“.

Intanto in Albania continuano le indagini volte a difendere i propri giocatori, cercando di dimostrare che ad accendere la “miccia” della rissa sarebbero stati i serbi, scatenando poi la reazione dei ragazzi di De Biasi. Nello specifico si punta il dito contro i tifosi casalinghi che, oltre ad aver intonato cori pesanti contro le Aquile dei Balcani (“Uccidete gli albanesi!”, ndr), avrebbero addirittura portato all’interno dello stadio diversi barili “sospetti” con la collaborazione della polizia serba. Il contenuto di tali recipienti? Come riporta il Daily Mail, il sospetto è che ci fosse polvere da sparo. Quindi dalla “semplice” e quasi “innocua” rissa, si poteva passare facilmente alla tragedia. La federazione albanese si sta battendo strenuamente per dimostrare l’innocenza dei propri giocatori, che nella fattispecie dovrebbero essere considerati le vittime, e far sì che vengano assegnati alla formazione di De Biasi i tre punti a tavolino. 
Di seguito la prima pagina di uno dei principali quotidiani albanesi che ha ripresa la notizia della bomba: