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UNO SGUARDO ALLA SERIE A: “Il buono, il brutto e il cattivo” di Marco Piccari

Nuova puntata della rubrica “Il buono, il brutto e il cattivo”, dove il telecronista Mediaset Marco Piccari, in esclusiva per Lazionews.eu…

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IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO –  Nuova puntata della rubrica “Il buono, il brutto e il cattivo”, dove il telecronista Mediaset Marco Piccari, in esclusiva per Lazionews.eu, si sofferma sui tre personaggi che più hanno caratterizzato l’ultimo turno di campionato. Ecco i protagonisti della 27° giornata.

Il Buono: Luca Toni

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“Mozzarella, Mortadella , Nutella. Luca sei per me – numero uno”. Questa canzone veniva cantata a Toni nel 2007, quando il bomber vestiva la maglia del Bayern. Due anni e mezzo in Germania e 38 gol in Bundesliga. Da quella esperienza sono passati 7 anni e Luca Toni, nonostante l’età non più giovanissima, è rimasto il numero uno. Anzi il numero 9, l’ultimo centravanti vero italiano. L’uomo che si piazza al centro dell’attacco fa salire la squadra, pressa e soprattutto segna. Gagliardo contro il Napoli con una sua doppietta ha regalato tre punti importanti al Verona e allontanato il Napoli dalla zona Champions. Determinate!! 13 gol in questo campionato che sommati ai 20 della passata stagione fanno 33 in due anni e 142 in Serie A. Il tempo passa, ma Luca Toni è sempre un centravanti numero uno.

Il Brutto: Inzaghi

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Brutto il momento del Milan e di Pippo Inzaghi. La sconfitta con la Fiorentina fa scivolare i rossoneri in decima posizione in una zona anonima. Di sicuro le responsabilità di Filippo sono evidenti. Il Milan non ha mai trovato un’identità di gioco. Il 4-3-3 provato ad inizio stagione è rimasto un progetto mai realizzato. La squadra si è aggrappata solo a qualche sporadica giocata di Menez per poi ricadere nell’anonimato totale. Contro la Fiorentina la musica è stata sempre la stessa e alla fine è arrivata una sconfitta che ancora una volta mette sul banco degli imputati Inzaghi . Le critiche ci stanno tutte, ma la facilità e l’ironia con cui si colpisce Pippo sembra eccessiva, anche perché con questo Milan bruttino in pochi avrebbero fatto bene.

Il Cattivo: Anderson

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E’ Felipe Anderson il cattivo di questa settima. Potrebbe sembrare strano vista la faccia da bravo ragazzo del brasiliano della Lazio, ma l’ex Santos contro il Torino, con il pallone tra i piede, ha deciso di fare il cattivo spietato e ha ucciso il match. Due colpi che hanno steso il Toro. Due giocate che hanno fatto palpitare il cuore degli appassionati di calcio. Velocità, tecnica e altissima qualità. Felipe non è più una sorpresa, ma una felice conferma. 8 gol in campionato, 6 punti portati alla squadra, 7 assisti e tanti, ma tanti numeri. Un repertorio che lancia Anderson tra i grandi d’Europa tanti gli accostamenti che si potrebbero fare, ma in questo momento è meglio tenere i piedi ben saldi a terra la strada è ancora lunga.

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