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ACCADDE OGGI. La Lazio surclassa l’Inter. Sosa si complimenta con Signori

ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…

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LAZIO – 13 dicembre 1992. Nella 13esima giornata di campionato, la Lazio allenata da Dino Zoff ospita all’Olimpico l’Inter di Bagnoli. Sin dalle prime battute è lapalissiano il copione: i biancocelesti fanno la partita, i nerazzurri si difendono chiudendo tutti gli spazi, correndo per tre, arroccandosi a protezione della propria area di rigore. La prima frazione scivola via con una Lazio vicinissima al vantaggio per ben tre volte, tutte con Riedle, di testa, di piede e persino in scivolata, trovando tuttavia sulla propria strada un Abate in condizione psicofisica straordinaria. Ma il gol è nell’aria e non si fa attendere più di tanto: al quarto d’ora della ripresa, sblocca il risultato Diego Fuser direttamente su calcio di punizione. Il gol sposta gli equilibri: la Lazio vive dieci minuti d’orologio che sono un misto di paura di vincere e rilassamento, ma l’Inter non riesce a pungere. Anzi, al 73′, subisce il raddoppio in contropiede: il tutto parte da Signori che, con un pregevole tocco d’esterno, fa involare Fuser sulla fascia, il quale mette in mezzo un cross tagliato dove Winter non può far altro che spingere la sfera in rete. La reazione dei nerazzurri è tanto veemente così come è rocambolesco l’episodio del 2-1, tre soli minuti più tardi: Fontolan, infatti, infila Orsi dopo un doppio assist di testa, prima di Sammer, poi di Pancev. Quando il popolo biancoceleste inizia a temere la beffa finale dopo una gara dominata, Beppe Signori si inventa una prodezza che chiude i giochi: nella sua azione c’è tutto, rapidità, classe, progressione, finte e controfinte, potenza e precisione di calcio. A fine partita, l’ex Ruben Sosa (indisponibile per il match) si complimenterà con il suo erede in maglia biancoceleste: “Di gol come il suo se ne vedono pochi”.

STORIA – 13 dicembre 1294. “Che fece per viltade il gran rifiuto” recita il 60° verso del III canto dell’Inferno (Divina Commedia) di Dante Alighieri. Il riferimento è al Papa Celestino V che, in questo giorno di 723 anni fa, rinunciò al proprio governo sulla Chiesa Cattolica. I motivi di fondo sono legati ad un’incapacità di uscire dalla confusione amministrativa in cui si era precipitati in Vaticano. Dopo soli quattro mesi dall’incoronazione, e nonostante i disperati tentativi di Carlo d’Angiò al fine di dissuaderlo, Celestino V diede lettura della rinuncia all’ufficio di romane pontefice nel corso di un concistoro.

SPORT – 13 dicembre 1953. Allo stadio Luigi Ferraris di Genova va in scena la partita amichevole tra Italia Cecoslovacchia. Gli azzurri vincono, o meglio, stravincono 3-0, ma il match passerà alla storia per un motivo che ha ben poco a che fare con le reti di Cervato, Ricagni Pandolfini: il secondo tempo dell’incontro, infatti, viene trasmesso in televisione dalla RAI su scala nazionale (solo dal 1° gennaio ’54 partirà una vera e propria programmazione regolare dell’emittente statale). La voce di Carlo Bacarelli, prima telecronaca in Italia, rappresenta, di fatto, l’inizio della diffusione del calcio attraverso la televisione. Quanto potrà essere realmente fruttuoso per ambo le parti questo binomio non si sa ancora, ma certamente se ne intravede già gran parte del potenziale.

Giordano Grassi

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