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Behrami: “Quell’esultanza al derby una liberazione! Io alla Roma? Mancava poco, ma meglio così…”

BEHRAMI INTERVISTA GOL DERBY – L’ex centrocampista biancoceleste racconta la sua esperienza ed il rapporto con i tifosi…

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BEHRAMI INTERVISTA GOL DERBY – I tifosi della Lazio lo ricordano soprattutto per quel gol nell’ultimo minuto del derby vinto 3-2 e per la memorabile esultanza sotto la nord. Behrami, oggi in forza al Watford in Premier League ha parlato ai microfoni di Radio Incontro Olympia dell’esperienza vissuta nella capitale: “​Fa piacere parlare dopo tanti anni. Non mi sono lasciato male con la Lazio, diciamo che poteva andare peggio (ride, ndr). Sono stati tre anni molto importanti per la mia crescita calcistica e a livello personale per la mia famiglia. Un periodo indimenticabile. All’inizio parlavo poco per timidezza, oggi però credo la maggior parte delle interviste siano noiose. Bisogna essere sempre diplomatici per non creare problemi, ma a me piacciono quelle un più profonde”.

Meglio l’Italia o l’Inghilterra?

“Nella mia carriera ho sempre avuto la voglia di cambiare. Questo aspetto mi ha aiutato ad avere sempre nuove motivazioni. In Italia si sta meglio rispetto, il calore della gente, la semplicità che c’è nel vostro paese non si trova altrove, ma a livello di organizzazione in Premier League è tutto diverso. Durante la settimana poi non senti molto la pressione. All’inizio come impatto preferisci lo stile inglese, ma quella pressione dopo un po’ ti manca. Anche le prese in giro per i capelli, come facevano i tifosi della Roma, ti facevano tornare a casa con un sorriso”.

Sul derby

“Solo SvizzeraAlbania mi ha dato emozioni simili. Oggi il derby lo affronterei diversamente: all’epoca arrivavo alla partita con una carica nervosa eccessiva e non la vivevo come avrei dovuto. L’esultanza per il gol al 93′ è stata davvero speciale. Mi sentivo in colpa per il primo gol, dove rinviai addosso a Taddei che grazie a me segnò, quindi è stata un po’ una liberazione. I gol che ricordo di più del resto sono quelli nella Lazio, perché poi ho quasi smesso di farli. Io come Lulic? Anche io ho svolto molti ruoli in biancoceleste, per me a livello tattico è stato molto importante. All’epoca Oddo fu ceduto al Milan e io che tornavo da un infortunio mi sono adattato sulla destra. Avevo una bella corsa a quei tempi! Lulic per me è un giocatore formidabile, il più importante che ha la Lazio, lo dicevo l’altro giorno con alcuni compagni e mi dispiace se ne parli poco. E’ un giocatore completo e poi ha segnato in quel derby…”.

Che effetto fa vedere ex compagni nella dirigenza?

“Mi fa molto piacere vedere Inzaghi in panchina. E’ stata una scelta giusta perché conosce benissimo l’ambiente. La seguo ancora in tv, la squadra esprime un bel gioco. Peruzzi è una figura che mancava alla Lazio. Oltre ad essere una persona rispettata da tutti, conosce il calcio ed ha un grande carisma. Una figura importante anche come immagine. Tare sta facendo un buon lavoro, è quello che conta. Non è facile rimanere a buoni livelli contro squadre come Juventus, Napoli e Roma”.

La Lazio in Inghilterra

“Qui si parla molto di Felipe Anderson e de Vrij. Mi è capitato di leggere qualche interessamento nei confronti dell’olandese. Ha una struttura fisica importante per giocare in Premier ed è bravo ad impostare. Sicuramente può far bene in molte squadre inglesi. Keita? In campo fa la differenza, fuori commette qualche errore ma a volte è importante che un giocatore si diverti. Qui al Watford ci sono molti ‘italiani’. Siamo una squadra multiculturale, parliamo molte lingue ma scegliamo l’inglese. Lo parliamo tutti, tranne mister Mazzarri che non si avventura”.

Potevi trasferirti alla Roma…

“Sì, ci è mancato poco, se Doni accettava era fatta. Era un momento in cui in Inghilterra non mi stavo trovando bene. Andare a Roma poteva essere un’opportunità soprattutto per la mia famiglia, ma poi non è andata in porto, meglio così. Sono andato alla Fiorentina ed è stata la scelta migliore. Sabatini? Avevamo un bel rapporto, aveva stima di me e io di lui”.

Su Lotito e Petkovic

“Sono arrivato alla Lazio quando c’era Di Canio che faceva un po’ da collante tra tifosi e società. Poi qualcosa si è rotto negli anni. Dispiace perché Roma è una piazza importante e merita di avere uno stadio pieno. Poi certe situazioni, come quella legata a Pandev, non dovevano accadere. Sono brutti episodi per l’immagine di un club. Credo che nel calcio sia importante sempre fare un passo indietro e capire come risolvere i problemi. Recentemente poi ho parlato con Petkovic. Il mister è una persona eccezionale, un tecnico preparato. Alla Lazio il secondo anno è stato difficile per lui. Mi diceva che non vedevano l’ora di metterlo da parte e così è capitato. C’erano dei segnali che non lo facevano lavorare sereno. Anche lì c’è stato un divorzio a cui è seguita una causa, e anche in quel caso a discapito dell’immagine del club. Petkovic non mi ha mai parlato male di nessuno, era solo dispiaciuto di questo contenzioso”.

Sul doppio derby in Coppa Italia

“Sarà emozionante. Auguro ai giocatori di vivere le emozioni che ho vissuto io, soprattutto nell’ultimo derby. Se vengo a vederlo? Se lo dico a mia moglie viene subito! Spero solo che la Lazio mi faccia gli accrediti…”.

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