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Dal reality col Leyton Orient alla J-Academy. La nuova vita di Gregucci jr

REALITY GREGUCCI MIAMI – Federico Gregucci, figlio dell’ex calciatore della Lazio Angelo Adamo (oggi assistente tecnico di Mancini…

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REALITY GREGUCCI MIAMI – Federico Gregucci, figlio dell’ex calciatore della Lazio Angelo Adamo (oggi assistente tecnico di Mancini nello Zenit San Pietroburgo), si racconta in esclusiva ai microfoni di ‘gianlucadimarzio.com’, dalla sua fede biancoceleste alla sua esperienza nelle Giovanili del club capitolino, passando per la sua nuova vita a Miami con la compagna Clarissa (conquistata a ‘Uomini & Donne’), la sua propensione ai reality show e la J-Academy.

PAPA’ ANGELO – “Un esempio di uomo, di vita. li rompevo sempre le scatole chiedendogli di giocare con me in giardino! Ma non mi ha mai costretto a fare il calciatore. Mi ha sempre lasciato libero di scegliere”.

I GIOVANI – “Devono avere fame di fare bene! I nostri giovani, nemmeno entrano nel settore giovanile di qualche squadra, che già sono in mano ad un procuratore. Questo perché abbiamo sempre tutto. Ci manca quella fame che mi diceva papà! E che poi, durante la mia crescita calcistica, è mancata anche a me. Mio padre ha sempre cercato di darmi un tipo di educazione. Lui si è guadagnato tutto quello che ha raggiunto da solo, fin da piccolo mi ha fatto capire che va avanti solo chi lo merita. La meritocrazia è il suo valore assoluto. Non mi ha mai aiutato né spinto: mi ha sempre fatto capire che le cose vanno guadagnate con il sudore”.

MIAMI E GLI USA – “Io c’ero stato da giovane, a Clarissa l’America è sempre piaciuta. Quindi un giorno siamo partiti, praticamente senza nulla! Avevamo degli amici, ci hanno dato loro un appoggio”.

LA JUVENTUS ACADEMY – “L’Academy non la conoscevo. Grazie a Dario Marcolin e a una partita di calcetto – lui è fissato, ne fa tre al giorno (ride, ndr) – ho conosciuto Stefano Ledda e altri dirigenti della scuola. Da subito mi è piaciuto il progetto e la serietà nel portarlo avanti. Così, è nato tutto questo… Qui non c’era una vera e propria tradizione calcistica. Il calcio come lo intendiamo noi, lo stanno iniziando a scoprire adesso. Da piccoli sono abituati a palla lunga e pedalare. Noi cerchiamo di insegnargli a tenere il pallone, dandogli consigli tattici e tecnici”.

GLI UNDER 11 E NESTA JR – “Sì, ai più bravi viene data l’opportunità di fare un provino con la Juventus. A turno viene qualcuno da Vinovo, di solito allenatori che ci dedicano qualche giorno di training e coaching. Nella scuola c’è anche il figlio di Alessandro Nesta. Che lo segue molto, viene spesso al campo”.

NESTA SR – “Due volte durante ‘Di Padre in Figlio’ (evento noto in casa Lazio, ndr) l’ho incontrato sul campo. Fortunatamente in nessuna delle due occasioni l’ho dovuto affrontare (ride, ndr). E’ stato uno dei calciatori più forti del mondo, come lui non ce ne stanno e non credo ce ne saranno altri. Certo, io lo spero….”.

PARAGONE CON TONI – “Non esageriamo! Con le dovute proporzioni, gli somiglio per caratteristiche”.

REALITY SHOW COL LEYTON ORIENT – “Un giorno Marco Materazzi mi parlò del reality (che prendeva il nome proprio dalla squadra, ndr) e di provare. Avevano bisogno anche di un allenatore e chiamarono mio papà. Lui, però, non voleva che ci fossimo entrambi, quindi decidemmo che doveva andare lui. Due settimane dopo mi telefonò di nuovo e mi disse di entrare nel programma senza dire nulla a mio padre. Presi l’aereo e andai. In puntata, gli facemmo credere che ero in collegamento da Roma prima di… raggiungerlo davvero. Quando mi vide fece una faccia strana (ride, ndr). Una settimana dopo già mi aveva mandato in nomination! Però aveva ragione, non avevo fatto bene alla partita precedente. Dalla settimana dopo mi sono ambientato, ho fatto 8 gol in 5 partite arrivando fino alla finale. E’ stata una bella esperienza, soprattutto perché venivo allenato da papà per la prima volta”.

VICENZA – “Non mi sono mai sentito superiore, sono sempre stato al livello degli altri. E’ vero che papà era a Vicenza in quel periodo, ma feci un provino come tutti gli altri. La fortuna fu essere un centravanti, visto che in quel periodo ne erano carenti. Qualcuno all’inizio storse il naso, poi si ricredettero tutti”.

LAZIO – “All’Academy ho stretto subito amicizia con Marco Viviano, che ha giocato nelle giovanili della Roma. Parlando e conoscendoci abbiamo scoperto per casa che ci siamo affrontati più volte in campo quando lui vestiva la maglia giallorossa e io quella laziale. Sono tifoso della Lazio da sempre. E’ una fede, che non ho mai abbandonato”.

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