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DI CANIO risponde: “Io fascista? Contano i fatti e la mia vita parla per me”

L’ex giocatore della Lazio risponde alle accuse rivoltegli da tifosi del Sunderland e dall’ex ministro laburista David Miliband

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PAOLO DI CANIO SUNDERLAND

NOTIZIE CALCIO – Non si placa la polemica attorno alla nomina di Paolo Di Canio come nuovo manager del Sunderland. Una situazione molto difficile per l’ex biancoceleste che si trova, senza ancora dirigere il primo allenamento, stampa (il “Daily Mail” ha titolato “Di Canio sul Serio?) e tifosi contro (i supporters dei Black Cats hanno creato un gruppo su Facebook “Sunderland contro i fascisti”, mentre su Wikipedia gli hacker hanno modificato la pagina con una foto Hitler). Dopo le parole del l’ex ministro laburista David Miliband che si è dimesso: “Alla luce delle affermazioni politiche espresse in passato dal nuovo allenatore, è giusto che io faccia un passo indietro“, è arrivata la risposta del neo-tecnico dei Black Cats: “Può darsi che sia successo qualcosa molti anni fa, ma quello che contano sono i fatti e la mia vita parla per me. Ora mi ferisce il tentativo delle persone di attaccare la mia dignità perchè non è corretto. Ho le mie convinzioni e i miei valori e quello che mi offende di più non è il tentativo di attaccare me, ma di attaccare quello che i miei genitori mi hanno trasmesso, i valori che mi hanno insegnato e questo non è accettabile. Se qualcuno si è sentito ferito da me, mi dispiace, ma nasce tutto da una storia che viene raccontata in un modo diverso da quello che è. Non ho mai avuto problemi in passato, ho espresso un’opinione in un’intervista di tanti anni fa e alcuni stralci sono stati riportati in modo strumentale. Hanno riportato delle mie espressioni in un modo molto, molto negativo ma erano estrapolata da una lunga intervista. So che fa parte del mio lavoro parlare con la stampa ma alle volte le interviste vengono adattate allo scopo di poter fare dei titoli o degli scoop. Io razzista? Stupido e ridicolo. E la gente che mi conosce lo sa bene. In Inghilterra i miei migliori amici erano Trevor Sinclair e Chris Powell, l’allenatore del Charlton (entrambi neri, ndr), e possono dirvi tutto del mio carattere. Non voglio parlare di politica perchè non è di mia competenza. Non siamo al Parlamento ma siamo in una squadra di calcio, voglio parlare di sport, di calcio, dei miei giocatori, della dirigenza e dei tifosi. La mia priorità è la mia famiglia e le mie figlie, subito dopo viene la responsabilità verso migliaia di persone ed è ciò su cui voglio concentrarmi. Non voglio più parlare di politica, non sono un politico“.

A sostegno dell’ex attaccante della Lazio anche il presidente dello Swindow Jeremy Wray, ex squadra di Di Canio: “Dubito che David Miliband abbia mai incontrato Di Canio. L’ho frequentato per due anni e non credo di aver mai parlato di politica. Paolo ha chiare e forti convinzioni. E probabilmente ha un’opinione sull’opportunità per l’Italia di restare nell’euro, sui matrimoni gay e sulla tigre siberiana in via d’estinzione. Ma non penso che siano rilevanti per la salvezza del Sunderland”.

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