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RASSEGNA STAMPA

L’oro di BOLLINI bonus per REJA

IL CORRIERE DELLO SPORT (D- Rindone) – Decisivo l’apporto del tecnico ex Primavera, capace di fare la differenza nelle giovanili biancoceleste, si spera si possa ripetere in prima squadra…

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REJA BOLLINI LAZIO INTER 1

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Le sue creature sono un prodotto di testa e gruppo. Esploratore di uomini e strumenti, da sempre s’è divertito a superare le colonne d’Ercole. Nessuna magia, lavoro e sudore. Alberto Bollini ha lasciato un tesoro in Primavera, un bonus per Simone Inzaghi (suo successore). Edy l’ha voluto al suo fianco, Bollini porta entusiasmo e risultati, non è un semplice vice. Come evidenziato da “Il Corriere dello Sport”, la Primavera di Bollini è nei numeri: uno scudetto, primato nel ranking, una semifinale di Coppa Italia (da giocare), media punti di 2,91, 207 punti conquistati negli ultimi due anni, massimo di punti collezionati nelle ultime quattro stagioni insieme alla Roma. Miglior attacco d’Italia (l’anno scorso e quest’anno), seconda miglior difesa dopo l’Inter considerando anche l’ultima annata (miglior difesa nelle tre precedenti stagioni, 70 reti subite), imbattibilità casalinga triennale (ultima sconfitta novembre 2010). Bollini ha numeri magici: “Sono tornato nella Primavera della Lazio nel 2010 – ha raccontato a Lazio Style Radio –se avessi immaginato di fare due finali scudetto, di far tornare tanti giovani nelle Nazionali, di lanciare tanti ragazzi tra i grandi e di vivere questa esperienza magnifica in prima squadra, avrei pensato ad un sogno” . Meritava la ribalta:”Essere primi nel ranking, aver centrato vari record mantenendo l’imbattibilità casalinga, ritrovarsi in testa alla classifica dopo uno scudetto, è bellissimo. Tutto ciò significa che c’è stata crescita, è frutto della professionalità e del sudore. Sono state queste le nostre ricette” . La Primavera cambia ogni anno, le sue creature non smettono mai di vincere: “Dopo uno scudetto di solito può subentrare rilassatezza e la pancia può sembrare piena, c’è anche un ricambio generazionale. Questo gruppo invece ha confermato che c’è una crescita continua, la squadra è forte quanto quella dello scorso anno”. Bollini è rimasto vicino ai suoi talenti, e in prima squadra aiuta a crescere Keita, Perea, Felipe Anderson e Vinicius: “Non li perdo di vista, tanti ragazzi li prendiamo in prima squadra per fare addestramenti tattici o per giocare le amichevoli. Passo spesso dallo spogliatoio della Primavera, ai giovani dico sempre che serve tanta concentrazione e che bisogna stare lontani dalle facili illusioni. I campi sono attaccati, vivo i ragazzi da vicino, è un gruppo che sento ancora particolarmente mio” . A Inzaghi ha rivolto un augurio sincero: “Un grosso in bocca al lupo a Inzaghi, il mio staff è rimasto in Primavera, è il segnale della continuità. La Lazio si ripresenterà in semifinale di Coppa Italia dopo 10 anni(contro l’Inter, ndr) , è un motivo di soddisfazione personale. Lo giro ad Inzaghi e ai ragazzi con grande responsabilità. La nostra squadra è all’altezza di ogni competizione. Lo dico a bassa voce, ma siamo molto forti, bisogna esserne consapevoli”. Reja e Bollini, il binomio è nato vincente: “Con Reja, sin dal 2010, c’è stata stima umana e professionale, la sua chiamata mi ha fatto molto piacere. Mi sono catapultato in questa realtà con anima e corpo. Reja è meticoloso nel gestire i tempi ed è una grandissima persona, si lavora tanto. Sto cercando di trasmettere il mio entusiasmo confrontandomi sempre con le direttive del mister. Ha dato tranquillità a tutti. La promozione della società mi ha gratificato” . Ecco alcuni retroscena del loro lavoro: “La parola che stiamo utilizzando è adattamento, alle caratteristiche dei giocatori e all’impianto di gioco. Sono stati assegnati i doppi ruoli nell’impianto creato, stiamo valutando le diverse condizioni atletiche. I lavori dello staff sono suddivisi con la regia del mister. Ritmo e tecnica, possesso palla e tattica, Reja conosce la materia. Oggi conta molto la testa, non solo i piedi e le gambe. E contano i rapporti umani” .

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