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Nazionale, Buffon si presenta e parla anche di Provedel

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Gianluigi Buffon in primo piano

BUFFON PROVEDEL NAZIONALE – Gianluigi Buffon, appesi i guantoni al chiodo, ha subito trovato spazio in Nazionale come nuovo capo delegazione. L’ex portiere di Juventus e Parma è intervenuto direttamente da Coverciano con una conferenza stampa, citando anche il numero uno della Lazio Provedel.

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Nazionale, Buffon si presenta e parla di Provedel

“Chi mi piace tra i giovani portieri italiani? Negli ultimi anni il serbatoio italiano è cresciuto molto e ora ce ne sono tanti di un livello elevatissimo, senza toccare Donnarumma che è un giocatore consacrato. Lui se la gioca con i primi della classe mondiale, tutti gli altri hanno fatto un percorso e stanno dando risposte importanti, a cominciare da Vicario, che in Premier League crescerà. Poi ci sono Provedel e Meret, che ha vinto lo Scudetto. Dopo anche Falcone a Lecce, Di Gregorio a Monza. Carnesecchi ora non sta giocando all’Atalanta ma il campionato è lungo. Provedel è stato probabilmente il miglior portiere dell’ultimo campionato e questo ci fa ben sperare dovesse avere un raffreddore Gigio”.

La scelta di smettere

“Se è stato difficile? No. Anche perché sono arrivato a un’età che mi permetteva di prendere in considerazione questa idea. Nell’ultima stagione sono arrivato ai play-off in un ottimo stato psico-fisico e sono riuscito a farmi male. Quello è il segnale più grande che la natura potesse darmi, lì ho capito che dovevo chiudere. Nello spogliatoio a Cagliari avevo già deciso di smettere, non volevo angustiarmi per un altro anno. Per quanto riguarda Gigio, dico che l’ho visto in tv, l’ho visto parare e crescere anche attraverso degli sbagli perché dagli errori impari molto di più. Dal ragazzo che ho lasciato ho ritrovato un uomo”.

Il futuro e il nuovo ruolo

“Ancora oggi mi chiamano per fare una gara d’addio, ma a me non vanno. Io quando chiudo devo pensare al presente e al futuro, vado avanti. E’ stato bellissimo e ora stop, arriva una nuova avventura. Per quanto riguarda i giovani, io credo sia molto importante la conoscenza della storia delle cose e degli ambienti in cui vai per poterli apprezzare. Io sono nato e cresciuto col mito di Paolo Rossi, di Zoff, degli azzurri del 1982 oltre ai racconti di mio padre. Quindi per me, la prima volta che ho visto Riva, è stato come vedere un monumento. I giovani li puoi aiutare in questo modo, oltre ad avere una Nazionale bellissima e vincente”.

Il cruccio del sesto Mondiale

“Avrei fatto qualcosa di unico nella storia. Però la vita è stata talmente benevola nei miei confronti per quello che mi ha dato e mi dà che mi ha ampiamente ripagato per quel dispiacere”.

Sulla scelta di Mancini

” Sicuramente è una scelta inaspettata, alla quale però la Federazione ha dato delle risposte molto celeri e convincenti. Questa è la cosa che più interessa al mondo azzurro”.

Il rapporto con Spalletti

“Cosa gli dirò? Che mi toglie le parole, perché io ogni tanto dovrei intervenire. Ma uno deve intervenire quando ci sono dei vuoti, quando qualcosa non è stato detto ed è meglio ribadirlo. Ma devo dire che la completezza dei ragionamenti del Ct mi porta a non aggiungere altro. Con un tecnico così, secondo me, dovrò dire poco”.

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