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CHAMOT: “GENTILETTI deve avere il tempo di ambientarsi, ma è un leader”

L’ex difensore biancoceleste ammette: “Il sogno è tornare alla Lazio per allenarla insieme ad Almeyda”…

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NOTIZIE LAZIO – Nelle ultime ore, dopo un ottimo esordio contro il Cesena, Santiago GENTILETTI ha spazzato via gran parte dello scetticismo che lo aveva accompagnato nei primi giorni della sua avventura in biancoceleste. Un’ulteriore referenza arriva da Josè Antonio CHAMOT che, intervenuto ai microfoni di Radio IES 99.8, sponsorizza il suo connazionale: “A me Gentiletti piace molto. Sa giocare bene la palla e ha grande carattere. A me piacciono i giocatori leader come lui. In campo parla, comanda e si far rispettare dando indicazioni ai compagni. La sua presenza si fa sentire ed è importante anche per i compagni, il suo carisma è quello tipico dei calciatori che vogliono sempre vincere la partita e spronano i compagni con tanti piccoli atteggiamenti. Però bisogna dargli il tempo di abituarsi ad calcio diverso come quello Italiano. Secondo me un calciatore argentino va sempre supportato perché può avere un momento iniziale di difficoltà ma riesce sempre a ripagarti nel tempo. Noi argentini ci prepariamo sempre sognando grandi traguardi. Quando arriva la grande occasione, come giocare in Italia, sappiamo che abbiamo lavorato per avere quell’occasione sin da quando eravamo bambini e quindi non permetteremo a nessuno di portarcela via ne tanto meno di farcela scappare”.
Qualche settimane fa Chamot era a Roma per la partita della Pace allo stadio Olimpico, occasione per tornare a riassaporare anche un po’ di LAZIO: “Sono venuto a Roma per quella splendida manifestazione voluta da Papa Francesco. Con l’occasione sono tornato anche a Formello. Ho chiesto alla Laziodi poter far allenare mio figlio con i loro ragazzi perché volevo fargli provare quest’esperienza. Lui è un classico numero ‘5’, gioca davanti la difesa e sicuramente ha piedi più ‘dolci’ rispetto ai miei, quindi è destinato a diventare più forte del papà (ride, ndr). A me la Lazio ha fatto vivere un’esperienza speciale, ho potuto giocare vicino a tantissimi campioni. Mi ha dato anche la possibilità di veder crescere uno dei più grandi di tutti i tempi in quel ruolo. Nesta mi fu presentato che era un ragazzino, e l’ho visto diventare giorno dopo un giorno un fuoriclasse. Sono orgoglioso sentire spesso lo stesso Nesta che ha imparato a diventare un centrale difensivo giocando vicino a me. Lui è diventato il più grande di tutti perché è stato intelligente imparando tutto ciò che poteva da chi gli stava vicino. Poi però tutto il resto lo hanno fatto il suo immenso talento e le sue fantastiche doti naturali. L’ex roccioso difensore svela poi quale sarebbe il sogno per il futuro: Ero con Almeyda sulla panchina del River Plate e c’è stato un periodo che abbiamo sognato di poter tornare alla Lazio per allenarla. Ora lui allena il Banfield, mentre io sto nello staff che Batistuta sta creando in attesa di allenare una squadra. Anche se non escludo un incarico da allenatore, sto già pensando a comporre un mio staff personale. Almeyda? Lui è pronto per venire in Italia. Ha fatto la sua esperienza, ha un’idea di calcio ben precisa e soprattutto sa trasmetterla ai giocatori. Lo seguono perché sa parlarci, a volte anche in modo molto duro ma tutti sono pronti a giocare per lui. Il River Plate è una delle squadre più importanti dell’Argentina, è abituato a gestire grandi realtà, può fare il salto di qualità”.

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