Restiamo in contatto

LAZIO PRIMAVERA

Da Trigoria a Formello: la favola di Calì, l’attaccante che “visse” due volte

LAZIONEWS.EU – L’attaccante ex Roma sta rinascendo con i biancocelesti, in una stagione già più che positiva…

Pubblicato

il

Pubblicato il 10/o1 allore ore 9:15

PRIMAVERA LAZIO – Peruzzi, Orsi, Manfredonia, Mihajlovic, Siviglia. Questi calciatori hanno tutti, stranamente, qualcosa in comune con il giovane attaccante della Primavera Aimone Calì. Non si tratta di caratteristiche tecniche o di atteggiamento in campo, nemmeno di conformazione fisica: tutti hanno militato nella loro carriera sia nella Lazio che nella Roma. Talvolta capita, è avvenuto per Scamacca, che ha giocato con entrambe le maglie prima di emigrare al Psv Eindhoven, una storia che anche il numero 21 della Primavera biancoceleste è destinato a ripercorrere. Lo scorso luglio Aimone è arrivato a Formello dall’altra sponda del Tevere: dietro le spalle la pesante trafila nel settore giovanile dei giallorossi.

E’ NATA UNA STELLA. A dieci anni scopre il pallone, iniziando il suo percorso nella scuola calcio Olimpia, in cui milita solo per un anno per poi arrivare alla Romulea, in cui resterà per due anni e mezzo. “Mi dedicavo ad altri sport. Tipo il rugby. O la boxe, visto che mio padre è istruttore a San Basilio. E quando ho cominciato, ho fatto per due anni il terzino sinistro”. Su di lui punta fortemente la Nuova Tor Tre Teste, dove esplode finalmente il suo talento. Nel campionato Giovanissimi Regionali Fascia B Elite è già capocannoniere assoluto ed attira l’attenzione della Roma. Inizia così l’avventura in maglia giallorossa del centravanti classe ’97, un percorso importante in cui riesce anche a conquistare la Nazionale, essendo convocato in Under 17 da Zoratto per l’amichevole contro la Nazionale di Lega Pro guidata da Bertotto nel mese di maggio del 2014. “Alla Roma mi hanno insegnato a giocare di più con i compagni, senza andare per forza in profondità”, aveva raccontato alla Gazzetta dello Sport. Nei dilettanti gli bastava stazionare in area per segnare: ad aiutarlo il suo fisico robusto, le spalle larghe, ed il suo metro e ottanta d’altezza a soli 14 anni

COME VAN PERSIE. Un paragone azzardato, forse. Ma la capacità di combinare tecnica, struttura fisica e coordinazione ricordano proprio l’olandese. Sin dai tempi dei Giovanissimi fino all’ultima stagione con i giallorossi ha sempre realizzato una media superiore ai venti gol a stagione, laureandosi spesso capocannoniere. Nella categoria Allievi Nazionali, per esempio, ha dominato la classifica marcatori del girone C nell’annata 2013-14.

UN SOGNO INFRANTO? Ventiquattro le reti messe a segno ai tempi dei Giovanissimi Nazionali, exploit ripetuto nella stagione 2013/14, quando il titolo è arrivato nella categoria degli Allievi Nazionali, sempre con la Roma, con ventidue centri in campionato. Sono cresciute così le aspettative in casa giallorossa, speranze che hanno preso il sapore di un sogno infranto. Troppo poco spazio riservatogli da Alberto De Rossi: “Non mi sono trovato bene con la Roma”, il commento del giovane centravanti che di certo avrebbe sperato in un finale differente, che però si è materializzato sull’altra sponda del Tevere.

DA UNA SPONDA ALL’ALTRA. Undici presenze e due gol realizzati tra campionato e Viareggio Cup, un bottino troppo magro e poche prospettive di svolta per il 2015-16, dove avrebbe dovuto affrontare la concorrenza di Soleri, Sadiq e Tumminello. E così Calì viene liberato, nonostante la personalità, lo spirito di leadership, le qualità tecniche e l’ottima struttura fisica necessarie per diventare grandi. La Lazio allora non si è fatta sfuggire l’opportunità: reduce da una stagione con solo nove presenze e due gol in campionato, il ragazzo decide di rifarsi indossando la maglia biancoceleste. Con i nuovi compagni è subito feeling, e con la nuova divisa conquista subito il primo trofeo, nel torneo dedicato a Papa Wojtyla. In finale, sarà proprio sua la rete che chiude i giochi.

IL SOGNO CONTINUA… Con la Lazio una nuova vita. La punta centrale – che con Inzaghi diventa a volte ala sinistra – esordisce in biancoceleste dalla prima di campionato contro il Pescara. Integratosi perfettamente nel gruppo, segna contro il Crotone il primo gol con l’aquila sul petto, poi a Latina firma il pareggio del 2-2 che vale un prezioso punto. Infine contro l’Avellino, su assist del compagno e amico Folorunsho sigla il sesto degli otto gol di una gara mai stata davvero in discussione. In Coppa diventa l‘uomo dei 30 minuti: in mezz’ora infatti, sia contro l’Empoli che ieri, contro il Palermo, riesce a fare la cosa che gli riesce meglio. Agli ottavi arriva una rete che non stravolge le sorti già decise del match, mentre ai quarti è sua la marcatura decisiva: tutti ad esultare con lui, che regala al pubblico e ai compagni una meritata semifinale. 689 minuti di Lazio in pochi mesi, e già qualche discreta soddisfazione. Arrivato a Formello qualcuno lo guardava con curiosità, e poi c’è chi lo ha pure criticato. Questo scanzonato, simpatico, irriverente ragazzone che parte dalla panchina, con tanta umiltà si sta ricostruendo il futuro che si sente gli abbiano strappato via: un giorno, magari, dall’altra parte del Tevere, potrebbero rimpiangere amaramente la sua assenza. Intanto nella Lazio, per lui, il sogno continua.

 

Michela Santoboni 

Clicca per commentare

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

PIÙ LETTI

Lazionews.eu è una testata giornalistica Iscritta al ROC Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 137 del 24-08-2017 Società editrice MANO WEB Srls P.IVA 13298571004 - Tutti i diritti riservati