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DI VAIO: “KEITA’? Uno che fa un gol così è un predestinato. NESTA allenatore della LAZIO? Sarebbe bello”

L’ex attaccante biancoceleste aggiunge: «La mia più grande emozione? Segnare all’Olimpico, nel giorno dell’esordio, indossando la maglia della squadra per cui fai il tifo»…

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DI VAIO Marco 00

 

NOTIZIE SS LAZIO – «KEITA’? Un ragazzo che segna in quel modo, con quella freddezza, è un predestinato. Ha qualcosa più degli altri e si vede. Adesso va protetto e coccolato, i giovani vanno fatti crescere con tranquillità. Nonostante la brillantezza mostrata da Keita in questo periodo, freschezza che ha giovato alla squadra, credo che Petkovic lo debba gestire e preservare. Giocatori del genere vanno accompagnati e protetti… Guardate quanto successo ad El Shaarawy nella passata stagione: dopo pochi mesi da titolare già si parlava di lui come fosse un campione, nell’arco di pochi mesi è poi diventato un oggetto misterioso». Sono le parole di Marco DI VAIO rilasciate ai microfoni RadioSei, che applaude la prova di KEITA’ e analizza anche altri aspetti riguardanti il mondo LAZIO.

Sulla rosa della LAZIO di PETKOVIC
«La rosa della Lazio è molto buona, può dire la sua e conquistare un piazzamento per l’Europa League. Recentemente ho visto la partita contro il Cagliari ed ho potuto constatare quanto sia importante Klose per questa squadra, il suo ingresso ha dato la sveglia a tutti i compagni. Probabilmente manca ancora una identità ben definita, quella stessa identità che ha invece ritrovato la Roma. Lo Scudetto? Credo che lo vincerà la Juventus, nonostante l’ottima partenza dei rivali giallorossi». 

Sulla scelta di NESTA di lasciare il calcio e su un possibile approdo alla LAZIO
«Purtroppo ha avuto molti infortuni e per lui era arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo. Ha dichiarato di voler diventare allenatore e lo vedo bene in quel ruolo, anche lui è un predestinato. Il tempo dirà se sarà un buon mister. Allenare la Lazio per lui sarebbe molto bello, lo strappo e la lite con i tifosi biancocelesti lo hanno ferito molto, lui non sarebbe mai voluto andare via da Roma. E’stato costretto a farlo, la sua cessione era inevitabile».

Sul suo futuro
«Rimango un altro anno da giocatore a Toronto, pensavo di smettere ma la stagione trascorsa è andata molto bene e ho giocato quasi tutte le partite, perché smettere?! Non ero pronto per cambiare pagina, nel futuro invece mi piacerebbe diventare un direttore sportivo, ma la strada è ancora molto lunga e ci sarà tanta gavetta da fare».

L’emozione più grande della sua carriera
«La più grande emozione vissuta da calciatore! Segnare all’Olimpico, nel giorno dell’esordio, indossando la maglia della squadra per cui fai il tifo è stato il massimo. Il sogno di una vita per chi come me ha sempre sperato di poter diventare calciatore».

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