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Giordano: “Amai la Lazio anche in Serie B. Andai al Napoli per Maradona…”

NOTIZIE LAZIO – L’ex attaccante ha rilasciato un’intervista al portale francese…

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NOTIZIE LAZIO – Bruno Giordano ha rilasciato un’intervista al portale francese So Foot. L’ex attaccante della Lazio, reduce da un’esperienza in Ungheria al Tatabanya da allenatore, ha parlato del successo degli uomini di Inzaghi contro l’Atalanta, degli anni in Serie B con i biancocelesti e del suo trasferimento al Napoli. Di seguito le sue dichiarazioni:

“Dopo l’esperienza in Ungheria sono tornato a Roma. Ovviamente cerco di non allontanarmi troppo dal calcio, in questo mondo devi sempre essere ‘connesso’. Vedo le partite allo stadio e cerco di non perdere mai l’abitudine con il campo”.

Sul successo contro l’Atalanta:

“E’ stata una vittoria importante, che dà speranza. Non è stata una grande partita ma la Lazio è riuscita a trarre vantaggio dagli errori dell’Atalanta. Credo che i biancocelesti, alla fine, faranno come lo scorso anno, finendo il campionato tra il sesto e il nono posto”.

Sugli anni in Serie B con la Lazio:

Ora è più difficile vedere calciatori che restano in Serie B quando la proprio squadra è costretta a retrocedere (la Lazio scese in B per il calcioscommesse, ndr). Io però amavo enormemente i colori biancocelesti e sono rimasto con piacere. Nel calcio moderno, c’è l’esempio di Buffon e Del Piero, che hanno seguito la Juve in Serie B. Hanno fatto una scelta difficile, anche se erano sicuri che il calvario sarebbe durato giusto un anno”.

Sul trasferimento dalla Lazio al Napoli:

“Era l’estate del 1985 ed ero in procinto di lasciare la Lazio. Come potevo rifiutare il Napoli? Non ci ho pensato nemmeno un secondo ad accettare. Anche e soprattutto grazie a Italo Allodi (ex direttore sportivo del Napoli, ndr) e a Diego Maradona che mi ha chiamato personalmente per dirmi che voleva giocare con me. Allenarmi con lui è stato qualcosa di indescrivibile. Con lui ho capito che si può sempre migliorare e che i limiti sono solo nella sua testa. Dopo ogni allenamento, Diego rimaneva a calciare le punizioni, per migliorare sempre di più il suo tiro”.

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