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HERNANES a 360°: “Amo i tifosi della Lazio… Sono un perfezionista e mi piace anche improvvisare. Petkovic? E’ stato molto importante”

Il profeta brasiliano si lascia andare ad una lunga intervista ai microfoni di lazio style channel dove analizza…

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COPPA ITALIA LAZIO-CATANIA Hernanes 04

NOTIZIE SS LAZIO– Il centrocampista brasiliano si lascia andare ad una lunga intervista, ai microfoni di lazio style channel, dove parla a tutto tondo della sua esperienza in biancoceleste: dall’arrivo nella capitale fino alla prossima sfida contro la Fiorentina passando anche sull’importanza di Petkovic. Di seguito le sue dichiarazioni:

Sul cambio di ruolo da quando è arrivato nella capitale:Sono arrivato qui due anni fa e ho giocato in una posizione a cui non ero abituato. Poi quest’estate ho parlato con Petkovic e gli ho confidato di voler giocare in una posizione più arretrata e non sulla trequarti. Il mio ruolo è questo, non ci sono altre prove da fare. Sono convinto di non voler cambiare più posizione in campo perché questa è quella che si addice più alle mie caratteristiche. Pochi mesi fa dissi che la mia carriera stava ricominciando e avevo ragione”.

Cosa ti manca del tuo Brasile? “Mi mancano maggiormente la famiglia e gli amici, ma anche un po’ il cibo brasiliano, soprattutto un tipo di pane che mangiavo sempre e che qui non si trova facilmente. Comunque amo i tifosi della Lazio e le persone di questa città, adoro fare delle belle ‘mangiate’ al ristorante e non resisto al fascino del Colosseo.

Il Profeta non si accontenta mai anche nei minimi particolari: “Sono un perfezionista, amo la mentalità matematica. Cerco di trovare delle formule anche sul terreno di gioco, mentre quando ero giovane giocavo molto di più sulle intuizioni e sull’improvvisazione. Questa cosa non mi piaceva, volevo trovare una formula da ripetere in ogni partita. Per migliorare ho trovato un allenatore che ha fatto uno studio attento sul calcio e grazie ai suoi allenamenti sono migliorato molto”.

Perchè il soprannome di Profeta? “Gli amici di infanzia mi chiamavano semplicemente ‘P’, mentre il soprannome ‘Profeta’ è opera di un conduttore televisivo brasiliano. Non conosco bene il motivo, forse perché parlavo spesso della Bibbia o perché prima di ogni gara del 2008, anno in cui vincemmo il titolo, dicevo sempre che avremmo raggiunto il successo”.

Da bambino seguiva molto i campionati europei per vedere giocare i suoi connazionali: Seguivo con passione le squadre dove giocavano i miei giocatori preferiti come per esempio il Vasco da Gama di Felipe e il Sao Paulo di Wagner. Erano entrambi dei centrocampisti, anche se il primo iniziò la carriera come terzino sinistro. In generale i miei calciatori preferiti erano Ronaldo, Ronaldinho, Zidane, Seedorf e Pirlo“.

Infine, il brasiliano ricorda con tanta emozioni due partite della sua nazionale: “Ricordo benissimo la finale tra Brasile e Italia del 1994, ma ancor di più quella persa alle Olimpiadi del 2000 contro la Nigeria. All’inizio della mia carriera avevo più voglia di giocare un’Olimpiade che una fase finale di un Mondiale, il mio più grande desiderio era conquistare una medaglia d’oro. Nel 2008 ho partecipato ai Giochi ma purtroppo non siamo riusciti a vincere, ho ancora un po’ l’amaro in bocca per questa cosa”. 

 

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