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MANZINI: “Gazza? Lealissimo e generosissimo. Aneddoti? Ci vorrebbe una quindicina di trasmissioni”
Il team manager della Lazio racconta il suo rapporto con la stella inglese…
foto: gettyimages.
Maurizio Manzini, team manager biancoceleste, ai microfoni di Lazio Style Radio ha parlato del suo rapporto con Paul Gascoigne.
Sull’arrivo dell’ex giocatore inglese
“E’ stato un momento molto emozionante. Mi è parso di rivivere uno stralcio del film Ritorno al Futuro, è stato come ritrovarmi in un viaggio del tempo di vent’anni in un secondo. In quei brevi attimi, anche se c’erano fotografi, operatori ecc., è stato come se fossimo solo io e lui. Ci siamo detti le frasi che si dicono due amici, mi ha mostrato la ‘tartaruga’, per farmi vedere che si mantiene in forma. Ieri era un altro Gascoigne, preciso, inappuntabile, preparato per questa visita”.
Capitolo Aneddoti. Manzini traduttore
“Per raccontare tutta l’epopea Gascoigne, ci vorrebbe una quindicina di trasmissioni della durata di due ore. Il suo periodo qui alla Lazio è stato stracolmo di aneddoti, racconti, scherzi, battute”. “Penso di essere una delle poche persone che ha fatto da interprete tra Gascoigne e un giornalista inglese. Dato che Paul odiava i giornalisti, perché all’epoca non lasciavano vivere, rilasciava le interviste solo a patto di parlare in geordie (lo slange di Newcastle ndr). Dato che io ho familiarità con quel dialetto, per via delle mia passione per un vignettista inglese che scriveva in geordie. Così una volta, con un giornalista del Sun, accadde che questi gli faceva le domande in inglese, Paul rispondeva in geordie e io ritraducevo in inglese”.
Gascoigne si presenta ingrassato al ritiro
“Zoff si era raccomandato di seguirlo durante le vacanze estive. Paul era andato a Miami con la famiglia e io lo chiamavo ogni santo giorno per dirgli di darsi una regolata. Lui mi assicurava di stare tranquillo. Così quando rientrò a Roma, lo andai a prendere in aeroporto. A un certo punto vidi arrivare uno enorme, dissi a un poliziotto: ‘Guarda quello come somiglia a Gascoigne!’. Era proprio lui. Pesava 89 chili, per uno che aveva un peso fermo di 73 chili. Zoff era disperato! Poi ci impegnammo a farlo dimagrire e arrivò a circa 79 chili”.
Gascoigne e gli avversari
“In campo era generosissimo, lealissimo. Non ho mai visto uno così rispettato dagli avversari come lui. Mi ricordo un Lazio-Torino: a un certo punto dribblò due-tre giocatori, un difensore lo atterrò, ma subito tutti i giocatori granata accorsero ad assicurarsi che non si fosse fatto male. In una gara contro l’Atalanta, dalla curva bergamasca cominciano a srotolare un enorme striscione, con una mano che reggeva una birra e la scritta “It’s for you, Gazza!”. Paul si affaccia allora dal tunnel degli spogliatoi e mostra ai tifosi dell’Atalanta un bicchierino di birra, facendo il gesto del brindisi: la curva orobica impazzì. Io credo che neanche il George Best dei bei tempi abbia raggiunto i picchi di popolarità tra i colleghi che poteva vantare Gascoigne”.
Gascoigne e Luigi Corino
“Corino è quello che gli è stato più vicino, che gli ha voluto più bene degli altri. Mi ricordo che quando nacque il figlio a Gigi, Gascoigne fece fare un centinaio di magliette con la foto del bambino, mettendo in evidenza che aveva grossi ‘attributi’”.
La trattativa che lo portò a Roma
“Con Calleri e Regalia andammo a Londra, lo seguimmo agli allenamenti, parlammo con la dirigenza del Tottenham. Le trattative non furono per nulla facili, ci aveva chiesto quasi 21 miliardi di lire. Calleri e Regalia agivano da presidente e direttore sportivo, ma anche per conto di Cragnotti, che avrebbe poi rilevato la società. Alla fine si chiuse l’affare. In quel momento storico, fu sicuramente l’acquisto più importante nella storia della Lazio”.
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