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Mihajlovic, la figlia Viktorija racconta suo padre in un libro: “Le persone credono sia solo un duro, ma…”

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MIHAJLOVIC BIOGRAFIA – La notizia della malattia che ha colpito Sinisa Mihajlovic ha lasciato di stucco gran parte degli appassionati di calcio, dai tifosi agli addetti ai lavori. L’ex Lazio, attualmente tecnico del Bologna, è conosciuto soprattutto per il suo carattere fiero che ancora una volta ha tirato fuori in questi mesi, per lui, delicati. A rendere noto un altro lato del carattere di Mihajlovic ci ha pensato sua figlia Viktorija con un libro che è uno spaccato della vita di Sinisa. In un’intervista al Resto del Carlino, la ragazza ha parlato di com’è nata l’idea di mettere su carta il suo rapporto con il padre. Ecco le sue parole.

L’idea del libro

“Per me è stato terapeutico, l’ho scritto quando papà era ancora in ospedale. Scrivere mi ha permesso di sfogarmi. E’ stato un periodo non facile, ma mi ha aiutato a crescere, non sono più quella di sei mesi fa”.

La famiglia Mihajlovic

“Adesso siamo ancora più uniti di prima. Quando mi hanno detto della diagnosi avrei voluto essere figlia unica perché non soffrissero i miei fratelli, uno ha solo 13 anni, un altro 17. Adesso posso dire che loro sono stati la mia più grande forza, un fratello ti capisce come nessun altro. E’ stato uno choc per tutti”

Il peso di portare quel cognome

“Oggi credo che sia la cosa più bella del mondo e ne sono fiera. Da piccola mi sentivo osservata, giudicata, cambiavamo spesso scuola e città e ogni volta era difficile entrare sotto gli occhi di chi ti guarda come la figlia di Mihajlovic, e magari papà ha sbagliato una punizione il giorno prima e ti insultano, è successo. Quando finivo la paghetta e non potevo uscire, mi sfottevano, ‘ma figurati se la figlia di Mihajlovic ha finito i soldi’. All’inizio faceva male anche sentire gli insulti di una curva intera allo stadio. La malattia ha cambiato anche questo, per fortuna”.

Gli haters sul web

“Vero, ma è una pena compensata dall’affetto impressionante che abbiamo ricevuto da tutti. Mi arrivano lettere di persone stupende, quando camminiamo per strada a Bologna ci abbracciano tutti, è bellissimo. Per noi questa città è una seconda famiglia. Io quando siamo venuti la prima volta volevo restare a vivere qui, ho fatto le scuole al San Luigi, stavo benissimo. E pazienza se qualcuno criticava se sui social postavo una mia foto al mare, scrivendomi che uscivo mentre papà era in cura”.

Il regalo di Natale

“Lui è tornato a casa il 21 dicembre, giorno che non dimenticherò mai. Gli abbiamo preparato uno striscione in cirillico con le sue foto. Per me è stato come tornare a respirare, mi faceva paura pensare a quando lui era da solo. Si era capovolta la situazione: io che mi preoccupavo per lui, e non il contrario. E mia madre che di solito ci mette tre giorni per organizzare il pranzo di Natale, quest’anno non aveva neanche apparecchiato. Abbiamo mangiato nei piatti di plastica, è stato bellissimo”.

La trasformazione di Mihajlovic

“Ha imparato a mostrare le sue debolezze, prima non si capiva se era triste o felice. Adesso è sensibile, più elastico ed empatico, prima aveva una corazza che credo derivi anche dalle sue origini serbe, anche mia nonna è così. La sofferenza ti porta a chiuderti, io ho scritto questo libro anche per far sapere che lui è buono e dolce”.

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