MOGGI: “La Roma? Non vincono mai, ma sanno piangere”. Poi svela: “Ecco come ho convinto NEDVED”

NON SOLO LAZIO – Torna a parlare Luciano MOGGI e commenta nuovamente i fatti di casa ROMA: l’ex dirigente della Juventus lo ha fatto nel corso di un’intervista a soccermagazine.it, a margine della presentazione del suo libro “Il pallone lo porto io” allo Juventus Club di Canicattì. Ecco le sue parole:

Sull’acquisto di Nedved
“E’ il mio migliore amico. Ho fatto la sua fortuna. E’ amante del golf, uno sport che io reputo da vecchi, e non voleva lasciare Roma per i campi da golf, se non fosse stato per me, avrebbe finito la carriera alla Lazio. Gli ho detto di visitare Torino con un nostro aereo, nessuno lo avrebbe saputo, così se non gli fosse piaciuta, sarebbe potuto tornare a Roma… ma lo avevo già comprato a sua insaputa! Fu accolto da televisioni e radio mentre i laziali gli davano del traditore e così rimase a Torino e divenne un giocatore della Juve”.

Su Roma-Bayern
“C’è troppa pochezza nel calcio italiano. A Roma, una volta incontrata una vera squadra hanno cambiato il prefisso…”.

Sulla sua idea di bandiera
“Delle bandiere sono rimaste solo le aste. Totti che a 38 anni rinnova per 3… Pallotta è da manicomio!! Non bisogna innamorarsi dei calciatori, la passione deve essere accompagnata dal cinismo. Avreste mai immaginato che Del Piero è stato la causa della cessione di Ferrara perché non lo voleva? Che non voleva firmare alle condizioni della Juve? Che stava per litigare con Conte?”.

Sul titolo del suo libro
“A Roma non vincono mai, ma sanno piangere. Una volta dissi “Allora voi portate l’arbitro per questa volta e il pallone lo porto io”. Da qui l’idea”.