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TACCHINARDI: “Ora CANDREVA deve diventare un leader nella LAZIO”
L’ex centrocampista spiega: “Deve completare l’ultimo step: deve essere più cattivo e diventare una trascinatore”…
NOTIZIE SS LAZIO – Alessio Tacchinardi, intervenuto ai microfoni di Radio IES, celebra l’esordio trionfale di Conte sulla panchina della Nazionale: “Ieri abbiamo visto giocatori lottare e sudare per una nazione. Sono usciti stremati dal campo, i tifosi vogliono vedere questo. Servono le qualità dei campione a servono soprattutto gli uomini. Conte è un martello, in tre giorni ha dato il suo marchio a questa nazionale. Prandelli aveva fatto un buon lavoro, disputando un Europeo eccellente. Però si era persa un po’ di identità che Conte riuscirà a restituire. È capace di tirar fuori il meglio dai suoi calciatori. Candreva? E’ un giocatore particolare, a me piace tantissimo. E’ cresciuto molto, personalmente credo che nel 3-5-2 viene penalizzato, lui si esalta dalla tre quarti in su. Se deve fare tutta la fascia si perde il suo potenziale esplosivo. Però Conte vuole dare una lettura diversa, nella Juventus le caratteristiche di Lichsteiner imponevano di sfruttare anche un gran lavoro in fase di copertura, mentre in Nazionale ho la sensazione che voglia un’atteggiamento molto più offensivo. Candreva ha bisogno di completare l’ultimo step, non a livello fisico né tantomeno tecnico. Però deve essere più cattivo, più determinante per la sua squadra. Ha dimostrato il suo valore ora deve crescere di testa e diventare leader per essere un calciatore di livello indiscusso e di calibro internazionale. Se riuscirà a farlo sarà devastante. Questa Lazio ha bisogno di un condottiero in campo, è un’ottima squadra, con tanti giocatori di qualità e una rosa completa, ma serve un trascinatore un campo. Nelle grandi squadre sei un campione solo se riesci a diventare un leader. Poi ci sono alcuni giocatori che non riescono a fare questo passaggio e rimangono soltanto splendidi talenti ottimi interpreti ma senza diventare campioni capaci di caricarsi una squadra sulle spalle. L’esempio può essere Hamsik. Il centrocampista del Napoli ha esaltato tutti nelle prime stagioni, poi però doveva completare il suo percorso e trascinare il Napoli diventando il simbolo di una squadra da lui condotta sino alla vittoria. Non è risuscito a farlo, a differenza di Pogba, ad esempio, che ha queste caratteristiche nel suo Dna nonostante la sua giovane età“.
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