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La lunga stagione di Immobile inseguendo i gol per la Russia

IL MESSAGGERO (V.Cassetta) – In Italia, in Europa e nel mondo. Non sarà la Lazio di Biglia o Keita, sarà la Lazio di Immobile…

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IL MESSAGGERO – In Italia, in Europa e nel mondo. Non sarà la Lazio di Biglia o Keita, sarà la Lazio di Immobile. Tra capitani in partenza e talenti bizzosi, è ancora lui il punto fermo di Inzaghi. Aveva le idee chiare fin dall’inizio. «Questo club è un punto di arrivo», diceva sbarcando a Formello. Un messaggio forte e diretto, che torna d’attualità per chi, ancora oggi, non sa cosa fare del proprio futuro. Per ventisei volte ha fatto urlare i tifosi laziali. Per altre sette ha propiziato i gol dei compagni. Quinto posto in classifica, un pass per l’Europa League, finale di Coppa Italia (persa contro la Juventus) e una di Supercoppa da giocare il 13 agosto a Roma. Risultati di squadra, ma ottenuti anche grazie ai gol di Ciro “Il Grande”. E’ stato più decisivo dell’amico Belotti, regalando 22 punti alla Lazio, nonostante il “Gallo” abbia segnato di più. Fuori dal campo, per i colori biancocelesti, ha fatto anche il cameriere, servendo l’amatriciana in uno degli eventi per aiutare i terremotati. Uomo immagine e bomber, con gli hobby dei comuni mortali: Playstation, cucina e pesca su tutti.

SOGNANDO KLOSE – E così Ciro ha superato anche Miro, un altro pescatore che alla prima stagione laziale aveva realizzato “solo” 15 reti e 10 assist. Ma è proprio nel segno di Klose che Immobile sogna in grande. L’obiettivo è il Mondiale in Russia. Il ct Gian Piero Ventura lo stima e lo conosce meglio di chiunque altro. Durante l’anno aveva dato anche qualche dritta ad Inzaghi per farlo rendere al meglio, e i risultati si sono visti sul campo. Ripetersi non sarà semplice, ma le motivazioni faranno la differenza. Il viaggio che porterà Immobile in azzurro passerà inevitabilmente per il biancoceleste tra campionato, Coppa Italia e Europa League. In campo continentale Ciro ha già mostrato di trovarsi a suo agio, ma avrebbe potuto fare di più. Con il Burussia Dortmund nel 2014/2015 segnò quattro reti nel girone di Champions: Arsenal, Galatasaray e Anderlecht (due gol nel doppio confronto). Uno score positivo che non riuscì a ripetere al Siviglia l’anno dopo. Tre presenze contro Manchester City, Juventus e Borussia Mönchengladbach, seppur partendo sempre dalla panchina. Con la Lazio però è rinato, ritrovando uno smalto che sembrava perduto. Ha conquistato il popolo laziale, ma anche lo spogliatoio. Rigorista della squadra, più volte ha lasciato che un penalty fosse tirato da un compagno alle prese con un momento di difficoltà. Vedi Biglia, Keita e Felipe Anderson. Un leader silenzioso, che crede fermamente cultura del lavoro. Non è un caso che anche in vacanza non abbia smesso un solo minuti di allenarsi. E le foto sui social mostrano già una forma mondiale.

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