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Castroman: “Lazio da Scudetto, con Inzaghi si può. Spero resti a vita”

LAZIO CASTROMAN INZAGHI – Due anni e mezzo trascorsi a Roma con 37 presenze e 4 gol in Serie A, tra cui l’indimenticabile 2-2 al 95’…

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LAZIO CASTROMAN INZAGHI – Due anni e mezzo trascorsi a Roma con 37 presenze e 4 gol in Serie A, tra cui l’indimenticabile 2-2 al 95′ nel derby dell’aprile 2001, che l’ha proiettato di diritto nei cuori dei tifosi biancocelesti: parliamo di Lucas Martin Castroman, esterno argentino, con un breve passato anche nell’Udinese, prossimo avversario della Lazio. L’ex calciatore ha presentato la sfida, toccando vari temi, ai microfoni di ‘laziopress.it’.

QUESTA LAZIO – “L’inizio di stagione è stato sorprendente, nessuno si aspettava un cammino così sia in campionato che in Europa. Ogni calciatore sogna un avvio del genere. Vincere tutte queste partite di seguito dà una grande autostima alla Rosa e inoltre ogni singolo giocatore acquisisce la giusta mentalità vincente. Quando cominci così bene, poi è difficile che le cose peggiorino nel corso della stagione. Sono molto felice di vedere questa Lazio giocare, non mollano mai e lottano su ogni pallone. Ci sono giocatori con un’enorme personalità e la stanno trasmettendo anche ai più giovani. Simone si merita tutto questo, un ragazzo eccezionale e farà una grande carriera, anche se è già uno dei migliori”.

SCUDETTO – “E’ un sogno, ma ripeto a questa squadra niente è precluso. Davanti ci sono società più attrezzate per vincere nell’immediato, mi riferisco a Juventus e Napoli. Però la Lazio è sulla strada giusta, ha iniziato un nuovo percorso e credo che questo la porterà nei prossimi anni a crescere sempre di più e a poter lottare per lo Scudetto sempre. In questo sport non si improvvisa niente, anche la società ha lavorato molto bene. Non bisogna aver paura di pronunciare la parola Scudetto. Meglio pensare in grande quando si ha l’occasione, piuttosto che accontentarsi di un posto in Champions”.

EUROPA LEAGUE – “La partita di giovedì contro il Nizza ha dimostrato la maturità di questa squadra. Vincere partite così sporche contro un avversario comunque forte è indice di forza. C’è stato un pizzico di fortuna, ma la sorte se non la cerchi non arriva da sola. Può arrivare alle fasi finali della competizione”.

INZAGHI OGGI – “Simone si merita tutto questo per la persona che è. Non mi piace fare paragoni, ho sentito che più volte il suo nome è stato accostato ad ex allenatori del passato. Può avere delle somiglianze con il ‘Cholo’ Simeone, ma poi alla fine ognuno ha il proprio stile e idea di calcio. Qualche hanno fa non mi sarei mai aspettato Inzaghi su una panchina, però mi ha sorpreso tanto e ammirarlo con la divisa dell’aquila addosso nella nuova veste mi riempie di gioia. Il mio sogno è di vederlo sempre allenare a Roma e vedergli alzare tanti trofei e far volare questa Lazio sempre più in alto”.

INZAGHI NELLA SQUADRA DI IERI – “A Simone piaceva tantissimo parlare con noi argentini, ha cercato anche, per un periodo, di imparare la nostra lingua. Ricordo che qualche volta capitava nello spogliatoio che qualcuno di noi potesse imprecare nella nostra lingua e lui rideva come un matto. In quella squadra c’erano parecchie personalità forti: il ‘Cholo’ Simeone, Juan Veron, Claudio Lopez, Hernan Crespo era più tranquillo, ma guai a farlo arrabbiare, così del resto anche io. Lui mi ha aiutato tanto era un grande uomo spogliatoio. Ascoltava sempre e aveva voglia sempre di imparare qualcosa. Non ti so dire quanto abbiamo potuto influenzarlo con le nostre personalità, ma sicuramente dal quel gruppo ognuno ha preso qualcosa per poi diventare un allenatore di successo”.

L’ESPERIENZA ALLA LAZIO – “I tifosi mi hanno dato di tutto, soprattutto dopo quel gol al derby che ha cambiato la mia storia nella Capitale, anche prima di quella rete mi sono sentito sempre coccolato. Roma oltre ad essere una città bellissima, una delle più belle al mondo ti trasmette una passione ed un calore che difficilmente si trova in altre piazze. Ho avuto la fortuna di giocare nella Lazio scudettata, con tantissimi campioni che mi hanno sempre fatto sentire uno del gruppo. Ero un ragazzino di vent’anni che arrivava dall’Argentina e nessuno si aspettava da me un apporto così importante visto anche i nomi che vestivano quella maglia”.

VECCHI AMICI – “Quando ho la possibilità di tornare a Roma, vado a Formello a ritrovare tante persone che sono state importanti per la mia crescita, sia come uomo che come giocatore. Noi siamo abituati sempre a vedere il lavoro dei giocatori o dello staff tecnico, ma dietro le quinte ci sono degli uomini fondamentali: dai magazzinieri a chi organizza le trasferte. Loro sono la vera anima di questo storico club. I giocatori passano, ma loro restano sempre”.

L’ESPERIENZA ALL’UDINESE – “La mia esperienza ad Udine è stata molto bella. Ho giocato in Europa nella vecchia Coppa Uefa, prima storica qualificazione del club alla competizione. La mia volontà era quella di rimanere a Roma, ma con Mancini ci sono stati dei problemi che tutti conoscete. Mi aspetto una partita non semplice. I friulani sono una squadra strana. Una domenica possono perdere per 3/4 zero e quella dopo fare risultato su un campo difficile. Bisogna non sottovalutare mai l’avversario”.

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