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De Vrij non trova pace, Pioli incrocia le dita: a questa Lazio serve il suo ‘muro olandese’

NEWS DEL GIORNO – Il difensore ha accusato un problema al ginocchio sinistro, lo stesso che lo scorso anno lo ha tenuto fuori diverse giornate…

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NEWS DEL GIORNO – “Ho avvertito dolore al ginocchio: sto pagando l’assenza di preparazione”. Questo il grido d’allarme lanciato da Stefan de Vrij, che al termine dei primi 45′ della gara tra Olanda e Turchia è stato costretto ad abbandonare il campo. L’entità del problema all’articolazione è da valutare, con il calciatore che sosterrà i controlli del caso nella giornata di domani, ma il difensore stesso non è parso eccessivamente allarmato: “Durante il match ho avvertito dolore e ho preferito smettere“. Un’uscita che sembra (per il momento) assumere i contorni dello stop precauzionale, atto a non rischiare di aggravare eventuali problematiche in corso e favorire il riassorbimento del liquido formatosi già nella gara precedente, quella con l’Islanda. Pioli, che nel pomeriggio guiderà la ripresa biancoceleste, attende con ansia il responso degli esami, incrociando le dita e augurandosi di poter avere il centrale a disposizione al più presto.

PREPARAZIONE TRAVAGLIATA – La preparazione del difensore olandese non è stata delle più semplici. Al termine del campionato scorso il numero 3 laziale si è sottoposto ad un intervento di routine per il rafforzamento delle pareti inguinali, che non gli ha permesso di iniziare l’annata al 100%. Arrivato ad Auronzo con qualche giorno di riposo in più insieme al resto dei nazionali, ha svolto lavoro differenziato durante tutto il ritiro, presentandosi al primo appuntamento ufficiale, il match di Supercoppa contro la Juventus, senza aver accumulato minuti e ritmo gara nella amichevoli precedenti. L’operazione eseguita in Olanda è stata comunque smaltita in maniera ottimale e sembra non avere alcun collegamento con il problema accusato al ginocchio, che pare piuttosto una fastidiosa eredità della scorsa annata, quando de Vrij si fermò a causa di una distorsione, accusata nella gara casalinga contro l’Empoli e che lo costrinse a saltare cinque incontri della decisiva volata finale. Di contro, la fascite plantare che lo aveva tormentato lo scorso inverno sembra archiviata e il nuovo problema potrebbe essere imputato proprio alla preparazione ‘atipica svolta quest’anno dall’olandese, che per forza di cose è stato impiegato da Pioli in maniera massiccia fin dalle prime uscite: “Purtroppo questa estate mi sono infortunato e dopo, senza preparazione, ho giocato sei partite in poco più di due settimane”, ha ammesso l’olandese. Un mini tour de force sfociato nello stop di ieri sera, uno battuta d’arresto che tutti i laziali si augurano non porti con sé brutte notizie: è fuor di dubbio che a questa Lazio serve il miglior de Vrij.

LA DIFESA BALLA – Pioli ha bisogno di ritrovare il suo ‘muro olandese‘, il calciatore che lo scorso anno ha retto il peso delle fondamenta della corazzata biancoceleste, regalando sicurezza all’intera squadra. “Ho lavorato più degli altri per allinearmi alla condizione”, ha ammesso Stefan prima della sfida di Supercoppa contro la Juve, ma da quel momento è passato più di un mese e l’infuocato agosto laziale è ormai alle spalle, con i biancocelesti costretti a raccogliere i cocci. La difesa balla e stenta a trovare i giusti meccanismi, con lo stesso de Vrij protagonista in negativo in alcune occasioni. Spicca in particolare l’erroraccio sul primo gol del Bayer Leverkusen, preludio del tracollo in casa delle Aspirine, antipasto e probabile concausa della debacle di Verona, che ha visto il Chievo di Maran passeggiare sulla Lazio. Ripartire è la parola d’ordine: ma da dove? Pioli, si diceva, è alle prese con la ricerca dei giusti equilibri, con un Gentiletti in ritardo di preparazione e Mauricio parso poco sicuro in diverse uscite, a cui va aggiunta la soluzione con la difesa a tre che non convince (Hoedt non è ancora stato preso in considerazione). L’augurio in casa biancoceleste è di poter archiviare al più presto i nuovi problemi dell’olandese, per poter ripartire da un punto fermo, ossia proprio da colui che a soli 23 anni è stato eletto miglior difensore della Coppa del Mondo 2014.

Gian Marco Torre

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