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Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne e di Chiara, l’aquilotta ferita

CHIARA INSIDIOSO LAZIO VIOLENZA DONNE – Sono passati tre anni da quando l’operaio Maurizio Falcioni di 35 anni aggredì brutalmente la fidanzata Chiara Insidioso …

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CHIARA INSIDIOSO LAZIO VIOLENZA DONNE – Sono passati tre anni da quando l’operaio Maurizio Falcioni di 35 anni aggredì brutalmente la fidanzata Chiara Insidioso Monda, 19, nello scantinato dove vivevano, a Casal Bernocchi. La ragazza finì subito in coma e venne trasportata in fin di vita al San Camillo. Una lunga attesa durata 10 mesi, quella della famiglia di Chiara, per rivedere la ragazza passare a uno stato di “minima coscienza”. 319 giorni dopo al termine del processo con rito abbreviato, Maurizio Falcioni venne condannato a 20 anni di reclusione. Durante il processo d’Appello, Maurizio Falcioni ottenne quattro anni di sconto e un risarcimento di 3000 euro. Il papà di Chiara sviene in aula.

I POMERIGGI IN CURVA NORD – “La nostra, prima, era una vita normale”, spiega Maurizio Insidioso. “Allo stadio mi portava lei. In curva Nord la conoscevano tutti. Gli ultrà, i tifosi. Quando arrivavamo, prima delle partite, era tutto un Chiara, Chiara vieni qui, Chiara. La domenica, i sabati, anche in trasferta. Andavamo con i pullman. A Napoli, Torino, Genova. Per questo negli ultimi mesi i tifosi l’hanno aiutata così tanto, con le iniziative per raccogliere denaro. Perché Chiara era una di loro”, i racconti del papà.

TUTTO CAMBIA – Aveva una vita normale, Chiara. Oggi, invece, come sta? “È come una neonata nel corpo di una persona adulta, necessita di un’attenzione continua e ogni mese la clinica ci costa almeno 2mila euro, senza contare quanto spendiamo per i pannoloni. Se non fosse per la grande solidarietà da tutta Italia, ora saremmo in mezzo a una strada, ne sono certo”, ha commentato il padre a Le Iene qualche settimana fa. Oggi, 25 novembre, si ricordano tutte le donne maltrattate, violentate, picchiate e uccise da chi diceva di amarle. Da chi, dovrebbe proteggerle. Oggi è la “festa” di Chiara e del suo coraggio, l’aquilotta che continua a volare, nonostante le ferite.

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