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Silvagni: “Inzaghi ha un grande attaccamento alla maglia. Come Keita nessuno”

INTERVISTA SILVAGNI – Il ragazzo commenta le prestazioni dei suoi ex compagni di squadra…

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INTERVISTA SILVAGNI –  Stesso vivaio, stesso maestro. Lorenzo Silvagni, svezzato nelle giovanili della Lazio, ha condiviso lo spogliatoio coi giovani dell’attuale rosa biancoceleste e corso sotto la guida di Simone Inzaghi. Oggi è uno dei protagonisti dell’Anzio. Il ragazzo è intervenuto così ai microfoni di Radio Incontro Olympia: “Inzaghi è come se fosse un giocatore in più, non sembra un allenatore: ha smesso di giocare e ha subito iniziato in panchina. Grande tecnico, in pochi dimostrano un attaccamento alla maglia come il suo. Durante le partite non si ferma un attimo, a fine gara è più sudato dei calciatori in campo. Lombardi non è una scoperta, se il mister l’ha tenuto in squadra un motivo c’è e Cristiano ha dimostrato di poterci stare fin dall’esordio con l’Atalanta. Murgia? Esordire a San Siro dal 1′ non è facile, ma non ho mai avuto dubbi su di lui. Sono stato suo compagno, l’ho accolto in squadra perché è un anno più piccolo di me ed era salito in Primavera dagli Allievi. Ne ho visti pochi forti come lui in quel ruolo e poi ha una personalità clamorosa che ha fatto vedere anche a Milano: stop di destro e apertura di sinistro e di fronte aveva gente strapagata… Le caratteristiche sono diverse da Cataldi, ha esplosività e personalità. Anche Danilo ha dimostrato personalità comunque, forse ora ha avuto un calo, ma sono sicuro che tornerà più forte di prima”. Ancora sui suoi ex compagni e sul siparietto nel post Lazio-Chievo: “Al posto di Tounkara non so come avrei reagito, evidentemente Biglia è un calciatore importante per tutto lo spogliatoio. Forse anche perché essendo il capitano se la Lazio perde è sempre il primo a essere criticato. Tounkara ha avuto comunque una reazione esagerata, avrebbe potuto evitare. Il più forte con cui ho giocato? Come Keita non c’è nessuno, ha tutto per essere un calciatore di livello, forse deve migliorare da un punto di vista caratteriale. Io ci giocavo quando aveva 18 anni, siamo coetanei, pensavamo solo ed esclusivamente al pallone, ho conosciuto una bella persona, un ragazzo solare. Chi degli ex compagni può avere un futuro alla Lazio? Dico Guerrieri, per me potrà dire tanto, è uno dei più forti portieri che io abbia mai visto. Sta facendo questa esperienza al Trapani, gli arrivano tanti tiri, può solo crescere: punto ancora su di lui. Fersini? Sono passati tanti anni dalla sua scomparsa, ma è sempre vicino a me. Sarà lo stesso anche per tutti coloro che giocavano con lui e che ora si allenano sul campo a lui intitolato. Mirko mi viene sempre in mente, da lassù sarà contento di quello che stiamo facendo”.

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