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ACCADDE OGGI. Behrami onora Gabbo e castiga i cugini al 92’. Auguri Sandro Nesta

ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…

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LAZIO – 19 marzo 2008. All’insolito orario delle 21.15, allo stadio Olimpico di Roma va in scena il derby della Capitale valido per la ventinovesima giornata di campionato. La stracittadina è interamente dedicata a Gabriele Sandri, con la sua gigantografia esposta in Curva Nord, laddove i capitani Rocchi e Totti poggiano un bel mazzo di fiori, e col papà ospite della Sud per tutto il primo tempo. In campo, ci sono 24 punti di differenza, che pendono a favore della sponda giallorossa del Tevere ma, a dire il vero, non si vedono affatto, nonostante il bacio della Dea Bendata al 31’, quando Behrami, anticipando Vucinic e rinviando, colpisce la spalla di Taddei e la traiettoria che ne nasce scavalca Ballotta, beffandolo. L’aiutino della sorte alla squadra tecnicamente più forte, scatena un mostro. La Lazio operaia di Delio Rossi, in serie positiva e con una classifica che sta lentamente tornando a sorridere, annulla il gap tecnico con una voglia di vincere senza eguali. Pandev e Rocchi sono le punte di diamante e, là davanti, con Kolarov a tutta fascia spesso quarto attaccante aggiunto (c’è anche Bianchi che si procura il rigore del 2-1), duettano a meraviglia e solo il binario brasiliano Doni-Juan tiene in vita la Roma, salvando l’impossibile, prima di cadere sotto i colpi del tandem offensivo biancoceleste (44’ e 57’). Dopo soli cinque minuti, però, si accende Totti, un fantasma per tutta la partita (all’undicesimo derby perso), offrendo a Perrotta la palla del 2-2. Tutto inutile. La serata apparentemente disgraziata della Lazio, vedi anche il palo di Kolarov su punizione, sta per regalare il colpo di scena più bello e lo fa al 92’, con una sbandata colossale della difesa romanista che permette a Behrami di pareggiare i conti con la sorte e regala un tripudio al popolo biancoceleste, con tanto di sgambetto ai cugini, che scivolano a -7 dall’Inter.

STORIA – 19 marzo 1964. In pieno miracolo italiano, viene inaugurato il traforo del Gran San Bernardo, una galleria di quasi 6 km che collega la Valle d’Aosta (Saint-Rhémy-en-Bosses, a 20 km da Aosta) con il cantone elvetico del Vallese (Bourg-Saint-Pierre). Si tratta del primo traforo autostradale attraverso la barriera alpina: le comunicazioni con la Svizzera, fino a quel momento, si basavano quasi esclusivamente sulle gallerie ferroviarie del San Gottardo (del 1882) e del Sempione (1906). I lavori, affidati all’ingegnere piemontese Giorgio Dardanelli, un’icona dell’urbanistica di quegli anni, partirono nel 1958 e si conclusero in sei anni. Il 25 giugno del 2010 il traforo ha raggiunto quota 25 milioni di transiti, festeggiati lasciando passare gratuitamente il fortunato utente.

SPORT – 19 marzo 1976. Nasce a Roma Alessandro Nesta, figliol prodigo biancoceleste sin dalla più tenera età, ancor prima di quando Francesco Rocca, talent scout della Roma, fece di tutto per portarlo in giallorosso, scontrandosi però con papà Giuseppe. Il destino a volte te lo crei da te, così il giovane Alessandro, a soli 9 anni, entra a far parte delle Giovanili della Lazio. Ci resterà fino a quella controversa estate del 2002, quella del passaggio al Milan, dopo 193 presenze in campionato e 261 in totale, sei trofei vinti in nove anni da professionista (più quattro da “ragazzino”) ed uno stipendio arretrato di 2 milioni di Euro, poi per metà convertito in azioni, al fine di non gravare sulla società. L’addio di Nesta alla Lazio è un episodio che esula dalle normali dinamiche calcistiche. Quel giorno, migliaia di sogni di bambini ed inguaribili romantici un po’ più attempati andarono in frantumi, sfociando in una vera e propria guerriglia urbana, durante un’amichevole con la Juventus, club che, come l’Inter, aveva fatto di tutto per acquistare il capitano biancoceleste, invano. Lo strappo si è ricucito con gli anni, anche se una frangia della tifoseria non gli perdona tuttora alcune dichiarazioni rilasciate nel corso della sua avventura meneghina, un distacco palesato non appena sono iniziate a circolare le prime voci di un suo possibile ritorno all’ovile. Trionfatore in America e pronto al grande salto in MLS, Nesta si sta oggi facendo strada nella nuova veste di allenatore e rimane -rimarrà per sempre- un patrimonio, un’eccellenza, del calcio italiano in primis e della Lazio poi.

Giordano Grassi

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