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Lo strano derby del «tifoso» MARINO

IL CORRIERE DELLA SERA (E. Menicucci) – Il primo cittadino della capitale si è professato romanista, ma non esclude una strada per Chinaglia…

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IL CORRIERE DELLA SERA (E. Menicucci) –  Dopo il laziale RUTELLI, lo juventino, ma filoromanista, VELTRONI, e il neutro ALEMANNO, ma con figlio laziale, ecco che Ignazio MARINO è il primo sindaco romanista degli ultimi 20 anni. Dopo mesi di sfottò, polemiche e aerei ci ha pensato il primo cittadino ad animare il derby: «Tifo Roma, perché il mio miglior amico Guido è romanista: quando dobbiamo vederci, se c’è la partita della Roma non si può fare». Marino cerca di essere bipartisan. Parla sia dai romanisti a Retesport che dai laziali a Radio 6, al Processo del lunedì indossa una sciarpetta coi colori delle due squadre. Marino, però, incappa in una buccia di banana: le sciarpe sono «tarocche». Marino pensa anche all’ordine pubblico: «Sono positivamente preoccupato, prevarrà il senso di responsabilità: niente violenza e razzismo». Replica a Flavio Tosi, che attaccò i romanisti dopo l’assalto al pullman del Verona: «Nessuno può insultare i romani ». E gli stadi? «Lotito non è mai venuto da me. Per quello della Roma aspetto un progetto dettagliato dagli americani: gli abitanti non devono avere conseguenze negative ». Una strada per Chinaglia? «Non lo escludo». L’allarme del prefetto sul ritorno? «Le forze dell’ordine devono fare il loro lavoro perché tutto vada per il meglio». Ma il 26 maggio se lo ricorda? «Ho seguito la partita a casa, ero molto stressato». Per il derby? «No, per il risultato del primo turno elettorale».

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