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«Il razzismo? Lotito sbaglia la strategia. In Italia troppa paura»

LA GAZZETTA DELLO SPORT (D. Stoppini) – Il sociologo Valeri rivela: “Nel circuito Uefa le regole sono più rigide…”

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maglia razzismo

 

LA GAZZETTA DELLO SPORT (D. Stoppini)MAURO VALERI, sociologo e  direttore dell’Osservatorio sul razzismo e l’antirazzismo nel calcio, ha parlato in esclusiva al quotidiano in rosa commentando le motivazioni che porteranno la LAZIO a giocare a porte chiuse in Europa League.

Perché nel circuito Uefa le regole sono molto più rigide, non si sgarra. Non conta più solo l’arbitro o il delegato: l’Uefa ha delle persone in ogni settore dello stadio. E a differenza del passato ora non conta più se una parte del pubblico si dissocia.

Per la Lazio è «scandalo». D’accordo?
Il club è nel mirino, non a caso è nella black list dell’Uefa. Ma non parliamo di complotto.

Cosa dovrebbe fare Lotito? 
Sbaglia strategia. La maglia «No racism» è un palliativo. Dovrebbe fare 3 cose: concordare una linea comune con l’Uefa, piuttosto che difendersi dalle accuse. Secondo: investire in una campagna antirazzismo nelle scuole calcio. Terzo: individuare i colpevoli e non farli più entrare allo stadio. Ma in Italia ci sono troppe commistioni tra squadre e tifosi, come dicono Capello e Giampaolo.

Cosa non va in Italia?
C’è paura sul tema. Negli spot avete mai visto un italiano? La Lega, con i soldi delle multe (un anno fa 500 mila euro), spieghi ai giovani cos’è il razzismo, invece di pagare le spese di segreteria. Il Liverpool ha regalato ai fan un libretto su cosa dire e non dire allo stadio. Da noi i tifosi dell’Inter decidono di non fare «buu» a Balotelli per non risultare razzisti, poi vanno allo stadio con le banane

 

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