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MIHAJLOVIC: “Io, TOTTI, la LAZIO e la guerra serba, adesso vi racconto tutto”

IL CORRIERE DELLO SPORT (A. Ramazzotti) – “Io sono biancoceleste. Per quello che ho vinto e per quello che mi hanno dato i tifosi della Lazio”…

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MIHAJLOVIC 04

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Stessi occhi, stesso fisico, stesse parole. Il passare degli anni non ha cambiato di una virgola Sinisa Mihajlovic, il tecnico capace di risollevare una Sampdoria che a fine novembre era nel baratro, penultima in classifica con appena 9 punti, scrive il Corriere dello Sport (A. Ramazzotti):

Sulla Sampdoria.
“La squadra non ha ancora raggiunto la salvezza. Adesso viene il difficile perché basta distrarsi un attimo per rovinare tutto. Sta a noi non permettere che quell’attimo arrivi: dobbiamo tenere i piedi ben piantati a terra e rimanere concentrati […] Quando sono arrivato la squadra aveva ottenuto 9 punti in 12 giornate. E’ stato un cammino del genere era difficile da immaginare appena sono arrivato. Essere a +11 sulla terz’ultima a metà febbraio è un grande risultato. La cosa fondamentale è stata sistemare la testa dei ragazzi. Quando sono arrivato erano giù di morale, per niente tranquilli. Ci ho lavorato molto, dando loro serenità: ho una squadra composta da giovani che, non avendo troppa esperienza, sotto pressione non rendono il massimo. Per salvarsi, bisogna vincere e per vincere è necessario rischiare qualcosa in più[…] I blucerchiati in Europa? Bisognerà vedere cosa deciderà di fare la società. Le basi ci sono, ma per arrivare in Europa saranno necessari investimenti che in un calcio italiano in crisi non sono facili […] Da tecnico della Sampdoria dico che Gabbiadini e De Silvestri farebbero comodo alla Nazionale di Prandelli. Stanno disputando una stagione super”.
C’è qualcosa di Boskov nel Mihajlovic allenatore?
“In me c’è un po’ di ogni tecnico che ho avuto. Sono stato ad alti livelli per 20 anni, ho vinto tutto, ho avuto grandi maestri e ho cercato di apprendere il più possibile”
Quanto le ha insegnato Mancini?
“Tantissimo. Da lui ho imparato il lavoro sul campo perché Mancio in questo è il migliore di tutti. All’Inter, da suo assistente, io curavo la fase difensiva, lui quella offensiva. Se sono diventato un allenatore, lo devo a Roberto e per questo lo ringrazio”.
Le è mai venuta la tentazione di inserire nel suo staff Stankovic?
“Gliel’ho chiesto. Lo volevo con me sia nella Serbia sia qui alla Sampdoria. Lui è il mio fratello minore, il padrino dei miei figli e io sono il padrino dei suoi. Dipende da Deki: lo aspetto a braccia aperte. Quando è pronto e vuole accettare, basta una chiamata”.
Sulla Serbia.
“Le mie radici sono in Serbia e il mio Paese è il più bello del mondo. Ho visto cose belle e brutte che hanno rafforzato il senso di appartenenza alla mia nazione”.
Si sente più giallorosso o biancoceleste?
“Io sono biancoceleste. Per quello che ho vinto e per quello che mi hanno dato i tifosi della Lazio. Rispetto la Roma e i suoi sostenitori, ma io sono laziale. Lì adesso giocano i miei figli, Miroslav e Dusan”.
Sulla Roma
“Non ho paura dei fischi che potrebbe arrivare domenica. Non ho paura neppure della Roma anche se sta facendo un ottimo campionato. Merito del lavoro dei giocatori e di Garcia. Sono stati sfortunati a trovare la Juventus che sta andando molto bene. Non temo nessun calciatore. Consideravo Francesco mio amico, poi c’è stato un periodo in cui non ci siamo più sentiti. E’ successo dopo che non è venuto alla mia partita di addio al calcio. Lo avevo invitato e neppure mi rispose. Per me il rispetto è importante. Ora abbiamo ricucito il rapporto ed è tutto a posto. Secondo me è il più grande calciatore italiano di tutti i tempi. La Sampdoria può mettere in difficoltà la Roma. Perchè ha una sua mentalità e l’ha sempre mostrata, anche con la Juve, il Napoli e l’Inter. Il risultato passa in secondo piano: conta l’atteggiamento con cui andiamo in campo. Ai ragazzi chiedo di fare la nostra partita anche quando sfidiamo le grandi perché se abbiamo questa “testa”, battere le formazioni del nostro livello diventa più facile“.


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