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Capolavoro Rossi: “Una scintilla di Ledesma e non ci fu più partita”

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Il mio derby, Rossi racconta quello del 10 dicembre 2006…

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Pubblicato il 4/11 alle 12.45

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Partire sfavoriti e vincere. E’ la storia laziale nel derby, i biancocelesti hanno sempre dovuto confrontarsi con le quote dei bookmakers. La stracittadina del 10 dicembre 2006 non fa eccezione, la Lazio che scende in campo è già data per spacciata. Quella giallorossa è la miglior difesa del campionato, ma i biancocelesti hanno un’arma segreta. Indossa gli scarpini, ma non scenderà in campo: il suo nome è Delio Rossi. E’ proprio l’ex allenatore, in esclusiva ai microfoni di Lazionews.eu, a raccontare quel match: Ricordo che appena arrivato a Roma la prima cosa che mi hanno detto i tifosi è che si sarebbero giocati almeno due derby. Non è una partita come le altre, può darti molto e toglierti altrettanto. La Roma era favorita, era una squadra importante. Noi non stavamo andando benissimo, partivamo da sfavoriti, come sempre”. Una partita bloccata, maschia, senza lampi. Fino al minuto 44 quando Ledesma decide che è il momento di togliere le ragnatele dal sette. “Ledesma era molto criticato, andava a sostituire un giocatore importante come Liverani anche non avendo le stesse caratteristiche. Lui soffriva di questa situazione: in questi casi c’è bisogno di una scintilla e per fortuna arrivò proprio nel derby. Tirò fuori un gol meraviglioso, grazie a quella rete andammo in vantaggio all’intervallo: da lì non ci fu più partita.

La Lazio non crede ai suoi occhi, il gioiello di Ledesma permette agli uomini di Rossi di rientrare negli spogliatoi in vantaggio contro la squadra che, a detta di tutti, avrebbe dovuto asfaltare i biancocelesti. “Ricordo che negli spogliatoi dissi ai ragazzi di non accontentarsi, dovevamo fare il secondo gol. L’errore più grande che potevamo fare era quello di cercare di speculare sul risultato”. Detto fatto, gli uomini di Rossi eseguono alla perfezione. Pandev si invola verso la porta, Doni in uscita lo atterra: rigore ed espulsione, Oddo dal dischetto non sbaglia. A completare la festa ci pensa Mutarelli che segna dopo la traversa di Mauri. Apoteosi Lazio, il capolavoro del mister laziale è completo, mai prima di allora i biancocelesti avevano vinto contro la Roma con uno scarto così ampio. “Io come in tutte le cose sono piuttosto tardo (ride, ndr). Le vittorie mi scivolano addosso, le sconfitte sono quelle che lasciano il segno. Anche la vittoria in Coppa Italia, la Champions League e le altre gioie con la Lazio le ho capite dopo. Però devo dire che, con il senno del poi, mi sono accorto che se fai bene il tuo lavoro rimani nei cuori laziali. Il tifoso biancoceleste è particolare, ma se dai tutto in campo verrai ricordato”. Quel derby, però, è passato alla storia anche per una promessa fatta da Rossi, il bagno nella fontana del Gianicolo: Non era legato alla vincita della partita, era una promessa fatta a una ecclesiastica. All’epoca frequentavo una comunità di bambini orfani di Suor Paola, ci riunivamo tutti i giovedì e dal punto di vista scaramantico stava andando bene. La settimana del derby mi disse che se avessimo vinto contro la Roma avrebbe fatto il bagno nella fontana, io risposi che sarei andato con lei. Quella sera, per espletare questo voto, andai a fare questa cosa. Mi buttai solo io, però, lei non lo fece”. 

Matteo Vana

 

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