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Keita vs Dybala: Maravilla e Joya, vite da predestinati

I due baby fenomeni a confronto, per entrambi lo stesso obiettivo…

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FACCIA A FACCIA – Lazio e Juventus si affrontano all’Olimpico per il quarto di finale di Tim Cup. Una sfida appassionante, un grande classico negli ultimi anni: in gara secca, solo una approderà in semifinale dove ad attendere c’è già l’Inter di Mancini. Pioli aspetta Allegri e punterà tutto su Keita, talento classe ’95 tra i più in forma della squadra. A sfidarlo ci sarà l’uomo in più di questa Juventus, Paulo Dybala.

LE MAGIE DI UN CANTERANO – Balde Keita Diao è per tutti “Maravilla”, la meraviglia, di quelle in grado di regalare gioie ed emozioni. Del resto segnare in Champions League a vent’anni non è da tutti e farlo sotto la tua curva con uno stadio intero che grida il tuo nome rende il tutto ancora più entusiasmante. Ma per uno che nasce calcisticamente nella Cantera del Barcellona tutto è possibile, perfino segnare 47 gol in una stagione nelle giovanili del Cornella, club dove i blaugrana lo mandano in prestito per “punire” il suo carattere a tratti ingestibile. La Lazio fiuta l’affare e lo porta a Roma, dove è sempre decisivo in Primavera, fa in tempo a vincere uno scudetto e diventa presto grande: a 18 anni è già in prima squadra e in due stagioni e mezzo il suo bottino sale a quota 13 gol in 84 presenze. Discontinuo, in grado di regalare lampi d’alta classe solo a sprazzi, ma come un frutto prezioso matura al momento giusto. Con carattere e personalità la stella di Keita trova il suo spazio nel firmamento biancoceleste e di forza si prende le luci della ribalta tanto da relegare in panchina Felipe Anderson. Il classe 95′ non teme confronti: “Credete in noi, l’Olimpico deve essere una bolgia” ha spiegato ai tifosi lanciando il suo appello. Contro la Juventus scenderà in campo per dimostrare a tutti le sue qualità.

L’EREDITÀ DEI CAMPIONI – Un altro giovane che di personalità s’intende è Paulo Dybala, attaccante arrivato alla Juventus per 32 milioni di euro dal Palermo in estate. La sua qualità era già nota ma a Torino lo acquistano con un obiettivo preciso: sostituire Carlitos Tevez, l’apache di mille battaglie. Dybala, soprannominato “la Joya”, il gioiello, lo fa con stile e forse con l’incoscienza dell’età, prendendosi la maglia n.21 appena lasciata da Pirlo. Qualche incertezza iniziale, poi la Vecchia Signora vola con 10 vittorie consecutive e in tutte c’è il marchio di Dybala: sette le sue reti nelle ultime dieci gare e quando non segna regala assist, come contro Empoli, Palermo e Sampdoria. “Sono contento perché ora si parla di me e non di quanto sono costato” ha raccontato in una recente intervista. La Lazio ha già avuto modo di incontrarlo due volte e in entrambi i casi ha segnato nella porta di Marchetti. Il suo gol all’esordio in maglia bianconera ha regalato la Supercoppa a Shanghai, mentre nel secondo confronto con i biancocelesti la sua rete ha condannato Pioli al terzo ritiro punitivo della stagionale.

IL CONFRONTO – Dribbling, giocate e gol. Se il calcio è spettacolo Keita e Dybala sono due attori protagonisti. Più incisivo l’argentino, ma con due anni in più di partite ed esperienza. Lo spagnolo invece è un fiore pronto a sbocciare ma Pioli sembra aver avuto l’intuizione di coglierlo al momento giusto. Giocatori di fantasia, esterni d’attacco o prime punte, il destino in Coppa Italia di Lazio e Juventus passa dai loro piedi e dalle loro ambizioni. Promesse oggi, ma fuoriclasse di diventa solo con le vittorie.

Giorgio Marota
@GiorgioMarota

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